Con l’esplosione del fenomeno dei giochi indipendenti (che, per chi non lo sapesse, sono quei titoli prodotti da piccolissimi gruppi di sviluppatori, spesso pubblicati senza aiuto da parte dei publisher) di qualche anno fa, è tornata in auge anche la moda per i cosiddetti videogames in grafica stile 8 bit – quella che avevano i giochi su NES, per intenderci. Un male? Un bene? Per quanto l’eccesso di produzioni indie a mio avviso non abbia assolutamente giovato al mercato, è innegabile che i titoli degni di nota non siano mancati. Che facciate parte, dunque, dell’esercito di vecchi giocatori alla ricerca di quel glorioso passato mai dimenticato, oppure che rientriate nella categoria degli utenti più giovani che hanno scoperto le gioie della pixel art, è tempo per voi di spostarsi dallo schermo al tavolo del salotto, con Boss Monster, retro-boardgame realizzato dal team Brotherwise ed edito in Italia dai ragazzi di Fever Games.
“Cosa c’entra un gioco da tavolo con i videogames old-school?”, vi starete chiedendo. Ebbene, Boss Monster mira proprio a ricreare quelle atmosfere che potreste vivere giocando un qualsiasi vecchio Castlevania, o magari addentrandovi nei dungeon di Eye of the Beholder, ma stavolta non dalla punto di vista degli avventurieri, bensì da quello del boss di fine livello.
Partiamo vedendo un po’ cosa contiene la confezione di gioco, ricreata a immagine e somiglianza di una cartuccia per NES. Niente pedine o dadi, si gioca soltanto con le carte: i vari mazzi presenti si dividono in carte Boss, carte Stanze, carte Incantesimi e carte Eroi (a loro volta suddivise in Eroi Comuni ed Epici); ovviamente non manca il Regolamento, più un cartoncino con una guida rapida.
Da due a quattro giocatori possono lanciarsi in una partita, che solitamente dura dai 20 ai 30 minuti massimo: scopo di ogni partecipante è quello di creare un dungeon e far sì che degli eroi lo attraversino, fino a raggiungere il boss finale, che deve vedersela con loro e cercare di uscirne vincitore. Il primo che riesce a battere 10 eroi si aggiudica la partita, ma attenzione, perché se si ricevono 5 punti ferita, si viene eliminati.
Il tavolo di gioco viene organizzato in questo modo (eventualmente gli altri due partecipanti si posizionano ai lati destro e sinistro):
Ogni turno è composto da diverse fasi. I giocatori devono costruire, nei cinque spazi che si trovano alla sinistra della carta Boss, il proprio labirinto, utilizzando le carte che si hanno in mano e che si pescano ad ogni inizio turno. Le varie stanze che si posizionano sono anche potenziabili applicandone altre sopra di esse, come quelle Avanzate. A questo punto, i buoni iniziano il loro viaggio all’interno del dungeon, recandosi verso quello che ha il maggior numero di tesori che corrispondono al bottino da loro ricercato (che ovviamente è indicato dalla carta). In ordine, da sinistra a destra, gli eroi attraversano quindi una stanza alla volta: qui si attivano i vari effetti presenti su ogni porzione di labirinto attraversata, e si riducono i punti vita dell’eroe in base al danno inflitto da ogni stanza. Se, nonostante i danni, il poveretto sopravvive fino alla fine, allora infligge un colpo al boss, altrimenti, nel caso venisse sconfitto prima, finisce nella collezione di anime di quel boss. È in questa fase del gioco che si possono attivare anche delle carte Incantesimo, utili per aumentare la pericolosità delle stanze. L’ultima fase permette di risolvere alcuni effetti, nel caso ci siano, e porta ogni giocatore a riepilogare la sua situazione: come ho già detto, nel caso si siano riuscite a ottenere dieci anime di eroi, si viene dichiarati vincitori. Cinque punti ferita rimediati, invece, portano all’eliminazione dalla partita.
Come avete letto, le regole sono piuttosto semplici, e un gruppo particolarmente “volenteroso” di apprendere può padroneggiarle in pochi turni. Questa semplicità è però, come si può immaginare, un’arma a doppio taglio: da una parte permette a Boss Monster di rientrare quasi sempre tra le possibili scelte di gioco durante le serate tra amici, vista sia la rapidità con cui si può concludere una partita, sia la velocità di apprendimento delle regole anche da parte dei giocatori meno pazienti; dall’altra, il rischio di annoiarsi dopo quattro-cinque sessioni è sempre in agguato. Ovviamente i creatori del gioco hanno pensato di inserire qualche variante per cercare di rendere meno monotone le partite, come ad esempio le vite infinite per i boss o la possibilità di scegliere quale tra due mostri pescati utilizzare, ma neanche così la vita del prodotto viene allungata in maniera decisa.
Parlando della parte “tecnica”, diciamo così, c’è ben poco da lamentarsi: la stampa e la qualità delle carte sono molto buone, ed è impossibile non lasciarsi scappare un sorriso alla vista dei vari artwork presenti sulle stesse, molti dai quali ispirati a celebri personaggi e situazioni tratte dai videogiochi (e non solo!) che hanno fatto la storia.
Attualmente in America è disponibile anche una mini-espansione di 26 carte, Tools of Hero-Kind, e Boss Monster II: The Next Level, un nuovo set di 160 carte utilizzabili sia stand-alone che come espansione per il titolo originale: sarete prontamente aggiornati nel caso in cui Fever Games dovesse decidere di pubblicarli anche da noi. Nel frattempo, vi segnalo che il sito ufficiale del gioco è raggiungibile da qui, dove potrete anche scaricare una guida avanzata, che è sicuramente utile per risolvere diversi dubbi, nonché dare al giocatore qualche buon consiglio per diventare il Boss più cattivo del villaggio.
– Mario Ferrentino –
Boss Monster: carte a 8 bit – Recensione
Mario Ferrentino
- Le partite più lunghe non superano i 30 minuti;
- Apprendimento immediato;
- Gli artwork non possono lasciare indifferenti gli appassionati della grafica old-school;
- Rischia di stancare presto;