All’ombra di una palma nell’oasi di Illyon, abbiamo ospitato Dean Lucas, l’autore di Aegyptiaca – I Prescelti degli Dei. Sorseggiamo insieme del buon Karkadè freddo e lasciamoci accarezzare dalle note di questa intervista.
Ciao Dean, benvenuto sull’isola Illyon! Iniziamo cercando di conoscerci meglio. Domanda di rito: chi è nella realtà Dean Lucas?
Un sognatore che fin da giovanissimo giocava con una matita e la fantasia. Mentre il tempo passava – e mi laureavo in economia in Bocconi, trovando subito soddisfazioni anche nel mondo del lavoro – le passioni aumentavano di anno in anno, ma quelle giovanili non mi hanno mai abbandonato. Dean Lucas, ovvero lo pseudonimo che uso come autore, nasce proprio per rispondere a quello che era un bisogno fin dall’adolescenza: scrivere.
Quando e come hai scoperto la passione per la scrittura e soprattutto per il fantasy?
Il primo racconto che ho scritto, in realtà, era una striscia di fumetti con protagonista una buffa gattona. Col tempo, i fumetti sono diventati brevi storie che facevo leggere alle mie amiche, ma solo negli ultimi anni ho trovato il coraggio di scrivere un romanzo vero e proprio! Il fantasy non è stato il primo amore: da adolescente ho letto quasi tutti i libri di Philip K. Dick e la fantascienza era il genere che mi faceva sognare di più. Poi il capolavoro cinematografico tratto da Il Signore degli Anelli mi ha fatto scoprire il fantasy, e da quel momento è stato un inarrestabile crescendo. Adesso sono innamorato della serie tratta da Le Cronache del ghiaccio e del fuoco di G.R.R. Martin: per la prossima saga magari trarrò ispirazione dal suo capolavoro, cosa dite?
In fase di stesura hai dei “lettori di fiducia”, oppure è tutto top secret?
Non mi fido molto della mia opinione per valutare ciò che scrivo, quindi mi avvalgo dei giudizi di mia sorella e di alcune simpatiche ed esigenti beta-readers — così le chiamo io — che leggono alcuni capitoli in anteprima e soprattutto sanno dispensare nella giusta misura elogi e critiche. Scelgo questi lettori sempre tra gli sconosciuti e mai tra gli amici, poiché questi ultimi non potrebbero mai essere “spietati” nelle osservazioni. Inoltre, grazie a Aegyptiaca, ho conosciuto altre “fans” e persino qualche blogger che adora moltissimo il libro: credo che mi rivolgerò anche ad alcune di loro per avere una opinione sul seguito!
Ed ora veniamo al libro, il tuo primo libro. Come mai hai scelto di ambientare il tuo racconto nell’Antico Egitto e di dare “vita” alle sue divinità?
L’Antico Egitto mi ha sempre affascinato moltissimo. Più di questo, amo tutto il filone fantastico che si è sviluppato intorno alla sua storia: Stargate, ad esempio, è stato a lungo uno dei miei film preferiti in assoluto! Per le divinità, invece, avevo un debole fin da quando studiavo i testi di Omero al liceo, già in quegli anni una parte della trama di Aegyptiaca, ovvero quella relativa al personaggio della dea, era nero su bianco sulle pagine del mio quaderno a quadretti. Molti anni dopo, durante una vacanza a Las Vegas, mentre ero in un hotel a forma di piramide con vista sulla replica del monumento della Sfinge, ho riadattato le idee di quel racconto e ho cominciato a immaginare la trama di un epic fantasy. È da allora che ho iniziato a scrivere Aegyptiaca.
All’interno della storia ci sono molti termini antichi, magistralmente spiegati anche sul tuo sito, ti sei affidato a ricerche mirate oppure è avvenuto tutto per caso?
Il lavoro di ricerca è stato davvero lungo e ha richiesto molta pazienza, ma alla fine credo che ne sia valsa la pena. L’intenzione era quella di creare un background relativo all’ambiente geografico, usi, costumi, termini “tecnici” dell’epoca che contribuisse a creare una maggiore immersione nella trama e rendere in qualche modo credibile una trama ovviamente fantasy. Spero di esserci riuscito!
