Fin dall’uscita dell’anime nel 2012, il fenomeno Sword Art Online ha diviso il mondo degli spettatori tra chi lo considerava un capolavoro e chi “un pessimo shonen”. Non starò neanche a commentare il fatto che l’opera non sia affatto uno shonen (e non abbia alcun elemento che possa far pensare che lo sia), e vi parlerò direttamente del film Sword Art Online – Ordinal Scale, seguito diretto della seconda stagione dell’anime, approdato nei cinema italiani i giorni 13 e 14 giugno scorsi.
Il lungometraggio è una storia originale di Reki Kawahara, autore delle light novel e ideatore della serie, diretto da Tomohiko Ito e con le stupende musiche di Yuki Kajiura. Nonostante le due ore di film, è incredibile come le vicende scorrano, una scena dopo l’altra, catturando l’attenzione dello spettatore e la sua curiosità senza mai annoiarlo, regalandogli stupore e non pochi riferimenti alle serie anime.
La storia si apre con la presentazione dell’Augma, un dispositivo innovativo per la realtà aumentata, e su come abbia velocemente conquistato ogni settore della società moderna grazie ai suoi incredibili benefici. Per i videogiocatori il prodotto è più che raccomandato, poiché accumulando punti nei vari titoli proposti si possono ottenere sconti e bonus sull’acquisto di ogni prodotto in vendita al mondo. Ovviamente il software di punta è Ordinal Scale, un gioco di ruolo in realtà aumentata che vede i partecipanti lottare contro dei mostri direttamente nelle vie della propria città, completando eventi e permettendo loro di scalare una classifica. Questa situazione idilliaca precipita presto quando i sopravvissuti al gioco SAO, attratti da questo nuovo titolo, cominciano a cacciarsi nei guai: come sempre toccherà a Kirigaya Kazuto (aka Kirito) salvare la situazione.
Tutta la serie Sword Art Online ha sempre promosso un messaggio profondo nelle sue puntate, portando lo spettatore a chiedersi cosa fosse e non fosse reale. I legami, le emozioni, i traumi che si possono vivere in un gioco virtuale quanto peso hanno nella vita di tutti i giorni? Si può davvero considerare amico una persona conosciuta in rete? Si può fare del gioco multiplayer una professione, e conquistare tornei, denaro e fama? Ovviamente il tema di ciò che sia o meno reale ritorna in questo film, che introduce l’elemento della realtà aumentata a discapito di quella virtuale (che comunque non verrà dimenticata troppo a lungo, tranquilli).
Lo stile di animazione è cambiato (sia quello del character design che quello delle azioni) per rispecchiare le illustrazioni presenti nella light novel, legando a doppio filo le due opere. Visivamente non si può in alcun modo criticare il film, capace di incantare gli spettatori con ogni tipo di paesaggio, e dare finalmente ai protagonisti l’età che effettivamente possiedono.
Il punto forte è, però, la colonna sonora. Ascoltando i nuovi brani di Yuki Kajiura è impossibile non emozionarsi ed essere trasportati dall’azione che avviene a schermo, con le musiche inserite al momento giusto, in modo da donare grande phatos specialmente alle scene di combattimento.
Forse l’unica critica che posso fare è che nell’opera manca un vero e proprio antagonista in grado di affrontare Kirito su diversi piani di conversazione. Ciò nonostante questa assenza non inficia minimamente la buona impressione generale del film.
Giusto per dare una piccola chicca e un altro motivo per vedere il film, i fan della serie sappiano che qui potranno finalmente vedere il boss del centesimo piano di Aincrad, al termine del quale avrebbe dovuto esserci lo scontro con Heathcliff. Il come e perché, ovviamente, non ve lo anticipo!
In conclusione, se doveste esservi persi l’appuntamento del 13 e 14 giugno, vi ricordo che la pellicola tornerà nelle sale italiane il 28 e 29 di questo mese: gli appassionati non hanno davvero scuse!
–Simone Maccapani–
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Sword Art Online The Movie – Ordinal Scale: la recensione
Simone Maccapani
- Colonna sonora di rara bellezza;
- Animazione e design più fedeli allo stile delle light novel;
- Viene dato grande spazio a tutti i personaggi;
- Rimandi continui al primo arco narrativo dell’anime;
- La tematica trattata permette sempre di riflettere;
- Manca un antagonista che possa davvero chiamarsi tale;
- La storia fa sembrare alcuni personaggi poco intelligenti;