È l’assioma del ventunesimo secolo: tutto è misurabile. Scientificamente. Niente può sottrarsi a complesse e indecifrabili analisi dei dati. Nemmeno Game of Thrones. La sesta stagione è appena iniziata tra frementi attese, vibranti polemiche e dubbi che necessitano di una risposta. Ma si sa, tra le altre cose, è proprio questo stile fatto di suspense e misteri ad aver reso grande la saga fantasy nata dalla penna di George Martin e finita sugli schermi televisivi grazie alla HBO. Di sicuro c’è solo la morte, si suol dire, e mai affermazione fu più calzante per descrivere questa attesissima nuova stagione. Un gruppo di studenti della Technical University di Monaco di Baviera si è preso la briga di cercare un modo per sedare gli isterismi di massa e calcolare le probabilità di morte di ciascun personaggio nel corso serie. Cosa che, qualora risultasse affidabile, sarebbe peggio di qualsiasi spoiler. Hype addio!
Scherzi a parte, oltre che essere stato molto divertente per i ricercatori tedeschi, A Song of Ice and Data – questo il nome del progetto – si basa su precisi sistemi di calcolo e analizza tutti i dati reperibili online riguardanti sia la saga letteraria che quella televisiva, aggiornando i risultati di continuo e includendo nella ricerca pure i cosiddetti sentiments sui principali social network. Un algoritmo super efficiente, insomma, che è in grado di catalogare ogni personaggio e misurarne con attendibilità le speranze di vita, tenendo conto di venti diverse caratteristiche, tra cui età, titolo nobiliare, genere, popolarità e altri morti.
Ecco qualche dato. Al momento le probabilità di morte sono del 33% per gli uomini e del 23% per le donne. Chi morirà per primo, dunque? Il sistema riserva una morte inesorabile per Tommen Baratheon e il suo amorevole zio Stannis, con percentuali del 97 e 96 per cento. Diciamo che, Stark a parte, nemmeno la stirpe del cervo se la passa poi tanto bene. Ok, è vero, l’attuale giovane Re seduto sul Trono di Spade tecnicamente non è un Baratheon. Quello che stupisce è vedere in terza posizione uno dei personaggi più amati della saga assieme a Tyrion (70% al momento, ma siamo sicuri che la percentuale calerà) e a Jon, cioè la Regina degli Andali e dei Primi Uomini, Khaleesi del Grande Mare d’Erba, signora dei Sette Regni, protettrice del Regno, principessa di Roccia del Drago, “la Non-bruciata”, “Madre dei Draghi”, regina di Meereen, “Distruttrice di catene”. Per gli amici, Daenerys.
Ma siamo sicuri? Chi se ne frega se i calcoli dicono che Jorah Mormont sopravvivrà a Daario Naharis, se Davos e Petyr Baelish sono anch’essi condannati a morire nel vicinissimo futuro (diciamo qualche puntata). Noi vogliamo Dany sul trono e Jon redivivo! A proposito del 998esimo Lord Comandante dei Guardiani della Notte, che dice il sistema? Se le statistiche non mentono, la sua presunta morte è stato davvero uno shock matematico. Beh, non solo matematico. L’algoritmo dice, infatti, che il nostro eroe non può essere deceduto: l’11% di probabilità di morte non può essere ignorato, suvvia. Qualcosa dovrà pur succedere ora, sia nel destino di Jon, sia in quello della giovane Khaleesi, che in quello di Tyrion. Nessuno li vuole vedere morti. George Martin lo sa (chissà quando finirai sto benedetto “The Winds of Winter”), Benioff & Weiss (i due nuovi Stanlio & Ollio della tv che la stanno facendo fuori dal vaso) invece lo sanno?
Dio della Luce, noi ti preghiamo.
– Michele Martinelli –