Mancano pochi giorni all’uscita di Star Trek: Beyond, il nuovo film prodotto da J.J Abrams e diretto da Justin Lin, ma in rete già sta facendo parlare molto di sé. Dopo una breve clip che mostrava uno scambio di battute simpatiche tra Spock (Zachary Quinto) e McCoy (Karl Urban), e che aveva fatto storcere il naso ai puristi della saga (come non dargli torto), ecco arrivare la notizia che il timoniere Hikaru Sulu (John Cho) sarà gay.
I fan storici saranno rimasti letteralmente sbigottiti da una simile novità, e se lo scopo di questa scelta era di “far parlare del nuovo film di Star Trek”, allora direi proprio che la missione è stata un successo: non solo, infatti, si sono detti contrariati i più intransigenti cultori della saga, ma anche lo storico interprete del timoniere Sulu, George Takei, gay nella realtà dopo il coming out fatto a 68 anni nel 2005, ha espresso il suo disappunto, affermando che, nonostante la felicità per l’entrata di un comprimario omosessuale nella serie, trova insensato cambiare in maniera così radicale lo spirito di un personaggio già esistente, che per giunta, per scelta dello stesso creatore Gene Roddenberry, era sempre stato eterosessuale. Secondo Takei sarebbe stato meglio inserire direttamente un nuovo membro gay nell’equipaggio dell’Enterprise, senza invece fare la scelta infelice di cambiarne la natura di uno già così radicato nell’immaginario dei fan.
La risposta non è tardata ad arrivare, e proprio lo sceneggiatore Simon Pegg si è rivolto a Takei giustificando così la sua scelta: “Ha ragione, è infelice, è infelice il fatto che il più inclusivo e tollerante universo della fantascienza cine-televisiva non abbia mai avuto un personaggio LGBT fino a oggi”. Quella di Simon Pegg non è stata l’unica replica a Takei. Zachary Quinto, nuovo interprete di Spock e anch’egli dichiaratamente omosessuale, ha affermato di sentirsi deluso, in quanto membro della comunità LGBT, dalla mancata approvazione del suo collega: “Capisco che sia molto legato a questo personaggio e abbia con lui un rapporto molto personale, ma sin dal 2009 abbiamo stabilito, con il primo nuovo Star Trek, che questo è un universo alternativo rispetto alla serie originale. La mia speranza è che George cambi idea dopo che avrà visto la risposta enormemente positiva, in particolare da parte dei giovani, che verranno rincuorati e ispirati dalla splendida e raffinata raffigurazione di qualcosa che penso ormai venga accettata sempre di più nelle società di tutto il mondo, come è giusto che sia”.
Insomma, pare che in questa battaglia il povero George Takei, che per anni e anni ha dato il volto al timoniere Sulu, si trovi realmente solo. Non bisogna dimenticare che la serie di Star Trek, da sempre, non è mai stata solo fantascienza: ha guardato avanti, prendendosi carico di storiche battaglie sociali. Sfidando i tempi, la serie di Roddenberry ha confidato nel pubblico mostrandogli il primo bacio interrazziale tra il comandante Kirk (William Shatner) e Uhura (Nichelle Nichols), inserendo in un telefilm americano il personaggio russo di Chekov (Walter Koenig), scelta scomoda visto il debutto della serie classica al culmine della Guerra Fredda. Che questa trilogia di Star Trek faccia parte di un universo alternativo o meno, che la preferenza sessuale del Sulu originario della serie possa essere rimasta segreta per anni (come accadde per il suo stesso interprete), o che sia un facile modo per “far parlare di sé” e indurre le persone ad andare a vedere il film, non importa: manca davvero poco all’uscita della pellicola in Italia, nelle sale il prossimo 21 luglio, e non ci resta che aspettare sperando che azione e spettacolarità non abbiano preso il posto di quello che è sempre stato lo spirito del franchise, come è successo con i capitoli precedenti. Ecco, questo sarebbe infelice.
– Davide Carnevale –