Ronja, The Robber’s Daughter è una serie animata firmata Studio Ghibli, di cui Amazon ha acquistato i diritti così da occuparsi della distribuzione negli Stati Uniti, prevista per questo autunno.
La storia parla di Ronja, una ragazzina figlia di un brigante che vive in un castello all’interno di una foresta incantata, assieme alla famiglia e ai compagni malviventi del padre. La foresta cela numerose sorprese, e porta la giovane a vivere fantastiche avventure e a conoscere Birk, figlio del nemico giurato di suo padre. Tra i due si instaurerà un legame profondo che li convincerà a fuggire di casa per non sottostare alla faida tra le due bande.
Il soggetto ha origine dal libro per ragazzi della svedese Astrid Lindgren (l’autrice di Pippi Calzelunghe), che nel 1981 pubblica per la prima volta questo romanzo, in seguito trasposto numerose volte. Nel 1984 diventa infatti un film dal titolo Ronja Rövardotter, vincitore dell’orso d’argento al Festival Internazionale del cinema di Berlino; nel 1994 e poi ancora nel 2004 viene portato a teatro con un musical e un adattamento; infine nel 2014 sbarca sul network giapponese NHK con una serie animata in CGI prodotta da Dwango, NHK Enterprises, Polygon Pictures e Studio Ghibli.
È Goro Miyazaki, figlio del maestro Hayao, a dirigere i 26 episodi, che finalmente saranno comprensibili in Occidente anche senza l’ausilio di sottotitoli (almeno per chi se la cava con l’inglese!). Tra l’altro per la voce narrante è stata scelta Gillian Anderson (Dana Scully di X-Files), che nel ’97 aveva già prestato la voce a Moro, la dea lupa e madre adottiva di San in “Principessa Mononoke”.
Diciamo che se Studio Ghibli ci ha messo le mani sopra, possiamo essere abbastanza sicuri di avere a che fare con un prodotto di qualità: del resto la storia sembra di per sé una lunga promessa di emozioni sul piccolo schermo.
Il progetto va tenuto in considerazione anche per lo stile dell’animazione, che si discosta da quello classico cinematografico a cui siamo stati abituati, adottando una via di mezzo tra 2D e 3D, con una tecnica che qualcuno avrà già visto nelle sequenze animate del videogioco Ni No Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea, la quale direzione artistica era stata affidata proprio allo Studio Ghibli.
A questo punto non possiamo che sperare di vedere presto l’opera doppiata anche in italiano, mentre ci immaginiamo un Hayao sorridente quando seppe che l’autrice svedese aveva ceduto: anni fa, infatti, il regista aveva cercato di convincerla a vendere i diritti di Pippi Calzelunghe, senza mai riuscirci. Una piccola vittoria!
–Andrea Carbone–