Ho amato il tuo libro in ogni suo particolare e, se dovessi scegliere un tema specifico avrei serie difficoltà. Se dovessi invece raccontarne tu il “tema portante”, senza esporre troppo per non svelare importanti retroscena, cosa diresti?
Posso rispondere con le parole tratte da un blog che secondo me descrivono benissimo i temi affrontati nel romanzo? “Aegyptiaca è troppe cose per farne un riassunto: è una storia d’amore, ma non solo! Una storia di conquista, ma anche una storia di perdita e di sacrificio. È una storia sull’ineluttabilità del destino, una storia di riscatto e una storia di vendetta. È una storia fatta di tante storie, una più bella dell’altra.”
Tra i personaggi creati, c’è per caso qualcuno in cui ti identifichi?
Probabilmente qualcosa di me traspare nei dialoghi tra i vari personaggi. Se dovessi però sceglierne uno, allora direi Sargon: ferocemente determinato nel raggiungere i propri obiettivi, duro quando gli eventi lo richiedono, generoso e sensibile in altri momenti.
Spesso si dice che nel fantasy ci si diverta di più nel delineare l’antagonista anziché il personaggio principale. Per te è stato lo stesso?
Confermo! Caratterizzare i “cattivi” è davvero divertente e anche come semplice lettore di fantasy trovo sempre interessante vedere il loro punto di vista. In Aegyptiaca ho cercato di descrivere i “cattivi“ attraverso i loro pensieri, in modo da lasciare al lettore la possibilità di conoscerli meglio e comprendere i motivi delle loro azioni. Tuttavia, mi sono divertito ancora di più creando due personaggi “buoni” molto particolari come la Sfinge e Babu. La Sfinge è un personaggio che adoro in maniera incondizionata, poiché invece del processo di formazione tipica degli eroi fantasy, lei subisce in un certo senso un processo opposto: è una dea, quasi onnipotente, bellissima, desiderata da ogni mortale e immortale, eppure imparerà a essere donna. Come tutti i protagonisti di Aegy, lo farà attraverso la sofferenza e il sacrificio: capirà che le lacrime non sono una liquida parvenza di fragilità, ma l’anima e il cuore di una donna capace di amare e soffrire. E poi c’è Babu, con le sue improbabili perle di saggezza e le sue manine avide: ci sono stati dei momenti in cui, mentre scrivevo le sue batture, ridevo da solo!
I Prescelti degli Dei è il primo libro di una trilogia, per il secondo dovremo aspettare molto oppure sei alle ultime battute?
Conto di finire il secondo libro, Pyramisia, per l’estate del prossimo anno. Sebbene le varie sotto-trame siano da tempo archiviate nel mio portatile, la stesura è ancora incompleta. Posso già promettere ai “fans” di Aegyptiaca che ci saranno tutte le caratteristiche che sono piaciute nel primo libro. Sto tenendo conto anche dei feedback dei lettori, e poiché sono piaciuti molto i punti di vista di Babu e della Sfinge, cercherò di dare più risalto ad alcuni aspetti psicologici di questi personaggi e ai loro punti di vista. Sul sito della saga (www.deanlucas.com) ho già dedicato una sezione a Pyramisia, pubblicando l’incipit del primo capitolo, e continuerò ad aggiornarla di tanto in tanto con alcune notizie!
Altri progetti in cantiere oltre il seguito di “AEGYPTIACA”?
Il mio sogno nel cassetto è trasformare in un romanzo vero e proprio la fiction – un fantasy medievale – che ha dato inizio alla mia storia come autore. Un altro progetto che mi attira molto è rendere disponibile tra qualche mese una short novel basata su alcuni personaggi di Aegyptiaca (la Sfinge, Matunde, Nereida, e forse altri), raccontando la loro storia ben prima dell’inizio del romanzo, quando erano poco più che bambini, mostrando quindi ai lettori come sono arrivati ad essere i protagonisti di Aegyptiaca.
Un saluto a tutti i lettori dell’Isola e un grazie a te Maria per l’entusiasmo e la passione che hai messo nella tua recensione!
Grazie a te Dean per la tua disponibilità e per i tuoi apprezzamenti. E a voi miei cari isolani, un abbraccio e un arrivederci alla prossima “avventura”. Passo e chiudo!
– Maria Carotenuto –