“Cominciamo”. Con queste parole di Daenarys ci siamo lasciati alla fine del primo episodio della settima stagione di Game of Thrones. Bene, il secondo riprende proprio da lì. Lo stile di questa puntata è simile a quello della precedente: narrazione che corre veloce, molti dialoghi e molti nodi che iniziano a sciogliersi, delineando così i possibili scenari futuri.
Dicevamo, ritroviamo Dany nella vecchia roccaforte di Stannis, lì dove l’avevamo lasciata. La Madre dei Draghi mette alla prova Varys, vomitandogli addosso accuse pesanti riferite ai suoi precedenti tradimenti. Vuole capire se davvero può fidarsi di lui e, sì, puoi fidarti di me Khaleesi. Ok, però se mi tradisci ti faccio bruciare vivo. Bellissimo e ben congegnato lo scambio di battute tra i due.
La svolta è però l’ingresso in scena di Melisandre, che invita Dany a incontrare Jon prima che sia troppo tardi per tutti e prima che gli Estranei spazzino via qualsiasi essere vivente, pretendenti al Trono di Spade compresi. Ci pensa Tyrion a garantire per il Re del Nord, e la Khaleesi accetta. Oh finalmente ci siamo!
I giochi di potere e alleanze sono sicuramente gli argomenti principali di questa puntata. Quindi il consiglio di guerra che si tiene a Roccia del Drago non è il solo (e non è la sola cosa che succede qui, vero Verme Grigio e Missandei?): ad Approdo del Re, Cersei cerca di racimolare i pochi consensi rimasti e si eccita nel vedere come Qyburn stia cercando un modo per uccidere draghi; al Nord arrivano due corvi, uno da Tyrion, per organizzare l’incontro con zia Dany, e uno da Sam, che menziona la montagna di vetro di drago proprio sotto il castello dei Targaryen. Avete capito? Mel dice a Dany che ha bisogno di Jon, Sam dice a Jon che ha bisogno di Dany. Direi che mi aspetto l’attesissimo incontro tra i nostri due beniamini nella terza puntata. Climax definitivo.
A proposito di Sam, è lui l’unica speranza di salvezza per Jorah. In scene dove nulla è lasciato al caso, l’apprendista Maestro tenta un disperato intervento sul corpo martoriato del povero Mormont, mosso anche dall’aver visto morire il padre di costui, l’ex Comandante dei Guardiani della Notte, Jeor. Insomma, Sam sempre più decisivo ai fini della trama, e sentite questa (se già non l’avete sentita): se fosse lui il narratore di tutta la storia? Fateci caso: l’astrolabio presente nella Cittadella è uguale a quello della sigla, e compare fin dalla prima stagione; Maestro Ebrose dice a Sam che sta scrivendo un libro intitolato “Cronache delle Guerre successive alla morte di Re Robert, Primo del suo nome” e Sam risponde che lui avrebbe scelto qualcosa di più poetico (magari Cronache del Ghiaccio e del Fuoco?); gli Arcimaestri hanno come compito quello di studiare e documentare tutto ciò che accade nei Sette Regni. Se tanto mi dà tanto, Sam potrebbe essere la trasposizione che Martin ha fatto di Samvise Gamgee – la sua venerazione per Tolkien è nota a tutti – e fargli compiere un arco narrativo simile, per renderlo il narratore di una delle più grandi storie mai raccontate. Proprio come Samvise firma Il Signore degli Anelli.
Andiamo avanti. Una delle situazioni meno chiare è quella che si delinea nella capitale. Nessuno sembra voler appoggiare i Lannister rimasti, e le discussioni tra Cersei e Jamie si fanno sempre più dure. Ricordate la prima puntata, quando i due vengono inquadrati dall’alto sull’affresco che rappresenta Westeros? Qualcuno ha notato che Jamie si trova sopra la regione chiamata “Le Dita”, mentre la sorella è su quella chiamata “Incollatura” (The Neck, il collo, in inglese). Se rileggiamo il testo della canzone cantata da Ed Sheeran nello stesso episodio – e sappiamo che nessun evento accade per caso nella serie – ci potremmo vedere l’indizio per un possibile fratricidio. Mettiamoci anche la profezia della veggente a Cersei nella quinta stagione, fino a questo momento perfettamente avverata: la morte dei suoi tre figli, la promessa che sarebbe diventata regina e la morte per mano del valonquar (fratello minore) che l’avrebbe strozzata. Fate due più due…
Nel frattempo, Arya incontra quel ciccione di Frittella in una locanda, mentre si dirige a sud. E no, non ha infilzato Ed Sheeran come speravo. A cosa serve questo incontro? A far in modo che la giovane lupa venga a conoscenza dei fatti del Nord, visto che era ancora convinta che là vi fossero quei malati mentali dei Bolton. Arya allora prende la strada di casa. Cazzo, lo fa proprio proprio mentre Jon decide di andare da Daenerys a sud, lasciando il comando di Grande Inverno a Sansa. Ma questi riusciranno mai a rincontrarsi tutti? Intanto, proprio come ci aspettavamo, si rivede finalmente la metalupa Nymeria! Un fugace incontro che, sono sicuro, si ripeterà sul più bello, visto che il legame è indissolubile e che Arya stessa ha già manifestato nei libri latenti doti di metamorfismo. Speriamo almeno che i Guardiani della Notte portino Bran da sua sorella. Ecco, non dimentichiamoci di cosa è capace lo sfigato di casa Stark vero? Perché mi aspetto dei botti mica da poco da lui.
Poi macello finale. La battaglia navale più cruenta dopo quella della Baia delle Acque Nera con l’Altofuoco. Pensavate che Joffrey fosse pazzo? Sì, lo era, ma Euron Greyjoy non è da meno. Con l’assalto alle navi di Theon e Yara, e con la conseguente cattura di quest’ultima e di Ellaria Sand, il pirata si è procurato il regalo che aveva promesso a Cersei per averla in moglie. E parte del piano di Daenerys e Tyrion pare essere fallito ancor prima di cominciare. Ma qualcuno a questi ha detto che dalla Barriera presto calerà un’orda di morti che camminano?
Tanta carne al fuoco ed emozioni qua è là per un episodio che sembra dare l’avvio decisivo alla grande guerra che tutti stiamo aspettando. Rimane solo da capire su quale campo di battaglia si terrà.
–Michele Martinelli–
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