Ormai l’uscita è imminente, e gli appassionati dei Forgotten Realms l’attendono con ansia: Sword Coast Legends sbarcherà su PC il 20 ottobre e l’hype è molto alto, in particolar modo tra gli estimatori della quinta edizione di Dungeons & Dragons, le cui regole saranno riprese anche dal videogioco.
Di certo questo non è stato il primo titolo ambientato nei Reami, anzi: la lista è lunga e corposa, e questo articolo si propone di passarla in rassegna, sia per far tornare alla memoria nostalgici ricordi assopiti, sia per proporre qualche nome a coloro i quali siano interessati a scoprire altre avventure ambientate nel magico mondo ideato da Ed Greenwood nei lontani anni ’80.
Ecco di seguito una lista comprendente i principali giochi ed espansioni:
Pool of Radiance (1988)
Curse of the Azure Bonds (1989)
Eye of the Beholder (1990)
Pools of Darkness (1991)
Eye of the Beholder II: The Legend of Darkmoon (1991)
Eye of the Beholder III: Assault on Myth Drannor (1993)
Dungeon Hack (1993)
Baldur’s Gate (1998)
Baldur’s Gate: Tales of the Sword Coast (1999)
Baldur’s Gate II: Shadows of Amn (2000)
Icewind Dale (2000)
Baldur’s Gate II: Throne of Bhaal (2001)
Baldur’s Gate: Dark Alliance (2001)
Icewind Dale: Trials of the Luremaster (2001)
Pool of Radiance: Ruins of Myth Drannor (2001)
Icewind Dale II (2002)
Neverwinter Nights (2002)
Baldur’s Gate: Dark Alliance II (2004)
Forgotten Realms: Demon Stone (2004)
Neverwinter Nights 2 (2006)
Dungeons & Dragons: Daggerdale (2011)
Neverwinter (2013)
Il primo a essere pubblicato fu Pool of Radiance, che univa il regolamento di AD&D al nuovo motore grafico Gold Box, un sistema con il quale si potevano visualizzare contemporaneamente l’interazione discorsiva, la mappa e i membri della squadra, alternandolo a una schermata dove avveniva il combattimento. Probabilmente non il migliore tra i Gold Box, ma di certo una pietra miliare che influenzò quelli a venire, portandoli a migliorare.
Un ulteriore passo in avanti viene compiuto da Eye of the Beholder, un dungeon crawling che ancora oggi rimane per alcuni degno di esser giocato, merito di una grafica e una colonna sonora invecchiati molto bene. Aveva la novità di poter esportare il party in altri giochi della SSI, donando alla serie (di cui si annoverano altri due capitoli successivi) un’epica longevità.
Ma la serie che più di ogni altra verrà ricordata oggi e negli anni a venire è senz’altro quella di Baldur’s Gate, che annovera due titoli con relative espansioni. Siamo sempre nella Costa della Spada, ma se le serie di videogiochi fino a questo momento si era limitata a ricreare l’esplorazione e il combattimento, qua avviene la svolta con l’implementazione delle interazioni tra personaggi. In poche parole si sviluppa la storia, l’anima del gioco di ruolo pen and paper. Il secondo capitolo, ancor più del primo accentua questo aspetto, e in una regione da esplorare in lungo e in largo, porta l’utente a scoprire passo dopo passo la storia del proprio personaggio e gli intrighi e le trame che si celano dietro la vicende, rendendo il gioco un’esperienza unica. Non a caso è uno di quei titoli che può vantare di poter essere giocato anche a distanza di anni e di risultare appetibile nonostante molti altri GdR lo abbiano superato in quanto a comparto tecnico. Non tutti sanno che nel 2012 ne hanno pubblicata anche una versione rimasterizzata, l’Enhanced Edition, con grafica e suoni aggiornati e formato widescreen HD.
Facciamo un passo avanti con gli anni e arriviamo alla serie dei Neverwinter Nights, che trae ispirazione dal MMORPG omonimo, capostipite dei giochi online che fu attivo dal 1991 al 1997. La visuale della serie è in terza persona, e il sistema di gioco è basato sulle regole della terza edizione. Qui si può assistere al primo reale tentativo di connessione di utenti da tutte le parti del mondo, che possono finalmente mettere in comune la propria avventura e condividerla. Grazie a numerosissimi contenuti scaricabili e modificabili, la serie è stata rimaneggiata, ampliata, e migliorata di continuo. Ancora oggi sono presenti numerosi server attivi, ognuno dei quali può essere gestito in maniera diversa, con regole e storie personalizzate. Si può affermare con tranquillità che è stato uno dei giochi più influenti per le basi delle odierne piattaforme di ruolo online: forse oggi si hanno strumenti migliori, ma non sarebbero stati gli stessi senza Neverwinter Nights.
Dimentico qualcosa? Certo che sì, sono molti altri i titoli che meriterebbero almeno una menzione: Neverwinter del 2013, conosciuto anche come Neverwinter Online è un MMORPG free-to-play col pregio di poter intraprendere le stesse campagne ufficiali rilasciate dalla Wizards of the Coast come Tiranny of Dragons o Elemental Evil (una volta terminate al tavolo con gli amici, si intende). E non mi posso dimenticare di Icewind Dale, che ricorda la serie Baldur’s Gate per gameplay, ma con una grafica migliorata (è del 2000) e una maggiore predisposizione all’Hack and Slash, permettendo di ingaggiare battaglie contro orde di nemici.
Come annunciato all’inizio dell’articolo, la lista si aggiornerà a breve con Sword Coast Legends, un titolo che si prefigge l’arduo compito di tirare le somme su più di vent’anni di giochi, in modo da ricreare l’esperienza videoludica perfetta nell’ambito dei GdR: ampie campagne personalizzabili, strumenti di condivisione online, vasta ambientazione, dialoghi editabili in contemporanea al gioco, trappole attivabili, generazione di incontri e chi più ne ha più ne metta. Sì, il compito di riportare su uno schermo l’esperienza da tavolo può essere per alcuni blasfemo, per altri impossibile, per qualcuno una speranza che, grazie alle nuove tecnologie, rischia di diventare realtà. Del resto, il processo di virtualizzazione della nostra quotidianità non fa che incrementare, con i suoi pro e contro.
Ma questa, è un’altra storia. Per il momento non ci resta che attendere il gioco, oppure (come ho fatto questo pomeriggio) reinstallare Baldur’s Gate e lasciarsi trasportare nei Reami.
– Andrea Carbone –