Se mi dovessero chiedere per quale motivo ho scelto, volontariamente, di recensire ben dieci (lunghissime) puntate di The Shannara Chronicles, direi che l’ho fatto perché, ai tempi, ero giovane, ingenuo e non sapevo a cosa andassi incontro. La serie, tutta, è un saliscendi che genera mal di mare, decisamente acerba e, nonostante abbia picchi di eccellenza e baratri di pura ignoranza, poteva essere realizzata con maggiore cura. L’ottava puntata, Utopia, si focalizza sulla nomade cercando, forse, di dare il colpo di reni necessario per tenere in piedi la baracca e, lo ammetto, un po’ ci riesce.
DISCLAIMER: la recensione, per offrire una lettura completa e di qualità, conterrà inevitabilmente piccoli spoiler riguardanti trama e personaggi. Chiunque non abbia visto ancora l’episodio e non voglia rovinarsi la sua esperienza, è pregato di non proseguire, se non a suo rischio e pericolo.
THE HATEFUL THREE
L’episodio si apre direttamente con il tentativo (vano) di ritrovare Eretria da parte dei due sopravvissuti (Wil e Amberle), sforzo che si conclude velocemente per fare spazio a del sano, amatissimo, petting teen. Potevano i produttori regalarci, però, un po’ di gioia? NO.
Ed ecco, quindi, che allarmati da rumori sospetti, i due scoprono, con nostra enorme sorpresa, Cephelo bloccato in una gabbia dei Troll. La zona sembra difatti piena di queste creature, e lo svelto nomade si è fatto beccare proprio come un salame (ed era più furbo di un’intera guarnigione di elfi, eh!). I due decidono di liberarlo a patto che li aiuti a trovare Eretria, incredibilmente senza alcuna remora nel fidarsi di qualcuno che li ha rapiti, li ha abbandonati morenti in mezzo ad un branco di meta lupi e, infine, li ha lasciati cadere con un demone alle spalle giù da un dirupo. Ma non fermiamoci a queste sottigliezze, e andiamo avanti.
La nostra Eretria si risveglia all’interno di Utopia, luogo alquanto carino, simpatico, felice e vivace, dove tutti vanno in chiesa, si vogliono bene e mangiano torte di mele. Il capo della città, un giovane molto attraente di nome Tai (come quello dei Digimon, evvai!) le suggerisce di rimanere nella comunità e lei, abbindolata da tutta quella felicità, si lascia coinvolgere. Tutti personaggi perspicaci qua, eh? Wil, Amberle e Cephelo arrivano al villaggio di Utopia proprio mentre si sta celebrando una festa e quest’ultimo, avendo svolto la sua missione, se ne va per la sua strada (rubando, ovviamente, le pietre magiche di Wil, e sostituendole con tre dadi da gioco). I due giovani si intrufolano alla festa e trovano un’Eretria restia ad andarsene, ma non fanno in tempo a decidere come gestire la situazione che vengono “scoperti” e finiscono legati ad un palo, assieme a Cephelo (catturato di nuovo): dovranno essere sacrificati ai Troll per mantenere il villaggio di Utopia in pace. Fortunatamente Eretria arriva e salva tutti. Anche la gente di Utopia arriva, allertata dal baccano, ne segue uno scontro a fuoco e Cephelo, per permettere a tutti di salvarsi, si immola a bersaglio statico, morendo in maniera teatralmente orribile.
A corte, intanto, comincia l’addestramento di Bradon come druido, mentre Ander inizia la sua scalata come re con uno dei discorsi più fiacchi di sempre. Peccato.
Non esiste un corrispettivo di Utopia nei libri, pur consultando tutti quelli scritti da Terry Brooks dopo l’Armageddon: gli sceneggiatori se lo sono inventati di sana pianta, forse proprio per arricchire l’unico personaggio ben realizzato della serie (a parte Allanon). Nonostante ciò, in questo caso mi è sembrata palese l’ispirazione a prodotti come The Village o Silent Hill (per le armature messe all’esterno).
C’è poco da dire sugli attori visto e considerato che è Ivana Baquero a reggere il tutto, mentre Austin Butler e Poppy Drayton fanno da contorno. Paradossalmente, però, tutto ciò sembra essere giusto: la Nomade riesce nella parte della pecora nera alla quale è sempre stato negato tutto e che ora, finalmente, vuole godersi un po’ di tranquillità. Il suo personaggio, con questo episodio, raggiunge un buon approfondimento che negli altri due, pur essendo protagonisti principali più solidi, ancora non si percepisce – è un bel traguardo o, se vogliamo, una bella macchia sulla fedina degli sceneggiatori. Cephelo, ex Ajax dei “The Warriors”, riesce a rovinare il tutto con una morte degna del più becero attore principiante di teatro, stravolgendo completamente il suo personaggio e regalandoci un acuto bipolarismo.
Questo ottavo episodio, comunque, riesce a mettere in luce uno degli aspetti più valorizzati nella serie televisiva e più trascurati, se vogliamo dire così, nei libri, il trovarsi in un mondo futuro che ha resistito all’Armageddon. Se nel romanzo, infatti, si intuisce solo vagamente di trovarsi in una San Francisco post-apocalittica, nello show sono palesi i riferimenti alla “vecchia” cultura: videoproiettori sopravvissuti al nucleare, armi da fuoco, e perfino vecchie sfere da discoteca rendono il tutto più vicino a noi e, al contempo, più lontano. E lasciatemelo dire, mi sono sentito molto più di quanto pensassi all’interno del videogioco Fallout: la civiltà di Utopia è, difatti, utopistica nel suo voler rimanere nel passato pur trovandosi in un pericoloso presente. Potrei lasciarmi andare in pipponi mega filosofici su quanto questo futuro rappresenti un po’ il nostro modo di vivere ma, dato che mi sono già sorbito otto puntate di Shannara, lascio stare.
I difetti della serie, però, permangono: Utopia si svuota letteralmente durante la festa, facendoci capire che in realtà non è una vera e propria città, bensì un insediamento di cinquanta persone. Sono abbastanza sicuro che se qualche spettatore si mettesse a cercare approfonditamente, potrebbe trovare tra i cittadini di Utopia anche i volti degli elfi esploratori. Stesso discorso vale per le scene, sempre girate, almeno ad Arbolorn, nei soliti due-tre posti. Peccato, considerato che le location sarebbero potute essere molteplici, e la città sarebbe potuta essere rappresentata come qualcosa di più di un palazzo. Di Perk, purtroppo, nessuna traccia: è ancora presto per dire di aver perso un personaggio secondario ma, viste le lacune nel copione, non mi stupirebbe affatto.
E voi che cosa ne pensate, isolani? Scrivetecelo qua sotto!
– Yari Montorsi –
Shannara Chronicles 1×08: recensione
Yari Montorsi
- Finalmente abbiamo il quadro completo dell'unico personaggio decente della serie, ovvero Eretria;
- Punto a favore per l'utilizzo intelligente dell'ambientazione;
- Il personaggio di Tai è interessante;
- Ancora poche comparse, ed i personaggi di Wil e Amberle rimangono senza sapore;
- Troppo poco approfondimento tra Bradon e Allanon: solo io sento puzza di Anakin Skywalker?
- Discorso di Ander scialbo;