Questo pare essere proprio un periodo di grandi novità e conquiste per la saga letteraria nata dalla penna di Andrzej Sapkowski, la quale ormai, fra serie televisive di Netflix e videogiochi acclamati dalla critica internazionale, sta godendo di una popolarità incredibile.
Ma le sorprese non sono finite: se sono molti i fan in giro per il mondo che, tra cosplay e fanart, si impegnano a dare vita all’atmosfera di The Witcher, in Italia un gruppo di appassionati ha ideato a un gioco di ruolo dal vivo ispirato proprio alle avventure di Geralt e soci.
Strigo è infatti un LARP (live action role-playing game) ideato nel 2016 da sette ragazzi nostrani mossi dal desiderio di vivere, e far vivere, sulla propria pelle il mondo ideato da Sapkowski. Ambientato cinque anni dopo gli eventi di The Witcher 3, il gioco è caratterizzato dalla sua grande immersività: tutto, infatti, dal cibo ai costumi, è volto a ricreare l’atmosfera della saga. Lo stesso regolamento privilegia il realismo e la coerenza con cui vengono interpretati i personaggi (tutti dotati di un background, di una personalità e di legami con il resto del gruppo molto curati) nel tentativo di non appesantire l’esperienza con regole troppo complesse.
Inoltre, i giocatori non sono legati a un sistema di classi rigido, ma possono interpretare tutti uno strigo, addestrato di fresco nelle sette storiche Scuole da poco ricostruite, ognuna delle quali è caratterizzata da un approccio unico al mestiere. Per differenziare ulteriormente i personaggi giocanti, sono stati anche inseriti alcuni archetipi (quali il cerusico, l’artigiano e l’alchimista) dotati di capacità e mosse particolari.
Ma un regolamento cartaceo può raccontare questa storia solo fino a un certo punto. È per questo che abbiamo deciso di intervistare direttamente due creatori di Strigo: il Project Manager Francesco Pascazio e il Marketing & Communication Manager Carmelo Fabiano.
Ciao ragazzi, e benvenuti su Isola Illyon! Iniziamo da una domanda tanto classica, quanto fondamentale: da dove è nata l’idea di Strigo? Vi siete ispirati alla Witcher School polacca?
FP: Abbiamo concepito l’idea di Strigo a seguito della grande passione del team per la saga di Andrzej Sapkowski e del videogioco. Solo successivamente abbiamo conosciuto la realtà della Witcher School, che prendiamo sempre in considerazione, sebbene il nostro progetto sia differente.
Se la loro crescita è innegabile, a noi piace pensare alla Witcher School come a dei potenziali partner con cui imbastire una futura relazione, anche perché, a prescindere dalle meccaniche o dai rapporti di gioco, c’è una differenza abissale: loro giocano in un periodo passato a quello dei videogame, mentre noi siamo proiettati verso il futuro, partendo da uno dei finali alternativi di The Witcher 3.
Insomma: è bene imparare sempre da tutti, soprattutto da realtà radicate come la Witcher School, ma essa non è stata la spinta o l’idea che ha fatto partire il progetto.
Cosa vi differenzia dagli altri LARP attualmente in circolazione?
CF: Probabilmente nulla, poiché alla base di Strigo c’è sempre il buon vecchio e sano LARP. Quello su cui a noi piace “differenziarci” è l’uso di figure professionali che svolgono ruoli specifici: ad esempio, i bardi saranno musici che sanno realmente suonare, comporre ed eseguire musiche tematiche, oppure chi gestirà le taverne è uno chef che si è specializzato nella preparazione di cibi secondo le ricette rinascimentali. O ancora, l’uso della tecnologia che, spesso, viene malvista negli ambienti del LARP tradizionale.
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