Vi siete mai chiesi quanti Stormtroopers ci vogliano per cambiare una lampadina sulla Morte Nera? No, sul serio, non è una barzelletta. Noi badiamo solo a spade laser e blaster, ma ci sarà pur stato qualcuno che aveva il compito di occuparsi della manutenzione della stazione da battaglia dell’Impero Galattico. È vero, forse c’erano dei droidi deputati a farlo, fatto sta che qualcuno questa domanda se l’è fatta sul serio, e la risposta che ne è venuta fuori è del tipo: «Signor Darth Vader? Salve, è arrivata la sua bolletta. Forse le conviene sedersi un attimo…».
Stando alla storia, quella che Han Solo credeva una piccola luna ormai è solo un lontano ricordo andato in miliardi di pezzetti. Ma quel ricordo sta per tornare a essere realtà sul grande schermo, perché giovedì 15 dicembre “Rogue One: A Star Wars Story” arriverà nei nostri cinema, e la vera protagonista della pellicola sarà proprio lei, la Morte Nera.
Lo sanno bene alcuni simpaticoni della Ovo Energy, una compagnia di servizi elettrici inglese, i quali hanno tirato fuori il nerd che è in loro e hanno provato a calcolare quanto sarebbe costato al Generale Tarkin mantenere operativa la sua arma di distruzione di massa. Per ogni singolo giorno.
Grazie alla collaborazione con lo scienziato Stephen Skolnick e il professore universitario Alexander Barnett, i risultati dei calcoli riassunti in questa interessante infografica sono incredibilmente dettagliati e soprattutto scientificamente spiegati. Perché oltre a usare e ricaricare il laser distruggi-pianeti e fare il salto nell’iperspazio, ci sono alcuni dettagli di natura pratica che normalmente noi spettatori non consideriamo. Per esempio, la mensa per il personale, il bucato, la spazzatura o la corrente elettrica (del wi-fi non c’è bisogno, tra ologrammi e tremiti nella Forza).
La stazione dell’Impero ha un diametro di 120km (quello di un piccolo satellite di Giove) e una popolazione di circa 2 milioni di individui (poco meno degli abitanti di Roma). Eppure è stata in grado di disintegrare Alderaan, un pianeta simile in tutto e per tutto alla Terra, sia per dimensioni che per caratteristiche astrofisiche e ambientali. E non dimentichiamoci che può muoversi alla velocità della luce, come il Millennium Falcon! Già solamente queste due cose vanno oltre la nostra comprensione, tanto che faticheremmo anche solo a pensare di dare loro un costo in denaro. Se aggiungiamo le mutande da lavare e le tazze di tisana per tutta la crew, beh, non immaginereste nemmeno che numero possa saltare fuori. Mica ci aspettavamo che l’Impero avesse a cuore il risparmio energetico e l’ecosostenibilità della Galassia, vero?
6.2 ottilioni di sterline, una cifra a 27 zeri. Ovvero 30 trilioni di volte tutti i soldi stimati sulla Terra, cioè 200 trilioni di sterline. Boh, non so nemmeno se quello che ho scritto ha un senso! Parliamo di una cifra che appare ridicola tanto sia incomprensibile, ma non per la scienza. I grandi numeri esistono e possono dimostrare la distruzione di Alderaan e giustificare le 191.547.745.149 lampadine che servono per illuminare i corridoi della Morte Nera.
Di certo qualcuno di voi si starà chiedendo se questi tizi avevano altro di meglio da fare. Io invece ho pensato «ma che figata!», finalmente un contributo scientifico degno di nota dopo il Bluetooth. Scherzi a parte, questi geni meritano tutto il nostro rispetto di fan e vi dico perché: di fronte all’evidente inverosimiglianza degli eventi narrati in Star Wars, eventi sui quali però nessun appassionato si fa domande (si chiama patto narrativo), questi scienziati non hanno sprecato tempo a spiegarci quanto siamo patetici, ma invece l’hanno usato per ricordarci quanto sono grandi e veri i nostri sogni. E lo sono molto più che un 10 elevato alla 27.
–Michele Martinelli–