Quando si parla di Star Wars, su alcune cose siamo tutti concordi. Lasciando perdere per il momento la metà debole che amiamo odiare, ovvero gli Episodi I, II e (in alcuni casi) III, e soffermandoci unicamente sulla creazione originale di George Lucas, non ci sono argomentazioni: a vederli con occhio critico, forse “Una Nuova Speranza”, “L’Impero colpisce Ancora” e “Il Ritorno dello Jedi” sono un’accozzaglia di illogicità e buchi di trama, ma a chi importa? Quando si ama qualcosa, la si ama con e per i suoi difetti: e praticamente nessuna opera della storia della fantascienza è amata quanto Star Wars.
Comprensibilmente, una tale passione per maghi spaziali e genocidi planetari ha dato adito nel corso degli anni a un numero impressionante di spin-off e lavori derivati (come ci spiega Stefano). Considerando la mole di parole scritte riguardo all’Universo Espanso negli ultimi trent’anni e passa, narratici da Michele, non sorprenderà sapere che la qualità generale risulti piuttosto disomogenea. Ci sono idee buone (Yuuzhan Vong), idee meno buone (la resurrezione dell’Imperatore), idee stupide (quando Boba Fett cadde nella fossa del Sarlacc una seconda volta), adattamenti manga (con più sangue di quanto non ne raccolga l’AVIS in un mese), e abomini tanto stupidi che al loro confronto Jar Jar Binks sembra Hayden Christensen e Hayden Christensen pare un vero attore.
Ecco, è pensando a questi ultimi che dovremmo ringraziare la Disney per aver messo sullo stesso piano la Principessa Leila ed Elsa di Frozen, spazzando via l’intero Universo Espanso talmente in fretta che ci stiamo ancora domandando dove fosse il suo condotto di sfogo.
Come dimenticarsi, ad esempio, del più grande eroe dell’Episodio IV, il sempre compianto Skippy? Ma certo che vi ricordate di lui: solo, lo avete sempre chiamato “il robottino rosso che esplode dopo l’acquisto, e fa comprare R2 a zio Owen mettendo in moto l’intera trama”. Credo dovreste portargli più rispetto: il suo nome è Skippy. Ed è uno Jedi.
Se la cosa vi lascia perplessi, sappiate che Peter David gli dedica ben otto pagine di storia su “Star Wars Tales #1”, in cui lo si vede utilizzare la Forza per compiti fondamentali come portare da bere a Jabba, ricevere una visione sul destino a cui andrebbe incontro la galassia se Luke non entrasse in possesso di R2, e quindi sacrificarsi eroicamente per il bene superiore, non prima di aver controllato mentalmente C-3PO per fargli perorare l’acquisto dell’astrodroide.
Il non essere una creatura vivente (e chiamarsi Skippy) non sono però le cose peggiori successe al nostro ordine di maghi spaziali e rapitori di bambini di fiducia. In generale, l’Universo Espanso sembra provare un perverso piacere a insozzare la già dubbia reputazione dei Jedi. Nonostante quanto si dica espressamente nei film, infatti, è accertato nell’Universo Espanso che, oltre a Yoda e Ben Kenobi, numerosi altri Cavalieri siano sfuggiti alla purga dell’Ordine 66. In retrospettiva, ci si potrebbe chiedere perché gli autoproclamatisi protettori della pace non abbiano fatto alcunché mentre il loro ex-compagno di merenda Fener brutalizzava la Galassia con un esercito di nazisti spaziali.
Certo, in alcuni casi è discutibile quale apporto essi avrebbero potuto dare alla ribellione, come nell’esempio offertoci dal Maestro Ikrit, in parte per il fatto di non sembrare possedere un pollice opponibile con cui brandire una spada laser, e in parte per il fatto di essere l’esito di un qualche menage-a-trois anti-evoluzionista tra un coniglio, un gatto e uno scoiattolo.
La strana ossessione per gli animaletti pelosi chiaramente fuori posto sembra essere, però, un elemento piuttosto diffuso nella Galassia: nemmeno una vecchia canaglia come Han Solo ne è immune, almeno non nell’ottavo numero della serie a fumetti Star Wars targata Marvel quando, sorprendentemente, il più grande contrabbandiere di sempre decide essere una buona idea assoldare il personaggio di Jaxxon, un coniglio antropomorfo di colore verde alto un paio di metri e proveniente da Coachelle Prime.
Probabilmente si potrebbe riempire un sito a parte di ottime ragioni per cui un coniglione verde non sia qualcosa che dovrebbe esistere nell’universo di Star Wars, ma per amor di brevità vi espongo quella principale: si mormora che lo stesso George Lucas abbia reso manifesto il suo desiderio di non rivederlo mai più. E quando il papà di Jar Jar Binks ritiene che il tuo personaggio sia letteralmente troppo stupido per apparire in qualcosa con il suo nome sopra, beh, forse è il momento di cambiare mestiere.
Tutti questi personaggi, tuttavia, impallidiscono di fronte al risultato di Ziro the Hutt, lo zio di Jabba, che assurge alla vetta di praticamente tutte le classifiche dei peggiori personaggi di Star Wars di sempre ritrovabili in rete, non soltanto in virtù della sua idiozia (con tutto il rispetto che provo per gli Hutt, stiamo pur sempre parlando di un uomo-lumaca viola con una passione per i tatuaggi e i cappelli alla moda), ma anche per il riuscire a incarnare ogni singolo, offensivo stereotipo dell’universo conosciuto riguardo agli omosessuali. Come aggravante, abbiamo il fatto che Ziro non compare in un qualche semi-sconosciuto libretto, ma prima nel film di “Clone Wars” (che, nonostante tutto, riesce a essere comunque migliore della trilogia prequel), e poi nella serie animata tratta dallo stesso.
Ma nessun riferimento a stereotipi gay offensivi in Star Wars sarebbe completo senza tirare in ballo C-3PO. In questo caso, tuttavia, è forse meglio concentrarsi sul suo cuginetto (vera pecora nera della famiglia) C-3PX: nato come droide protocollare, viene poi riprogrammato come macchina di morte alla Terminator, perché in universo saturato di Droideka e super-droidi da battaglia, qualcuno (Darth Maul, in effetti) ha pensato che la scelta migliore come assassino robotico fosse una lattina dorata ambulante sprovvista della facoltà di piegare i gomiti.
Ora, non vorrei essere frainteso: adoro come chiunque altro l’Universo Espanso, e sarei felice come un Ewok nel vedere Mara Jade o uno qualsiasi dei figli triclopi dell’Imperatore Palpatine al cinema. Solo, fatta eccezione forse di un intermezzo canterino con duetto tra Harrison Ford e Carrie Fisher, dubito fortemente che la Disney possa danneggiare Star Wars più di quanto non sia già stato fatto.
– Federico Brajda –