Il mondo del cinema ha sempre saputo stupire lo spettatore andando a riprendere leggende e fatti storici lontani dalla sua cultura, trasportando l’esotico all’interno del comune, annettendo pezzi di cultura di mondo alla vita monotona dell’uomo. Le proposte sono sempre state auliche, e nessuno si sarebbe mai sognato di controbattere una così nobile azione, almeno finché non nacquero Sharknado e Pirañha 3D, ma questa è un’altra storia.
Quello che, invece, ha sicuramente risvegliato il mio interesse è stato il trailer di Gods of Egypt, il nuovo film di Alex Proyas (Il Corvo, Io Robot) in uscita in Italia il 25 febbraio 2016, più per la sana curiosità di scoprire come gli americani gestiranno la mitologia egiziana che per altro. Ma bando alle ciance, e partiamo, che c’è pure quel figo di Jaime Lannister.
UNA GUERRA TRA DIVINITÀ
Tutto è tranquillo in Egitto: Ra veglia sugli uomini garantendo pace e prosperità (eccezion fatta per i giudei, che sgobbano per costruire le piramidi) e permettendo al popolo di vivere con cibo in abbondanza, belle donne, wi-fi gratis e gratta-palle personali. Il successore di Ra, Horus, sembra essere degno del predecessore, finché Seth, leggermente incazzato per essere sempre considerato come la pecora nera, non decide di ribellarsi prendendo per sé il trono d’Egitto e sfanculando la prosperità, il wi-fi e chi più ne ha, più ne metta. Horus viene esiliato e accecato, mentre le masse vengono ridotte in schiavitù sotto il perfido e malvagio dio sciacallo. Ma non tutto è perduto: un semplice umano giovane e figo, innamorato di una normalissima ragazza tettona ma anche intelligente, decide di salvare il regno, e parte per un viaggio alla ricerca degli occhi di Horus.
Questa è più o meno la sinossi del film, rimuovendo gli effetti speciali e le battute alla Robert Downey Jr.. A recitare la parte del dio bello e cazzuto, però, non avremo il nostro caro Iron Man, bensì lo Sterminatore di Re (Nikolaj Coster-Waldau), fermatosi un attimo dal suo viaggio nei Sette Regni per girare l’ennesimo prodotto di successo ricco di spirito cinematografico americano. Ad accompagnarlo e a recitare le parti del malvagio Seth ci sarà nientepopodimeno che Leonida in persona (Gerald Butler), sopravvissuto al massacro delle Termopili e pronto a sprigionare la sua sana dose di malvagità. Aggiungete un eroe umano belloccio come Brenton Thwaities, una gnoccona pronta a recitare la parte della principessa in pericolo come Courtney Eaton, effetti speciali come se piovessero, ed avrete il film definitivo!
Sì, ci sarà qualcuno di voi che urlerà al massacro. Altri esclameranno e grideranno stupro, altri ancora sospireranno pensando che sarà la solita americanata, come la metà dei film sull’Olimpo che trattavano gli dèi come mortali spara fulmini e i comandanti come combattenti immortali e imbattibili. Ma abbiate fede, naviganti dell’Isola: vedrete che lo scoglio non sarà troppo difficile da evitare. Anche perché, seppure siano passati solo pochi giorni dalla pubblicazione del trailer, la community è già in piena baraonda. Tra finti acculturati, registi di colossal mancati e frequentatori di 4chan, è tutto un blaterare, un mormorare ed un imprecare su quanto il film possa rivelarsi spazzatura e ridicolizzi la reale mitologia delle divinità egiziane: tutti stanno sprecando ossigeno prezioso per criticare questo film, come tanto va di moda fare. Nonostante tutto, la Lionsgate non si scompone, rimane ferma sul no-comment.
Uno degli argomenti decisamente più scottanti è quello che rivendicherebbe attori di origini egiziane come interpreti dei protagonisti, facendo così risaltare di più l’ambientazione del film (certo, Rami Malek non sarebbe stato per niente male nei panni di Horus). Altri ancora pensano che gli dèi sarebbero dovuti essere interpretati da attori di colore (ai quali la produzione ha riservato solo un posto, ovvero quello di Thoth, che avrà il volto di Chadwick Boseman) e che ci sia necessità di rivedere l’intero cast in modo da adattare la pellicola agli spettatori.
Ma la produzione non si sbilancia e, anzi, cita Exodus: Dei e Re, celebre film della 20th Century Fox con un cast spettacolare, nel quale figurava anche Christian Bale nei panni di Mosè, fratello di Ramses (Joel Edgerton). Allora nessuno aveva sollevato polemiche sui ruoli dei personaggi, né sul colore della pelle degli stessi, ma sembra che quando il film non sia diretto da superpotenze del cinema le cose diventino improvvisamente non “politically correct”. In sostanza, quando il film non sembra un’americanata, nessuno fiata. Quando invece potrebbe sembrarlo, le masse si muovono. Io, al contrario, non vedo l’ora che esca.
Il connubio divinità in armature enormi, esplosioni e donne tettone non fa altro che stimolare la mia preveggenza nell’immaginarmi il futuro: in sostanza, se tanto mi dà tanto, tra un paio di anni avremo finito tutti i pantheon possibili e immaginabili, e saremo costretti a ripiegare su quelli odierni. In sostanza: ve li immaginate Buddha, Maometto e Gesù in armatura Megazord, con deflagrazioni varie sullo sfondo ed un gigantesco Godzilla che distrugge la città? Io sì.
– Yari Montorsi –