Elen sila lumenn omentielvo, avventurieri! Diamo inizio oggi ad una nuova, incredibile avventura con Il Viaggio Di Arlo, l’ultimo lavoro Pixar che arriva solo qualche mese dopo l’ottimo Inside Out (avete letto la mia recensione? La trovate qui). Stando a quanto stiamo vedendo, i creativi Pixar sembrano voler premere a tavoletta l’acceleratore, avendo portato su grande schermo ben due film per quest’anno (evento mai accaduto in passato, in effetti). Riusciranno a replicare il grande successo di critica della precedente produzione oppure no? Attraverso una moderna favola di formazione, andiamo ad analizzare questo lavoro insieme. Vi faccio strada, seguitemi.
Il Viaggio di Arlo: trama, impressioni, dinosauri
La trama è quanto di più semplice possa essere concepito: in un mondo graziato dal fatidico asteroide che ha dato il via all’era glaciale portando all’estinzione i dinosauri, questi hanno continuato a prosperare e ad evolversi, fino a sviluppare non solo la parola, ma anche delle primitive forme di costruzione. La storia si incentra su una famiglia di dinosauri (nello specifico, degli Apatosauri) che vive in una placida pianura baciata da una lingua d’acqua che fende come una spada d’argento la terra. Qui incontriamo Arlo che, insieme agli altri membri della sua famiglia, coltiva la terra e alleva alcune galline. La vita scorre placida e ognuno porta il proprio contributo aiutando come può nel lavoro: ogni membro della famiglia ha diritto ad apporre la propria impronta su un silos che hanno costruito, come simbolo del proprio valore e del proprio impegno. Arlo, però, è una continua fonte di preoccupazioni per i suoi genitori, impaurito com’è da qualsiasi cosa respiri ad eccezione di ciò che gli è familiare. Ma la serenità non dura a lungo: nel dare la caccia ad uno strano parassita che si nutre del loro raccolto, che si scopre poi essere un cucciolo d’uomo, il padre di Arlo viene travolto e ucciso da una piena del fiume. Come se ciò non bastasse, anche Arlo, nell’inseguire il bambino, cade prigioniero dei flutti battendo la testa contro uno scoglio e perdendo i sensi. Quando però rinviene, è ormai a molte miglia da casa sua: riuscirà il nostro amico fifone a tornare dalla sua famiglia, in un mondo dove tutto è potenzialmente ostile?
Va detta una cosa: probabilmente la produzione non colpirà molto lo spettatore, anche perché, pur essendo prodotta dagli autori di Inside Out, per ovvi motivi non regge minimamente il confronto con questa pellicola. Nonostante tutto non è affatto spiacevole, anzi: sa divertire in maniera molto semplice ed efficace. Se forse non lascia nell’immaginario collettivo il nome di grandi personaggi, è tuttavia un prodotto decisamente appropriato se avete in programma di passare novanta minuti in simpatia.
Conclusioni: impressioni e altre considerazioni
L’intero film opera un curioso ribaltamento di prospettive (anche se tutt’altro che inusuale e mai visto): vede i dinosauri “evoluti”, in grado di costruire edifici e di parlare. Il vero contrasto, però, arriva col contatto con gli esseri umani che, seppur sviluppati in toto, non parlano, e il loro comportamento è più affine agli animali piuttosto che ai primitivi che abbiamo studiato sui libri di storia. A livello di trama e sceneggiatura è un film senza sorprese né inutili sofisticazioni, ma che a più riprese stupisce per la spettacolarità delle scene panoramiche, che invogliano lo spettatore ad immergercisi avidamente per cura di dettagli, colori e impatto visivo.
Per quanto mi riguarda, si è trattato di un film piacevole, che può lasciare ai bambini una morale fondamentale per la propria vita – e quando capita è sempre ben accetta: affrontare le proprie paure e superare un lutto sono problematiche comuni agli esseri umani, ma è importante che a tutto questo si possa far fronte nella maniera migliore, e “Il Viaggio di Arlo” in merito fornisce un ottimo spunto di riflessione. Altro punto a favore è che la narrazione non ha punti morti, ma scorre fluida e senza troppi intoppi. Mi sento di aggiungere un’ultima considerazione: sebbene i dialoghi siano ben strutturati, i momenti più efficaci sono quelli lasciati nelle mani del silenzio, dei gesti e degli sguardi. È impossibile per me spiegarvi questa cosa nel dettaglio, quindi vi consiglio ancora una volta di andare al cinema.
Signori, questo articolo finisce qui. Sono rimasto piuttosto soddisfatto da questa pellicola, specialmente dal punto di vista visivo: è stato decisamente l’elemento più accattivante di tutto il film. Dinosauri e avventure preistoriche fanno al caso vostro? Lasciate una pittura rupestre qui sotto con un commento. Buona fortuna, avventurieri!
“Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite.”
(Mark Twain)
–Michele Giuliani–
Il Viaggio di Arlo – Recensione
Isola Illyon
- Molto divertente;
- Inquadrature panoramiche mozzafiato;
- Non una storia memorabile;