Plagio: è un dannatissimo cancro che colpisce silenzioso e fa strage più di un incendio in un negozio di origami. È un fenomeno che ammazza le anime di tutti: voi comprate e vi sollazzate di un prodotto finto, venite ingannati e usati dalla più bassa e spregevole manovra commerciale che vuole solo rubarvi i soldi, senza lasciarvi nulla in cambio. Ebbene sì, oggi sono qui per parlarvi di quello che pare l’ennesimo caso di plagio nel mondo letterario.
THE MORTAL INSTRUMENTS… OF PLAGIARISM
Ad essere accusata di plagio è stata Cassandra Clare, l’autrice della famosa saga di “Shadowhunters” (conosciuto in patria come “The Mortal Instruments”). Sì, accusata di nuovo. La prima volta, infatti, risale al 2006, ma ve ne parlo dopo: facciamo prima chiarezza su quanto è accaduto in questi giorni. Il 5 febbraio scorso Sherrilyn Kenyon ha citato in tribunale Judith Rumelt (il vero nome di Cassandra Clare) con l’accusa di aver plagiato il suo libro “Dark Hunter”. La signora Kenyon ha le sue motivazioni, ovviamente, per lanciare questa pesantissima diffamazione contro un’autrice che è ormai divenuta famosa, grazie prima alla sua serie letteraria, poi al film e adesso alla serie tv (nonostante la qualità di quest’ultima sia piuttosto altalenante). La trama di “Dark Hunter” richiama similmente quella dell’opera della Clare, ed è incentrata su una squadra di guerrieri che ha il compito di proteggere gli esseri umani dalle minacce paranormali a loro invisibili. Questi cacciatori, che sono sulle tracce di ‘esseri oscuri’ (“dark” in inglese) o ‘ombre’, mantengono l’equilibrio tra il bene e il male, proteggendo gli umani dal rischio di distruzione e schiavitù. In entrambi i casi questi individui ricevono un manuale su come condurre le proprie missioni e come comportarsi nell’interagire con altre entità e specie dei propri mondi immaginari. Questo è quanto riportato fedelmente nell’accusa lanciata in tribunale: di fatto, le due trame si somigliano molto. Anche i nomi usati per i titoli dei cacciatori, “shadow” e “dark”, sono simili. E per aggiungere la ciliegina sulla torta, Cassandra Clare ha iniziato a scrivere i suoi libri nel 2004, “ispirata dalla vita di Manhattan”, mentre Sherrilyn Kenyon è dal 1998 che scrive i suoi. Ma questo non basta, giustamente, per gridare subito al plagio: ci vogliono prove, ci vogliono fatti, accertamenti che controllino quando, quanto, come e perché questi due libri possano essere entrati in contatto, con le relative autrici.
Il caso del 2006, invece, mostra una Cassandra Clare immersa in un’avvincente avventura che le dona il titolo di “Cassiegate” (che in realtà ha una valenza precisa in inglese, ma se l’avete pronunciata in italiano e le avete dato quella sfumatura di “cassiata”, vi fa acquistare tanti punti carisma e un compiacimento dalla sottoscritta). In poche parole fu accusata, da un certo “Avocado” (un fan sfegatato della serie di Harry Potter), di aver scopiazzato selvaggiamente i suoi testi da diverse fanfiction di altri autori scovate in rete. A quei tempi la serie di “Shadowhunters” non era ancora stata pubblicata, e nemmeno l’autrice era nota: infatti si faceva chiamare Cassandra Claire (con una “i” in più all’interno del cognome), e aveva scritto nel 2001 alcune fanfiction ispirate al mondo di Harry Potter, a cui diede il nome di “The Draco trilogy”. Questa trilogia era divisa in “Draco dormiens”, “Draco Sinister” e “Draco Veritas”, ed era consultabile su alcuni forum dei fan della Rowling e del suo maghetto con gli occhiali. Questo signor “Avocado”, tuttavia, ha documentato e fedelmente riportato come questi testi fossero davvero identici a quelli di altri autori che bazzicavano su quelle piattaforme, soprattutto come quelli della trilogia “The Hidden Terra” di Pamela Dean. Ecco uno dei pezzi incriminati:
Draco opened his eyes, or thought he did. He could not see anything with them, not blackness, not anything. Harry, he tried to say, but he had nothing to say it with – no throat, no voice. It was like dreaming, and knowing he was dreaming, but not being able to wake himself up. “Harry!” he called out, and this time he heard his own voice, and jumped.
Questo era un pezzo tratto dal testo di Cassandra Clare (o Claire?). Adesso leggete questo di Pamela Dean:
Ted opened his eyes, or thought he did. He could not see anything with them, not blackness, not anything. He did not seem to have eyes, or anything else. Randolph, he tried to say, but he had nothing to say it with. It was like dreaming, and knowing you were dreaming, and trying to wake up by remembering the bed, and the pillow, and the color of your pajama sleeve: it was like the time just before the trick worked and you woke up. “Randolph!” said Ted, and jumped. He had a voice, and ears to hear it, and a nervous system to make him jump when he was startled.
Se volete ulteriori informazioni su questo caso, cliccate qui.
Purtroppo di casi di presunto plagio nella letteratura ne è pieno il mondo: potrei parlarvi come una storia analoga si sia verificata per Twilight, accusato di plagio del libro “The Nocturne”, o di Hunger Games che avrebbe plagiato il manga Battle Royale, o ancora di 50 Sfumature di Grigio che avrebbe plagiato…di tutto e di più. In merito alle varie citazioni, al copia-incolla di testi di altri autori, e ai palesi riferimenti ad alcune serie tv come Buffy e alcune battute dei Monty Phyton, Cassandra Clare ha sempre dichiarato che si trattava di “citazioni da fan per omaggiare questi personaggi che ama”. Sarà così? L’unica a poter decretare una sentenza in merito è la Legge, dunque torneremo sicuramente sulla questione non appena avremo aggiornamenti.
– Elisa Erriu –