La casa editrice Kleiner Flug ha da poco pubblicato un adattamento a fumetti del celebre balletto “Il Lago dei Cigni”, musicato dal compositore russo Pyotr Ilyich Tchaikovsky. Un volume brossurato di 64 pagine a colori, che fa parte della collana “Teatro fra le nuvole”, sceneggiato da Andrea Meucci e disegnato da Elena Triolo.
Il primo dei tre balletti di Tchaikovsky fu scritto tra il 1875 e il 1876 e debuttò in scena l’anno successivo al teatro Bolshoi di Mosca. La storia originale, basata su un’antica fiaba tedesca, narra dell’incontro tra il principe Siegfried e Odette, la Regina dei cigni, e della nascita del loro amore che viene ostacolato dal malvagio Rothbart. Il mago inganna il principe inducendo quest’ultimo a innamorarsi di sua figlia Odile (il cigno nero). Resosi conto dell’inganno, l’uomo disperato cerca di salvare la fanciulla, ma una tempesta si abbatte sul lago e le sue acque inghiottono i due amanti. Le anime si ricongiungono in un’apoteosi celeste dove restano insieme per l’eternità.
Abbiamo assistito a diverse rappresentazioni dell’opera: l’ultimo adattamento, e anche uno dei più famosi e acclamati, è certamente “Il cigno nero” di Darren Aronofsky (2010), film interpretato da Natalie Portman e Mila Kunis.
“C’era una volta, non molto tempo fa…”
La storia, riscritta da Andrea Meucci (autore del volume Renato Serra, sempre per Kleiner Flug) e disegnata da Elena Triolo (Carote e Cannella, Pop Porno) racconta di Sigfried e del suo grande amore, proponendo un adattamento del testo in chiave moderna. Qui l’uomo non è il classico principe azzurro in calzamaglia, ma un ragazzo viziato e scansafatiche con un vocabolario discutibile, in linea con lo stereotipo dei giovani d’oggi.
“Io ho fatto il conservatorio e studiavo danza classica. Poi sai come va la vita… contrattempi, incidenti magici di percorso…”
Nel fumetto, la storia inizia dagli allegri festeggiamenti per il compleanno del principe che, tra dolci donzelle poco vestite e fontane di gamberetti e aragoste, decide di concludere la serata rilassandosi con una bella battuta di caccia insieme agli amici. Questa battuta lo porta a raggiungere un lago dove nuotano dei cigni, che in realtà sono delle bellissime fanciulle nude vittime di un sortilegio del malvagio Rothbart, che consente loro di riassumere la forma umana solo durante la notte.
Proprio mentre i cacciatori si apprestano a colpire gli animali, questi riprendono le loro sembianze. La bella Odette, una ragazza annoiata e con una parlantina non indifferente, spiega senza tanti fronzoli a Sigfried l’incantesimo che le imprigiona.
“Hai capito? Secondo lui è ovvio che io debba cucinare. E scommetto anche lavare, pulire, stirare, cambiargli il pannolino… Sai cosa? Esco a farmi due planate.”
Sigfried invita così Odette a trascorrere il resto della notte insieme ma, il mattino dopo, trova ad attenderlo uno scontrosissimo cigno in grado di parlare e assolutamente non in grado di farsi da parte neanche davanti alla madre dell’uomo che, ovviamente, non si accorge di nulla (come se le piume nel letto fossero qualcosa di assolutamente comune), tranne che di un volatile che gira indisturbato per casa. A parte qualche piccola incomprensione, delle riunioni femministe tenute con “le migliori amiche di Odette” (anch’esse maledette), un dolce e delicato cigno/ballerina che si sistema praticamente nella casa sul lago insieme al principe, Sigfried si innamora della ragazza dagli occhi dorati e le chiede di raggiungerlo la sera successiva, al ballo che si terrà al castello, evento durante il quale l’uomo dovrà scegliere la sua sposa. Ma Rothbart imprigiona le donne cigno e fa assumere a sua figlia Odile le sembianze di Odette, in modo da poterla fare divenire regina.
“Sì. Ma prima mi facevi sentire il maschio meno evoluto del pianeta e improvvisamente è come se tu fossi diventata la donna dei miei sogni: ti va bene tutto quello che faccio, sei schiva, servizievole… e sembra… che reciti tutto il tempo!”
Odile riesce a conquistare il cuore del principe proprio come nella trama originale, solo che ad insospettire l’uomo è l’atteggiamento da brava donna di casa che poco si addice al carattere frizzante di Odette. Alla fine Sigfried si rende conto che la donna che ha sposato non è la sua amata, ma la storia si conclude con una piccola sorpresa che non vi svelerò.
A mio parere la trama poteva essere sviluppata in modi migliori, magari inserendo qualche episodio in più per permettere al lettore di conoscere meglio il carattere e i comportamenti dei protagonisti, potendosi così immedesimare di conseguenza. Ho invece apprezzato particolarmente i disegni, col lo stile semplice e immediato e i colori netti, senza fronzoli. Quando si parla de “Il Lago dei Cigni” ci si aspetta una classica storia romantica: al contrario, in questo fumetto ho visto ben poco romanticismo. Curando maggiormente la sceneggiatura, l’albo avrebbe potuto trasformarsi in una piccola chicca da tenere in libreria. Se comunque la storia vi ha incuriositi e volete conoscere il finale delle avventure di Sigfried e Odette, vi consiglio di acquistare “Il Lago dei Cigni”, e mi raccomando, non dimenticate di inviarci i vostri pareri. Il vostro Cigno Nero vi saluta e vi augura buona lettura.
Ah, se volete leggere un’anteprima del fumetto,cliccate qui!
– Ilaria Marino –
“Il Lago dei Cigni”: la recensione del fumetto
Ilaria Marino
- Ambientazione contemporanea;
- Illustrazioni semplici e lineari;
- Finale inaspettato;
- Trama poco sviluppata;
- Mancanza di dettagli;
- Poco romanticismo;
- Ritmo troppo sostenuto della narrazione;