Mark Hamill, noto al pubblico di Star Wars per aver dato il volto a Luke Skywalker, si è sbottonato di recente rispetto alla saga, parlando dei film e dell’accoglienza da questi ricevuta. Venendo suo malgrado trascinato nella disputa tra trilogia originale e prequel, l’attore si è lanciato in una grande difesa di quest’ultima. Le sue più grandi preoccupazioni e attenzioni sono andate al piccolo Jake Lloyd, allora pesantemente accusato di esser stato un pessimo attore e di aver offerto una ben povera prova come giovane Anakin. Le cause di ciò, dice Hamill, erano da ricercarsi, oltre che nell’età del ragazzo, anche in una scarsa scrittura dei dialoghi da parte di George Lucas. La sua critica al regista si è tuttavia interrotta subito: ripetendo ciò che aveva già spiegato a coloro che avrebbero voluto vederlo in People vs. George Lucas (un documentario del 2011 che esplorava il fanatismo dei fan verso la saga), Hamill si è dimostrato molto leale verso l’uomo che ha lanciato la sua immagine in Guerre Stellari, affermando con chiare parole che al di fuori della sua famiglia non avrebbe mai discusso i suoi dissensi con Lucas.
Riflettendo un po’ sulla questione potremmo dire che la trilogia prequel abbia rappresentato ciò che gli occhi di Lucas vedevano durante le riprese dell’originale Star Wars. L’uso massivo di CGI e i lunghi e coreografati combattimenti con la spada laser sarebbero stati presenti anche nei primi tre film, se soltanto la tecnologia di allora lo avesse permesso. Il merito principale di Episodio I, II e III è stato quello di averci fatto ben comprendere cosa fossero i Jedi, quali fossero i veri rischi e pericoli del Lato Oscuro e di come fosse facile incorrerci pur cercando di fare la cosa giusta. Abbiamo visto veri maestri, esperti guerrieri e soprattutto Yoda battersi in prima persona contro i Sith, un nemico che nella trilogia originale non veniva mai menzionato. Abbiamo visto la luce trasformarsi lentamente in oscurità seguendo i passi di Anakin e di Palpatine, entrambi passati da eroi del primo episodio a carnefici del terzo.
Escludendo le incongruenze di trama e di background, presenti in tutti e sette gli episodi, invito chiunque a riguardare con occhio critico Una Nuova Speranza, L’Impero colpisce ancora e Il Ritorno dello Jedi. L’amore per la saga non ci può rendere ciechi di fronte agli evidenti difetti che essa porta con sé: questo non significa odiarla o rinnegare ciò che ci appassiona, ma semplicemente ammettere che alla trilogia originale si passino un po’ troppi errori facilmente evitabili (la fantomatica preparazione di Luke tra Episodio V e il VI che avviene per magia o il sacrificio senza senso di Obi-Wan, giusto per citarne un paio).
Tra l’altro Hamill, vista questa insoddisfazione espressa da alcuni fan rispetto alla trilogia prequel, temeva che in caso di malriuscita dell’Episodio VII sarebbero stati lui e la sua recitazione a essere criticati. Da quanto dichiarato, la sua preoccupazione lo avrebbe addirittura portato a rinunciare alla partecipazione del film, se soltanto Harrison Ford e Carrie Fisher non avessero già accettato prima di lui. Alla fine ha affrontato le sue paure ed è tornato a vestire i panni del maestro Jedi. Fortunatamente per lui, le critiche rivolte a Il Risveglio della Forza non riguardano la sua interpretazione (e in effetti, per il poco tempo che è stato presente in scena, sarebbe stato assurdo il contrario).
Sperando che le prossime scelte lavorative di Hamill non siano dettate dal timore ma da un semplice amore verso la saga e il proprio lavoro, gli auguro un grandissimo che la Forza sia con te per l’episodio VIII.
–Simone Maccapani–
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