Una lotta contro il tempo per sconfiggere il male più antico e che, come unica meta, ha la salvezza dei Figli dell’Uomo. Chi vincerà questa battaglia? Chi sono i Prescelti che dovranno affrontare le ire degli Dei?
Delphi è soltanto una bambina quando incontra una creatura antica all’interno di una cavità rocciosa, una creatura che incide il suo corpo con simboli, i grafemi, la scrittura degli Dei. Epoche antiche, volti ed immagini sconosciute le vengono mostrati, cosi come il futuro che attendeva l’umanità. Un Tempio viene eretto in suo onore per dar vita ad un ordine di sacerdotesse le quali divulgheranno le parole della profezia. Scapperà dall’Antica Grecia per salvare il suo amato, l’accadico Sargon, per non permettere a nessuno di toccarlo dopo aver profanato la purezza del suo corpo, tradendo le leggi del tempio. Nel loro viaggio incontreranno coloro che sono I Prescelti, esattamente come loro. Gavri’el, unico figlio di una famiglia di nemeh, che scoprirà essere un Araldo, un Angelo inviato per salvare i popoli che abitano la terra, colui che annuncerà la fine dell’Era dei Figli del Cielo e l’inizio dell’Età degli Uomini. Tary, metà egizia e metà sangue di hyksos, una nobile coraggiosa ed orgogliosa, innamorata di Gavri’el, che dovrà far ricorso a tutta la sua forza per non tradire il segreto del suo amato. Babu, un piccolo nano che con la sua saggezza ed ironia è l’unico a conoscere la strada per condurre tutti nel luogo visto da Delphi nella sua profezia. Matunde, comandante delle guardie nubiane della Sfinge, pronto a tutto pur di difendere la sua Signora. E poi lei, la Sfinge, la splendida signora di Giza, che con la sua irritabilità e superbia, degna di una dea, riuscirà ad incantare e stupire chiunque.
Aegyptiaca – I Prescelti degli dei, è il primo libro di Dean Lucas appartenente ad una trilogia, e devo dire che fin dal momento in cui ho letto il titolo ho come avvertito la sensazione che sarei rimasta colpita dal suo racconto. Sarà che le storie dell’Antico Egitto e delle divinità mi hanno sempre affascinata, ma c’è stato un trasporto diverso, nonostante le 550 pagine inizialmente mi abbiano un po’ intimorita. Il libro lascia che il lettore venga rapito dal racconto, dalle descrizioni dei paesaggi e delle persone che vi si avvicendano e, ad ogni frase, ad ogni fine pagina, si brama il continuo, ed in poche ore io ero già alla fine.
La storia è un ricorrente avvicendarsi di personaggi, uno diverso dall’altro ma uniti da uno stesso destino, un destino che li porterà ad incontrarsi man mano, ad amarsi, odiarsi, ritrovarsi, pur mantenendo la propria integrità. È un agglomerato di azione, avventura, emozioni che lasciano senza respiro, dalla descrizione dei grafemi sul corpo di Delphi a quello della bellezza smisurata della Sfinge, alla sua trasformazione in leonessa, alla dichiarazione d’amore di Gavri’el a Tary, tutto minuziosamente descritto in modo da permettere al lettore di immaginarlo in ogni dettaglio.
Ciascun personaggio colpisce nel profondo, ci si affeziona a tutti, uno ad uno assumono un’importanza tale che porta il lettore ad emozionarsi tutte le volte che vengono coinvolti in battaglie o sono prossimi alla disfatta. Passo dopo passo prendono sempre più vita svariate emozioni che si alternano: ci si trova a tenere le dita incrociate quando Gavri’el impugna il bastone di Adamo, ad imprecare quando Anubi combatte contro la Sfinge o a commuoversi quando una vita viene spezzata. La battaglia all’interno della Pentapoli quando Gavri’el riesce a “percepire” la sua vera essenza ed il suo destino affrontando Seth, è qualcosa di epico esattamente come quella finale, che lascia tutto aperto per un nuovo libro. È talmente coinvolgente che non mi stupirebbe affatto se una rappresentazione cinematografica prendesse come modello proprio la trilogia di Lucas, e io sarei sicuramente tra le prime file a gustarmela, immaginando nel frattempo già le location, gli attori scelti e la sceneggiatura completa. Tra le cose che ho amato in modo particolare, c’è la storia d’amore tra Gavri’el e Tary, un amore impossibile agli occhi di tutti, essendo lui, almeno apparentemente, figlio di poveri contadini e lei invece una principessa discendente degli hyksos. Un amore che cresce pian piano, tra schermaglie ed orgoglio di Tary che, timorosa, cercherà di non mostrare i suoi sentimenti e la dolcezza con la quale lui, invece, continuamente sarà al suo fianco, pur contrastandola.
Non mi importa se mi ami oppure no, se vivrò o morirò, nel regno dei vivi o in quello dei morti, io amerò per sempre solo e soltanto te.
Questa la dichiarazione alla donna della sua vita, all’unica donna che desidera, pur sapendo di non avere il diritto di amarla. Non c’è capitolo che mi ha colpito più degli altri semplicemente perché li ho trovati tutti stimolanti e coinvolgenti, e se continuassi nella recensione finirei con lo svelare tutti i particolari e le storie che si intrecciano, per cui mi fermo qui lasciando a voi la curiosità di leggerlo e di lasciarvi travolgere esattamente come ha travolto me. Vi sottolineo solo una frase che, nonostante faccia parte di un libro, o di un particolare momento del passato e di tradizioni antiche, fa sempre riflettere :
Il dolore e l’amore sono la stessa cosa. Non esiste uno senza l’altro. Non esiste luce senza tenebre, non c’è vita senza morte, non c’è redenzione senza peccato… Devi solo prendere la tua decisione.
Buona lettura miei cari isolani, trovate tutte le info sul libro sul sito ufficiale dell’autore www.deanlucas.com!
–Maria Carotenuto–