Il 13 maggio scorso è stato pubblicato in Italia Spada di Vetro, nuovo atteso capitolo della saga Regina Rossa, nata dalla penna della giovanissima Victoria Aveyard. Edito da Mondadori nella collana Chrysalide, il libro, che vede sempre come protagonista Mare Barrow, la piccola sparafulmini dai poteri eccezionali, mantiene uno stile semplice e accattivante nelle copertine fotografiche e dai colori tenui spezzati dal rosso sangue, che ben si sposano con i contenuti del romanzo.
Ho letto di recente il primo volume con grande interesse, e sin dalla fine di quella lettura ero impaziente di tuffarmi in questa continuazione per capire come l’autrice avrebbe poi sviluppato la storia e soprattutto i personaggi. Il volume è strutturato in modo molto diverso rispetto al primo: se in Regina Rossa si privilegiava una scrittura fluida e molto lineare, in Spada di Vetro l’attenzione viene assorbita quasi completamente dalla caratterizzazione dei personaggi. Il primo libro ha messo in moto la storia e ci ha presentato i vari protagonisti, e questo secondo capitolo ha il difficile compito di creare delle fondamenta solide sulle quali posare le basi di una intera serie: questo significa rallentare considerevolmente lo svilupparsi della storia e smorzare quasi forzatamente la velocità con il quale sarebbe normalmente progredita, ma se da una parte questo processo ha reso la lettura più lenta, dall’altra ci ha consentito di inquadrare alla perfezione i comprimari, comprendendone la natura, il carattere e i comportamenti.
«Devo crederci io per tutti loro. Devo tornare a indossare la maschera ed essere la sparafulmini di cui hanno bisogno. Mare può aspettare.… »
Mare, solitaria, orgogliosa, coraggiosa e sprezzante del pericolo è pronta a tutto per salvare i Rossi come lei dalla furia omicida di Maven, anche se questo dovesse significare ributtarsi nella mischia rischiando la sua vita e quella di tutti coloro che la seguono in questa missione. Tormentata dagli incubi, tramortita dal rimorso che non le dà tregua, ogni suo giorno è come una prigione, una tortura: chi sarà il prossimo a tradirla, ad annientare ciò che resta del suo cuore così duramente messo alla prova?
Personalmente sono riuscita a innamorarmi abbastanza velocemente del personaggio di Mare. Con lei ho sognato, ho pianto, sono divenuta partecipe di ogni sua sensazione e pensiero. La sua crescita all’interno dei due romanzi è evidente: se nel precedente (e anche nella prima parte di questo), la ragazza tende a concedere la sua fiducia un po’ troppo facilmente, man mano che il suo viaggio va avanti la vediamo imparare a fare maggiormente affidamento su se stessa, a distinguere il bene e il male e, soprattutto, ad acquisire la consapevolezza del suo ruolo e delle sue capacità.
Mare è un personaggio davvero complesso, e Spada di Vetro ci mostra le sfaccettature di una persona, di una ragazzina (ma che tale non lo è mai stata), alle prese con eventi molto più grandi di lei che la portano a fare scelte e a compiere azioni che altrimenti non avrebbe mai fatto. Adoro questa tipologia di libri: mi piace quando all’azione vengono affiancate scene di profonda analisi dei personaggi, mi piace capirli e comprenderli, e i tormenti di Mare sono un’ottima base di partenza per lo sviluppo di temi importanti e di spessore. L’intero romanzo, un fantasy con varie sfumature che vanno dalla distopia vera e propria a un comune paranormal, fa vagare la trama sul sottile confine che separa il bene dal male, quindi diventa ancora più complessa la struttura psicologica che viene affidata alla costruzione dei personaggi.
«Centinaia di nomi, centinaia di rossi dotati di varie abilità. Più potenti, più veloci, migliori di loro e con il sangue rosso come l’alba.» Trattengo il respiro, quasi sapessi di essere sull’orlo di un nuovo futuro. «Maven cercherà di ucciderli, ma se noi li trovassimo prima di lui, potrebbero diventare…» «Il più grande esercito mai visto.» Farley si incanta al solo pensiero. «Un esercito di novisangue.»
Dei personaggi secondari non posso far a meno di parlare di Cal, un individuo dai grandi valori morali, un personaggio onesto, gentile, coraggioso e orgoglioso, ma pronto a scusarsi e pentirsi all’occasione, accettando anche la sconfitta. Un personaggio, insomma, che è impossibile non apprezzare e non amare, non perché perfetto, ma proprio perché non nasconde le sue imperfezioni.
«Nessuno nasce malvagio, così come nessuno nasce solo. Lo si diventa per via di scelte e circostanze. Non puoi controllare le circostanze, ma le scelte…»
Maven, invece, è il personaggio che più mi ha fatta penare, principalmente perché per più di metà libro non sapevo come inquadrarlo: è davvero il ragazzo terribile e senza pietà che si è dimostrato in Regina Rossa? Per quanto io ami il cattivo della storia, per me le azioni di Maven sono inqualificabili e prive di un qualsiasi perdono accettabile. In Spada di Vetro si conferma crudele e spietato, e spero vivamente che la serie di eventi che si susseguono possano bastare a far cambiare idea a quanti hanno creduto in una sua possibile redenzione.
«È difficile dimenticare com’era. Anzi. Come faceva finta di essere. Un ragazzo gentile e abbandonato a se stesso. L’ombra della fiamma. »
In definitiva: Spada di Vetro offre una scrittura accattivante ed entusiasmante, anche se il soggetto ha fatto sì che mancasse quel pizzico di unicità che ha portato me e altri lettori a divorare rapidamente il primo libro. Ho trovato la narrazione semplice e giovanile, anche se i vari capitoli a volte sembravano sconnessi troppo tra loro: la scena viene completamente spezzata da un capitolo all’altro, tagliando di netto la continuità del discorso, una scelta molto destabilizzante soprattutto se si considera che il discorso è retto dalla protagonista.
La mia opinione è che questo romanzo sia un ponte di congiunzione tra il primo e il terzo capitolo della saga. A tratti lo si potrebbe persino definire noioso e troppo statico per quanto riguarda il progredire della trama, ma del resto siamo ancora all’inizio, e sono certa che gli appassionati di questa saga stiano già fremendo nell’attesa di scoprire come continuerà la storia.
Voi l’avete letto? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere!
– Ilaria Marino –
“Spada di Vetro” di V. Aveyard – Recensione
Ilaria Marino
- Si percepisce la crescita dei personaggi;
- La scrittura è accattivante;
- C'è azione e nello stesso tempo uno studio introspettivo di ogni personaggio;
- Ritmo lento della narrazione;
- Troppi personaggi secondari;
- A volte i capitoli sono sconnessi tra loro ed è difficile trovare un filo conduttore;