Dopo l’interesse ridestatosi intorno al franchise di Dragon Age a seguito dell’annuncio – quasi incidentale, come vi spieghiamo qui – della produzione di un quarto capitolo della saga, i riflettori si sono riaccesi sul franchise di Bioware, uno dei più apprezzati degli ultimi anni, particolarmente amato dai fan per la possibilità effettiva di incidere sugli eventi, per la profondità dei rapporti interpersonali, e per l’originalità della trama e della costruzione dell’universo narrativo. Ora, le razze che popolano un universo fantastico sono sicuramente uno degli ingredienti principali del successo del medesimo, quindi andiamo a rinfrescarci un po’ le idee riguardo a quelle del Thedas:
UMANI
E vabbe’, niente di apparentemente nuovo sotto il sole. Anche nell’universo di Dragon Age gli umani sono la razza giovincella, quella che scende dagli alberi ed esce dalle foreste di Par Vollen, osservata da testimoni elfici e nanici con sorpresa e una punta di ribrezzo, salvo diventare, nonostante le divisioni culturali e razziali intestine (che molto sagacemente ricalcano e rimandano a diverse culture della Storia terrestre) la razza dominante dal punto di vista sia demografico, che politico (le maggiori nazioni sulla faccia del Thedas – Qunari a parte – sono umane: vedi Impero Tevinter, Ferelden, Orlais, ecc.) e cultural-religioso (la Chiesa del Creatore e la sua profetessa Andraste). Gli umani sono prolifici, adattabili, e intraprendenti come da copione, ma ovviamente anche propensi a cacciarsi nei guai: secondo la tradizione è grazie a loro (nelle vesti dei primi maghi del Tevinter, ricacciati dal Creatore dalla Città d’Oro che avevano tentato di violare) che nascono i Prole Oscura che ciclicamente affliggono il Thedas durante i Flagelli. Le altre razze, sentitamente, ringraziano: per la serie, facciamoci sempre riconoscere.
NANI
Il Popolo Tozzo mantiene in Dragon Age alcuni dei luoghi comuni che lo accompagnano fin dai tempi di Tolkien, come l’aspetto fisico, l’abilità nell’artigianato dei metalli e della pietra e il loro commercio, la tendenza a scavare nelle viscere della terra le loro dimore, e la mitologica testardaggine. Allo stesso tempo vede introdotte nella sua cultura alcune delle intuizioni più originali di tutta la saga di Dragon Age, come il Modellatorio, che mantiene la memoria della Storia del popolo, i Campioni, la struttura sociale rigidamente suddivisa in caste e la terribile verità dietro l’Incudine del Vuoto e l’arma dei Golem. Incapaci di sognare, e pertanto di accedere all’Oblio da cui i Maghi delle altre razze traggono il loro potere, sono però gli unici a poter lavorare il Lyrium nella sua forma grezza senza subirne gli effetti peggiori. La Storia dei Nani nel Thedas è segnata dal sorgere di un Impero paragonabile a quello del Tevinter, anche se sotterraneo, e alla lenta erosione dello stesso a opera dei Prole Oscura e dei Flagelli, fino a ridursi alla sola città di Orzammar: un popolo in lento ma costante declino.
ELFI
I nostri amici dalle orecchie a punta non sono sicuramente la più fortunata della razze di Dragon Age: dopo che le loro arcaiche nazioni vennero sconfitte dall’Impero Tevinter e poste in totale schiavitù, venne donata loro una nuova speranza quando si ribellarono ai padroni alleandosi alla rivolta di Andraste e delle tribù barbariche del Sud. Dopo la sconfitta del Tevinter, tentarono di ricompattarsi come popolo nelle Valli, ma furono nuovamente dispersi da una serie di Sacre Marce indette dalla Chiesa: da quel momento gli elfi sopravvivono o come cittadini di seconda classe, disprezzati e discriminati, in una serie di enclavi nelle città umane, oppure in libertà nelle terre selvagge organizzati in piccole tribù che ricordano la cultura dei pellerossa – comunque pallido ricordo della potenza di un tempo.
QUNARI
Un mistero, racchiuso in un mistero, avvolto in un mistero. Questi simpatici armadi cornuti tirano dritto per la loro strada armati del Qun, una filosofia simil-buddista (ma notevolmente più rissosa) elaborata un bel po’ di tempo prima e basata sul dovere, sulla libertà nell’accettare il proprio ruolo nella società, e su quella di morire o passare una vita da reietti in caso contrario. Originari di uno sperduto e sconosciuto continente ad Est, gli energumeni hanno rischiato seriamente di conquistare gran parte del Thedas, prima di essere ricacciati nell’isola di Par Vollen e nel Seheron da una serie di Sacre Marce. Sono gli unici, insieme ad Andraste, ad avere fatto abbassare lo sguardo al Tevinter (col quale sono ancora in guerra), e gli unici a possedere una sostanza che scatena fuoco e fiamme dalle bocche delle loro navi da guerra. In pratica, gli unici a possedere la polvere da sparo. Piove sul bagnato.
PROLE OSCURA
Questi ceffi hanno il simpatico hobby di voler rimanere l’unica razza bipede del Thedas, attraverso lo sterminio o la corruzione di tutte le altre. Nati, secondo la dottrina della Chiesa, dalla superbia dei maghi, i Prole Oscura sono umanoidi mostruosi corrotti da una sorta di icore nerastro: nascono dalle terrificanti Madri della Nidiata che si nascondono sottoterra. Solitamente imperversano in tutto il sottosuolo ma, quando trovano e risvegliano un Arcidemone che sotto forma di Drago si metta alla loro testa, sciamano in superficie distruggendo e devastando allegramente tutto. Nel corso della Storia si sono registrati ben cinque di questi Flagelli, tutti terminati con la morte dell’Arcidemone e respinti dai Custodi Grigi e dalle nazioni del Thedas a costo di innumerevoli lutti e devastazioni.
–Luca Tersigni–
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