Edward Mani di Forbice – Qualche anno dopo è il sequel a fumetti del cult del 1990 diretto da Tim Burton (che per quest’opera ha collaborato attivamente), con protagonisti Johnny Depp e Winona Ryder. Distribuito in Italia da NPE Edizioni, sceneggiato da Kate Leth e disegnato da Drew Rausch, il volume si presenta in maniera davvero elegante con in copertina l’illustrazione di Gabriel Hardman che rievoca perfettamente l’atmosfera del film.
La pellicola originale, lo saprete, è divenuta da subito un simbolo generazionale, con i suoi caratteri gotici e malinconici eppure “terribilmente umani”. Il protagonista è una creatura “incompleta”, nata dall’ingegno del suo inventore, che è poi morto senza avere avuto la possibilità di portare a termine la sua opera. Così Edward si ritrova da solo e inizia la sua avventura nel mondo esterno con delle forbici al posto delle mani e un viso sfigurato dai tagli. Alla ricerca di un’identità, egli si riscopre persino più umano delle persone “vere”. Il suo essere incompreso, considerato da alcuni senz’anima a causa del suo aspetto, lo porta a doversi destreggiare tra pregiudizi, approfittatori e un pizzico di amore che gli fanno comprendere la sua vera natura. Il film è ormai un cult, perfetta esternazione esasperata dei sentimenti che i giovani dell’epoca provavano, lanciando tra l’altro Johnny Depp come attore di primo piano di Hollywood e imprimendo a lettere cubitali il suo intramontabile successo che diventerà fonte d’ispirazione anche per le generazioni a venire.
Il fumetto ci propone una storia inedita, un nuovo capitolo della vita di Edward ambientato ai giorni nostri. La storia si apre con Meg (identica alla nonna Kim) in conflitto con la madre, che ritiene sua nonna pazza ed Edward un assassino. Meg all’inizio è scettica, e non sa se credere o meno alle storie che Kim le raccontava da bambina, ma il ritrovamento del diario di sua nonna le infonde il coraggio necessario che la porta alla verità. Edward, invece, vive ancora nella casetta isolata sulla collina, non è invecchiato di un giorno e il suo spirito malinconico non è mutato. Egli soffre la solitudine e rievoca i vecchi ricordi frugando negli scritti del suo creatore, imbattendosi in un vecchio progetto e scoprendo così di non essere solo.
I disegni di Rausch sono semplicemente perfetti. Lo stile è gotico con linee sottili e colori opachi, i volti sono spigolosi al punto giusto e i contorni volutamente poco precisi, conferendo a tutto l’albo quell’aria malinconica che abbiamo avuto il piacere di apprezzare durante la visione di film d’animazione come La Sposa Cadavere e Frankenweenie. A fine fumetto possiamo anche ammirare una raccolta di illustrazioni dedicate tutte al nostro protagonista, con disegni di Kevin Wada, Aaron Alexovich e Gabriel Rodriguez.
Molto intelligenti sono poi i dialoghi: l’intento dell’autore non è stato quello di creare una storia piena di colpi di scena, bensì di rispecchiare in maniera superba lo stile burtoniano, riuscendo a rendere interessanti e commoventi anche le sfaccettature più prevedibili.
Dunque, a parte una piccola svista nella sinossi iniziale (dove Meg viene chiamata Mess), direi che quest’opera sia davvero una piccola perla, rappresentando senza dubbio il finale, dolce e commovente, che tutti gli amanti della pellicola originale aspettavano da più di vent’anni.
–Ilaria Marino–
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Edward Mani di Forbice – Qualche anno dopo: recensione del fumetto
Ilaria Marino
- L'ambientazione contemporanea si sposa bene con la storia;
- Fantastiche le illustrazioni in stile burtoniano;
- I dialoghi sono intelligenti e ben scritti;
- Ottimo finale;
- A qualche lettore più pignolo potrebbe dar fastidio la svista del nome di Meg nella sinossi iniziale;