Suonino le trombe, si diffonda il gaudio! Michael Fassbender e il “suo” Macbeth arriveranno anche in Italia!
Per le fan (e i fan!) dell’attore irlandese questi ultimi mesi hanno offerto una scorpacciata non indifferente: abbiamo iniziato l’anno scorso con “X-Men: giorni di un futuro passato”, e l’anno prossimo ci aspetta una tavolata composta da “Steve Jobs”, “X-Men: Apocalypse” e il live action tratto dal videogioco di “Assassin’s Creed” (cliccate qua se vi siete persi la sua prima foto in costume).
Ma torniamo a Macbeth. Sulla data di uscita di questo film, purtroppo, ci sono ancora dei dubbi. In verità sono indecisi anche sul mese: alcuni dicono dicembre 2015 altri prospettano un più vicino novembre, quindi non resta che stare a vedere chi avrà ragione, ma siamo sicuri che le sale cinematografiche non si lasceranno sfuggire una produzione che vede come protagonista un attore che sta attirando (e che attirerà) ondate di fan.
La pellicola è, ovviamente, l’adattamento dell’omonima tragedia di William Shakespeare composta nel lontano 1608, lontano solo in linea temporale, perché, come spesso succede quando si parla di questo particolare scrittore inglese, le tematiche affrontate sono più vicine a noi di quanto ci si potrebbe aspettare.
Vi ricordate a grandi linee la storia? Facciamo un ripassino perché le famosissime streghe non sono il fulcro del dramma… anche se la prima scena si apre proprio con le tre Norne immerse in un’atmosfera di lampi e tuoni.
Dunque il generale Macbeth, dopo la profezia delle streghe, inizia a nutrire l’ambizione di diventare re. Aiutato da Lady Macbeth riesce nell’intento, ma rimane talmente scosso da entrare in un turbinio di delitti, che culmina nel realizzarsi di tutte le profezie delle Norne… eh sì, in un certo senso potrei ricredermi e dire che siano proprio loro le vere protagoniste della tragedia!
Un adattamento non è una trasposizione, quindi la pellicola potrebbe presentare alcuni punti di leggera divergenza. Tuttavia lo spirito dell’opera shakespeariana è stato mantenuto, anche se il film ha di certo dovuto piegarsi alle esigenze mainstream dettate dalla statunitense The Westein Company. Non è detto, comunque, che l’hollywodianità si sentirà troppo: del resto l’ambientazione giusta (le originali location scozzesi in pieno inverno), la sanguinarietà suggerita dalla cupa locandina e la grande cura foto-scenografica hanno fatto sì che la produzione abbia tutte le carte in regola per coprire l’influenza americana, non sempre di splendida qualità.
E non c’è da dimenticarsi Michael Fassbender! Fino ad ora l’attore non ha mai deluso, e anche in Macbeth promette scintille nel rendere a pieno il tormentato protagonista, recitando la parte in un perfetto irlandese.
Così parla Fassbender del suo Macbeth, dimostrando di averlo studiato e compreso a fondo:
“Un uomo fratturato intimamente da un lavoro violento, disumanizzante. Macbeth diventa sovrano ma non è un politico, è e rimane un soldato. Il suo mestiere gli causa stress post traumatico esattamente come accade a ogni militare reduce di guerra. Allucinazioni, fantasmi, sangue e il profondo senso della perdita, perché non dobbiamo dimenticarci che lui e sua moglie hanno perso almeno un figlio. Sono il classico esempio di famiglia disperata, distrutta e distruttiva.”
Malelingue sussurrano invece che la co-protagonista Marion Cotillard (vista un po’ ovunque fra spot pubblicitari, film, serie tv e persino video clip), non sia nemmeno lontanamente all’altezza della Lady Macbeth delineata dal Bardo. Le diamo almeno una chance?
Nel cast troveremo anche Sean Harris (“Mission: Impossible 5”, “Prometheus”, “Liberaci dal male”) nel ruolo di Macduff, Elizabeth Debicki (“Il grande Gatsby”, “Operazione U.N.C.L.E.”) nei panni di Lady Macduff, Paddy Considine (“Child 44”, “The Bourne Legacy”) che interpreterà l’amico Banquo, Jack Reynor (“Transformers 4 – L’era dell’estinzione”) nella parte di Malcolm, e infine David Thewlis (“La teoria del tutto”, “Il bambino con il pigiama a righe”) nei panni di Re Duncan.
Dietro la macchina da presa ci sarà il praticamente esordiente regista australiano Justin Kurzel, che di rilevante ha girato, appunto, solo Macbeth. Lo ritroveremo, però, l’anno prossimo alle prese con il film di Assassin’s Creed, sempre insieme a Fassbender e alla Cotillard. Quindi sembra sia della filosofia: squadra che funziona non si cambia… ma funzionerà davvero?
Nell’ultimo secolo gli adattamenti cinematografici dell’opera di Shakespeare sono stati otto – se non me ne perdo per strada qualcuno. Si parte dal 1948 con Orson Welles, si passa per le pellicole di Akira Kurosawa (1957) e Roman Polanski (1971), poi si saltella dal 1983 al 2003, al 2006 (che ospita ben due film) e si giunge al 2010 con l’opera di Rupert Gool e il Macbeth del grandissimo sir Patrick Stewart. Cosa c’è nel film di Kurzel che non abbiamo già visto negli altri adattamenti all’opera del Bardo? Si tornerà alle origini. Nelle ultime pellicole si è seguita la tendenza a modernizzare l’opera, ambientandola ora nel XX secolo, come nel caso del film con sir Patrick, ora addirittura ai giorni nostri, con risultati non proprio brillanti come in “Macbeth: Lotta per il potere” del 2006, in cui il dramma viene ambientato in Australia nel mezzo di un regolamento di conti fra bande rivali per il controllo della droga e del territorio.
Con Kurzel l’ambientazione torna nella sanguinaria Scozia d’inizio Basso Medioevo, con le lotte fra clan e sul confine con l’Inghilterra, promettendo tutto quello che la poesia di Shakespeare riesce ad evocare: conflitto interiore ed esteriore, scontri crudeli, un fato sempre divertito, e un mondo, quello bretone, che si fa teatro di ogni genere di dramma umano.
– Elena Torretta –