Avete presente quella sensazione che vi colpisce alla conclusione di un qualcosa che vi ha lasciato un segno, che si tratti di un anime giapponese, di una serie tv, o anche solo di quel delizioso vassoio di dolci al cioccolato che avete acquistato in pasticceria? Ma sì, quel misto di emozioni a metà tra l’abbandono, la felicità, la tristezza e la nostalgia. Ebbene, io no. Perché, al termine di The Shannara Chronicles non ho provato niente di tutto ciò. L’unica cosa che ho fatto è stato un sano, naturale, primordiale sospiro: finalmente la sofferenza è finita.
DISCLAIMER: la recensione, per offrire una lettura completa e di qualità, conterrà inevitabilmente piccoli spoiler riguardanti trama e personaggi. Chiunque non abbia visto ancora l’episodio e non voglia rovinarsi la sua esperienza, è pregato di non proseguire, se non a suo rischio e pericolo.
LA FANTASIA FINALE
L’episodio dieci inizia con la grande rivelazione che il Fuoco di Sangue fa ad Amberle: il seme dell’Eterea, o Ellycris, è in realtà la principessa stessa. Un sacrificio vivente, in sostanza, destinato alla salvezza della sua specie. La ragazza si ricongiunge quindi con Wil e Eretria, ma non c’è tempo per spiegare: bisogna tornare ad Arbolorn. Ad inseguirli, però, ci sono un sacco di Troll, incazzati per chissà quale ragione… ed ecco che Eretria, colta da un raptus di comportamento tipico di un Legale Buono, si sacrifica, fa da esca e consente ai due di fuggire illesi. Wil e Amberle, però, scoprono che l’uscita della metropolitana brulica di demoni, quindi decidono di nascondersi in una grotta e, ovviamente, riescono anche a fare un po’ di sesso. Perché non c’è nulla di più emozionante che essere braccati da demoni e custodire la salvezza della propria razza mentre ci si abbandona ai piaceri della carne.
Intanto a palazzo Bradon si libera dalle segrete utilizzando Catania come ostaggio e riuscendo a farla sotto il naso a tutti, guardie comprese – in effetti abbiamo già constatato quanto la sicurezza qui faccia acqua da tutte le parti. I preparativi per l’imminente guerra intanto vanno avanti, con Ander sempre più determinato a tenere la linea contro legioni di demoni. Alla fine questi nemici arrivano, guidati da nientepopodimenoche il Dagda Mor in persona, malvagio più che mai: ed è subito combattimento. Essendo in minoranza numerica, si va di scontro frontale – più avventato dei Rohirrim, questo Ander.
Intanto Wil e Amberle, scortati da una truppa di Gnomi, giungono al santuario, dove trovano il cattivone principale ad attenderli, come da buona tradizione. Mentre Allanon lo tiene occupato, duellando a colpi di Expelliarmus e Avada Kevadra, i due giovani si dirigono all’albero sacro. Ma il druido in questa lotta è inspiegabilmente una pippa, e viene battuto. Ora tocca a Wil proteggere la sua bella e, devo dirlo, grazie alle pietre magiche ci riesce quasi, se non fosse che poi a concludere il lavoro ci pensa comunque Allanon (giusto per rimediare alla figura di merda di prima), decapitando il cattivone alle spalle. Amberle entra nel santuario e, finalmente, il regno è salvo: Allanon sapeva tutto, ma ha taciuto per il bene del mondo.
Passa il tempo: Wil riparte, dopo essersi ripreso dallo shock, per trovare Eretria, Ander si appresta a governare su un regno piegato e difficile da gestire, e Allanon è ancora alla ricerca di un erede. Nel frattanto, lontano, Bradon torna all’Henge del Dagda Mor, rinnovato da un nuovo, oscuro potere.
Le differenze tra serie televisiva e cartacea erano palesi già precedentemente e, ovviamente, anche il finale non poteva concludersi nella stessa maniera. Ancora una volta la recitazione si mantiene sufficiente senza particolari guizzi: Aaron Bakubenko si innalza a Re degli Elfi tenendo bene la sua parte, e Allanon perde un po’ della potenza che aveva immagazzinato in tutta la serie, facendosi battere dal Dagda Mor per, effettivamente, lasciare un po’ di spazio anche a Wil. Comunque, in dieci episodi, ancora non riesco a capire il perché Poppy Drayton abbia quell’espressione così stuccata. Ivana Baquero, pur comparendo poco, non permette nessuna critica.
Conclusa questa stagione, la prima cosa che mi viene da dire è: finalmente è finita. Sì, è terminato lo stupro legalizzato della trama di Shannara: possiamo salutare questo show-pagliacciata senza la minima profondità né senso del gusto, possiamo dire addio alle scene tagliate per non mostrare la scarsità di comparse, e ai colpi di scena prevedibilissimi. La serie ha avuto i suoi alti ed i suoi bassi ma, in definitiva, non ha mai fatto quel salto di qualità che rende gli show di questo tipo memorabili. Rimane e rimarrà una serie di contorno, da guardare senza troppo impegno mentre si attende l’uscita della nuova stagione di Game of Thrones o Doctor Who – e tutto ciò è triste. Il ciclo di Shannara, pur essendo liberamente ispirato a Il Signore degli Anelli, è una saga assai godibile: questa trasposizione, invece, non riesce ad offrire allo spettatore nulla che non abbia già fatto, ad esempio, La Spada della Verità, serie simile in quanto a profondità e caratterizzazione dei personaggi, ma molto più somigliante al relativo romanzo (già mediocre di suo). In sostanza, si poteva fare davvero molto, ma la produzione, forse anche per cercare di non discostarsi troppo dal pubblico medio di MTV, ha finito col creare un prodotto insipido e inadatto a tutte le tipologie di spettatore: meglio dimenticare tutto.
Voi che ne pensate? Qual’è il vostro giudizio finale sulla serie?
– Yari Montorsi –
Shannara Chronicles 1×10: recensione
Yari Montorsi
- Decente lo scontro tra Allanon ed il Dagda Mor;
- Si risolleva, infine, il personaggio di Bradon
- Buono anche Ander, nonostante il poco tempo dedicatogli;
- Poche comparse, anche per l'ultima puntata;
-Utilizzo fin troppo palese di Gren Screen;
- Trama aperta ad una possibile seconda stagione;