Elen sila lumenn omentielvo, avventurieri! A volte basta un nome per far apparire un’immagine ben precisa nella memoria. Pixar è uno di quegli studi che offre una garanzia non solo di qualità, ma anche di una dose forte di emozioni. L’ormai celeberrima lampada saltellante si prepara ad affrontare l’ultima parte del 2015 con Inside Out, che noi di Isola Illyon abbiamo avuto già modo di visionare, e che ci apprestiamo a recensire in super anteprima per voi: si torna, dunque, a parlare dell’infanzia con questo coloratissimo film, che ha saputo trattare con molta leggerezza e simpatia un tema così complesso.
Per chi segue da un po’ questa fabbrica delle meraviglie, una delle prime associazioni da fare è Pixar-Toy Story, a ben diritto direi. Ma se invece di giocattoli questa volta si parlasse dei sentimenti di una bambina? La domanda che si pone il film, infatti, è: cosa succederebbe nella mente di una ragazzina che si dovesse ritrovare ad abbandonare il luogo in cui è nata e cresciuta per trasferirsi in una grande metropoli? Andiamo a scoprire la risposta, e preparate i fazzoletti, perché vi serviranno.
Inside Out: trama e impressioni
Recarsi alla visione di questo tipo di anteprime mi emoziona sempre, lo ammetto. Mi piace l’idea di far finta di non avere ormai un quarto di secolo sulle spalle e di accantonare per un attimo le noie della vita quotidiana, in favore di qualcosa di più colorato e vivace. Si dà poca rilevanza al fatto che molte storie per bambini non debbano insegnare nulla agli adulti che le scrivono: niente di più sbagliato. Chi in passato sognava (e tutt’ora fa) ad occhi aperti di fronte ai piccoli giochi di prestigio di certi autori come Gianni Rodari, Roald Dahl o lo stracitatissimo Antoine de Saint Exupery sa benissimo di cosa parlo.
Non basta raccontare di api e fiorellini per scrivere qualcosa per i più piccoli. Senz’altro è vero che il mondo dei bambini è più semplice, ma non per questo meno banale. Quando un adulto riesce a produrre qualcosa di questo genere, sembra sempre che qualche strana stregoneria sia in atto, qualcosa di delicato e di difficilmente raggiungibile. E questa sensazione permane per l’intera durata di Inside Out, cosa da non prendere sotto gamba. Come sempre, la proiezione è stata anticipata dal classico corto, che nella versione italiana vedrà come protagonisti Malika Ayane e Giovanni Caccamo nella parte di due vulcani innamorati. Questione piuttosto melensuccia, ma decisamente impattante e in salsa Hawaiiana, che fa sempre molto esotico e fresh. Non c’entra molto col resto del lungometraggio, ma è stato altrettanta gradevole l’atmosfera che ha saputo donare, ricordando per molti versi una famosa composizione di Israel Kamakawiwo’ole (Somewhere Over The Rainbow, per chi avesse difficoltà a ricordare chi sia).
Dopo questo rilassante corto, passiamo a capire di cosa parla la trama di Inside Out: come già anticipato, ci ritroviamo a seguire i primi anni di vita di una bambina di nome Riley la quale, nata e cresciuta in Minnesota, si trasferisce a San Francisco con la sua famiglia. Detto così sembra una storiella anche piuttosto banale, ma dietro al pensiero e alle azioni della bambina ci sono cinque piccoli personaggi che daranno voce alle sue emozioni: Gioia, Tristezza, Panico, Disgusto e Rabbia. Sarà grazie a loro, infatti, che Riley reagisce agli stimoli del mondo circostante. Quando tutto sembra filare per il verso giusto, il fato sbaratta le carte in tavola. Cosa succederà alla nostra protagonista?
Alla fine della Fiera: considerazioni finali
Tirare fuori delle considerazioni importanti non è sempre facile senza scadere in osservazioni del tutto lapalissiane, soprattutto parlando di questo film. Spesso trascinato dalle mie personali passioni “da adulto”, a volte dimentico come sia stato avere una certa età, un tempo dove non tanto le cose erano essenzialmente meno problematiche e più semplici, ma soprattutto nuove, belle da guardare, da assaporare. Un tempo in cui ci si poteva stupire genuinamente di ciò che ci stava intorno.
Inside Out è essenzialmente questo: come una sorta di ritorno alle origini (che a noi adulti fa bene, di tanto in tanto), sa divertire i più piccoli e commuovere i più grandi (miseriaccia!), facendo soprattutto capire che, per quanto paradossale e fantasioso, per poter comprendere un bambino ci sia necessità di “tornare bambini”. Quest’opera si fa carico di descrivere in maniera fantasiosa e, se vogliamo (con un volo pindarico), verosimile, i segreti più reconditi dell’essere umano e delle sue emozioni. I talenti di questa produzione realizzano un’opera che sa prendersi gioco di se stessa quel tanto che basta per poter essere presa sul serio. Non nascondo di essermi profondamente commosso per alcune scene e di aver riso veramente di cuore per altre: certo è che sarò in prima fila per rivederlo ancora una volta, non appena approderà ufficialmente nei cinema italiani, nient’altro da aggiungere.
Signori, questa recensione termina qui. Inside Out uscirà il 16 settembre di quest’anno nelle sale italiane. Vi lascio al trailer del film, nella speranza che possa smorzare l’attesa. Buona fortuna, avventurieri!
–Michele Giuliani–
Inside Out di Disney Pixar – Recensione
Isola Illyon
- fortemente emozionante, sia nei momenti più cupi che negli sketch;
- personaggi ben caratterizzati;
- poco accattivante per chi potrebbe considerarlo semplicemente "un film per bambini";