Attendere l’ultimo titolo di una serie che abbiamo particolarmente apprezzato è un’esperienza paradossale: da un lato abbiamo ancora la mente e le dita invase dai ricordi che i giochi precedenti ci hanno lasciato, dall’altro ci aspettiamo, giustamente, che il lavoro degli sviluppatori si traduca nel mondo virtuale in qualcosa di completamente nuovo, un prodotto che nell’anima rimanga indiscutibilmente erede della tradizione ludica a cui siamo affezionati, ma ritemprato e plasmato per soddisfare le nostre sempre crescenti aspettative.
Produrre un sequel, di conseguenza, non è facile, ancor meno quando vi è una grande eredità con cui esso deve fare i conti: quando parliamo del terzo Dark Souls, poi, tale eredità è appesantita dal divario nei giudizi dei due titoli precedenti, che acclamavano il primo come indiscusso capolavoro ma divenivano più discordanti riguardo al secondo. Un compito arduo, ma per il quale il team di sviluppatori di FromSoftware pare più che adeguato, giudicando dalle informazioni finora trapelate.
Partendo dai numeri, essi paiono confortanti: si parla di una dozzina di aree di gioco, per una superficie complessiva grosso modo comparabile a quella del primo Dark Souls, dieci classi, quindici boss, e oltre quaranta avversari “comuni” differenti, ciascuno con proprie caratteristiche e stili di combattimento.
La complessità di gioco viene poi ingigantita da un buon livello di intelligenza artificiale (dalle demo si notano la tendenza degli avversari di coordinare efficacemente i propri sforzi per abbattere lo sfortunato protagonista), e un incremento della difficoltà nel corso degli scontri con i boss. Questi ultimi, infatti, subita una certa quantità di danni, svilupperanno abilità e poteri aggiuntivi, rendendo la vita sempre più difficile a chiunque sia tanto coraggioso da sfidarli. Non si tratta certo di una novità per gli appassionati della serie, ma nel terzo capitolo essa sarà portata a un nuovo livello di pervasività, con ogni singolo boss provvisto di uno o più assi nella manica da tirare fuori in caso di necessità.
Hidetaka Miyazaki, presidente di FromSoftware, ha tenuto a sottolineare l’elevata cura riposta nella caratterizzazione degli avversari di fine livello: non solo essi rappresenteranno delle complesse sfide sul piano tattico per i giocatori, che dovranno adattare le proprie strategie di battaglia in tempo reale per riuscire a sopravvivere, ma mostreranno anche un livello di profondità e compiutezza difficilmente riscontrabile nell’universo videoludico. Particolare cura è stata riposta nella loro ideazione, al punto da poterli considerare dei veri e propri personaggi non giocanti, piuttosto che semplici pupazzoni idioti da prendere a mazzate finché non muoiono.
Simile discorso vale per la strutturazione dei livelli che, prendendo la demo come esempio, pare più complessa rispetto a quella dei titoli precedenti. Le ambientazioni sono curate, ricche di percorsi alternativi e angoli nascosti, all’interno dei quali i giocatori più solerti nell’esplorazione (aiutati in questa da un sistema di illuminazione dinamico e realistico) potranno trovare dei santuari (in verità, più simili a lapidi) dove, in cambio di una “offerta di fiamma” (non è ancora chiaro se quest’ultima avrà qualche effetto sul gameplay nel suo complesso) si potranno ammirare alcune cutscene che getteranno un po’ di luce sullo svolgimento della trama generale.
Trattandosi di Dark Souls, quest’ultima si preannuncia piuttosto ingarbugliata, frammentaria, e con un buon margine di libera interpretazione da parte del giocatore. Brandon Williams, tra gli sviluppatori del gioco, conferma che l’ambientazione ricalcherà quella dei titoli precedenti e che, pur non concludendo definitivamente la serie, il gioco sarà un punto di svolta nella trama generale degli eventi, dove si porteranno a compimento alcuni punti lasciati finora in sospeso: a cosa in particolare si riferisca, non ci è dato sapere, e per il momento pare azzardato anche solo fare delle ipotesi.
Tuttavia, ad attirare maggiormente la nostra attenzione al momento è la nuova meccanica delle “arti di battaglia” (battle arts, in originale), delle quali Miyazaki sembra particolarmente orgoglioso. Esse prevedono un insieme di mosse speciali, legate al tipo di arma e ad alcuni criteri situazionali, decisamente più potenti dei comuni attacchi, ma anche più limitate nel numero di utilizzi: per il momento, le demo mostrano un numero fisso di battle arts utilizzabili, reintegrabile secondo un sistema ignoto, ma non sono escluse ulteriori modifiche, come l’introduzione di una barra di energia ricaricabile attraverso item consumabili.
Dal punto di vista del gameplay, esse promettono di aggiungere ulteriore complessità e longevità al sistema, con i giocatori incoraggiati a sperimentare differenti stili e combinazioni per superare le sfide poste man mano nel corso dell’avventura. Similmente a quanto già visto in Bloodborne, altro titolo di FromSoftware, l’enfasi sarà riposta sulle differenze negli stili di combattimento piuttosto che quelle tra le varie tipologie di armi (la panoplia del gioco, pur varia, è leggermente inferiore per numero di strumenti di morte rispetto a quella di Dark Souls 2). Alcuni hanno già storto il naso, temendo che la difficoltà nel padroneggiare quest’ultima aggiunta all’arsenale dei personaggi vada a sommarsi a quella già proverbiale del gioco in sé, ma i programmatori ci rassicurano: le battle arts saranno una freccia in più nella faretra del protagonista, non certo una palla al piede per ostacolarlo. A fronte di tali succose novità per gli appassionati del melee, non si sa praticamente nulla sul sistema di magia: dalle intervista rilasciate, tuttavia, Miyazaki non ha mancato di accennarvi, descrivendolo come simile alle battle arts, e promettendoci ulteriori aggiornamenti in futuro.
Per il momento, queste sono le informazioni disponibili fin ora sul gioco: non ci resta, dunque, che rimanere in ascolto dei sussurri della rete, sperando di potervi fornire presto ulteriori novità. Nel frattempo, aspettando l’arrivo del 2016, consigliamo di tenersi in allenamento con i primi due Dark Souls, o magari riscoprendo Demon’s Souls, il gioco che ha dato il via a tutto.
– Federico Brajda –