La saga di Pirati dei Caraibi ha accompagnato una bella porzione della vita di molti di noi e oggi, dopo quattordici anni, siamo ancora una volta pronti a salpare con il capitano Jack Sparrow per conquistare l’ennesimo tesoro, tratto direttamente dalle leggende del mare. Dopo l’insuccesso del quarto capitolo, che aveva significato non solo il cambio di regista ma anche il proseguimento di una saga pensata per essere chiusa in una trilogia, mi sono approcciato a questo quinto episodio con un misto di eccitazione e scetticismo. Quando le luci si sono spente, ero già preparato a vedere su schermo i chiodi di bara di una saga che ho sempre amato anche fuori dalle sale cinematografiche. Fortunatamente mi sono dovuto presto ricredere: La vendetta di Salazar è un bel film, che funge sia da punto di arrivo che di partenza per il franchise.
Nella pellicola ritornano gli elementi che il pubblico ha amato già nei precedenti film, e vengono ritrattati i temi de La maledizione della prima luna senza dare la sensazione di star guardando una seconda versione del primo capitolo. Nonostante il cattivo principale sia pur sempre un non-morto, e le due aggiunte al cast siano chiaramente i nuovi Will Turner ed Elizabeth Swann, il rimaneggiamento dei ruoli ha permesso di ottenere tre personaggi diversi dagli originali. Gli altri bucanieri, onnipresenti compagni delle avventure di Jack Sparrow e della Perla Nera, vengono anch’essi riproposti in una luce diversa, molto più vicini all’opportunismo tipico dei pirati come il grande Barbossa. Quest’ultimo, rivale di Jack e antagonista del primo capitolo, è forse il personaggio meglio riuscito della pellicola: lo vediamo in una nuova veste, ma sempre fedele al trasformismo che lo ha caratterizzato. Barbossa è e rimarrà sempre il pirata che riesce a reinventare se stesso a ogni cambiamento del vento, trovandosi sempre dalla parte del vincitore.
Un discorso a parte va fatto per Jack Sparrow, elemento immutabile della serie e punto fisso del mondo dei pirati. Non c’è speranza di vederlo cambiare, e film dopo film viene riproposto sempre nello stesso identico modo. Le sue avventure passate gli scivolano addosso come bicchieri di rum e, nonostante l’interpretazione di Johnny Depp sia sempre eccellente, trovo che il suo personaggio sia più di tutti quello che avrebbe bisogno di una svolta. Per coloro che volessero sapere di più su Jack e sul suo passato, comunque, questo film riserverà non poche sorprese.
Molto importante il personaggio di Kaya Scodelario, Carina Smyth, per la ripresa di un tema che dopo i primissimi capitoli era passato in sordina, ovvero quello dell’indipendenza della donna e della sua forza, sia essa intellettuale o di pura volontà. Qui è sì al centro di non pochi momenti comici, ma quando le risate finiscono il messaggio fortunatamente rimane.
La storia rappresenta sicuramente uno dei punti di cui maggiormente si discuterà dopo il 24 maggio, data d’uscita del lungometraggio nei cinema italiani: senza fare alcuno spoiler su di essa posso fin da subito dire che, nonostante il film scorra tranquillamente, i fan dalla memoria lunga faranno molta fatica a conciliare alcune scelte di trama con quanto appreso nei capitoli due e tre. La colonna sonora rimane (senza troppe sorprese) un punto di forza della saga, con temi capaci di emozionarci e riaffiorare anche quando saremo ben lontani dalla sala.
La regia e il montaggio hanno preso strade interessanti: Joachim Rønning e Espen Sandberg sono riusciti a regalarci il viaggio che ci avevano promesso, inciampando soltanto in alcune scene particolarmente concitate dove la tensione e il senso di urgenza vengono completamente distrutti dalle battute di Jack. La scena presente dopo i titoli di coda (che vi consiglio caldamente di guardare) può benissimo lasciar spazio a un ultimo film della saga, così da chiudere le avventure del pirata Jack Sparrow e di tutti gli individui che sono stati influenzati dalle sue azioni.
Pirati dei Caraibi – La Vendetta di Salazar, come già detto nell’introduzione, potrebbe essere considerato sia come la chiusura della saga che come un punto di rilancio – ma, in ogni caso, merita di essere visto. I fan di lunga data ritroveranno le ambientazioni e i personaggi che hanno imparato ad amare e, vista l’impostazione della storia, anche coloro che non si sono mai imbarcati con il capitan Sparrow lo troveranno sicuramente godibile.
–Simone Maccapani–
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Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar: la nostra recensione
Simone Maccapani
- Ritornano finalmente gli elementi che hanno reso la saga famosa;
- I nuovi personaggi funzionano e hanno una buona chimica;
- La colonna sonora è sempre grandiosa;
- Barbossa è un grande personaggio;
- Johnny Depp è in formissima;
- Momenti comici non banali;
- La storia stride a tratti con la prima trilogia;
- Alcune scelte registiche spezzano il ritmo delle scene d'azione;
- Il personaggio di Jack Sparrow inizia ad essere un po' stantio;