Colui che riesce a creare un filone letterario, un genere, un’innovazione, non sa di essere un iniziatore, lo fa e basta. Il mercato invece, permette poi a coloro che provano a seguire il trend e sfruttano fino all’eccesso qualcosa che funziona, di vivere, creando storie simili e di successo.
Questo il primo pensiero, elaborato in modo leggermente più rustico, che mi ha sfiorato quando ho cominciato a leggere le prime pagine del libro “Regina Rossa” di Victoria Aveyard, edito da Mondadori. Questa storia, ambientata in una realtà distopica strizza l’occhio ripetutamente al successo di Hunger Games, con tanto di protagonista simil-Katniss.
Ma, cari Illyoners, durante la lettura mi sono ricreduto e ho abbandonato questo pregiudizio dopo poche pagine.
Mare Barrow è una ragazza sveglia e sensibile che vive a Palafitte, un villaggio di Rossi, e cioè gli esseri appartenenti alla classe sociale più bassa. I rossi sono semplici e comuni esseri umani, che per la loro natura, vengono utilizzati per i lavori più umili o costretti in condizioni di inferiorità da coloro che detengono il potere, politico, sociale, fisico, psicologico o di qualsiasi altro tipo sul regno intero e cioè gli Argentei. Il re, i nobili, i mercanti, i ricchi, sono argentei. La plebe è composta da Rossi. Questa distinzione non è costituita solo da un discorso di classe sociale, in quanto gli argentei non sono umani, ma qualcosa di più.
Simili a semidei, dal sangue di colore argento, detengono poteri capaci di dar loro una forza sovrumana, leggere nella mente altrui, inculcare pensieri ed azioni in terzi, modellare gli elementi a proprio piacimento. Per questo motivo, in un sistema socio-politico dittatoriale ed asfissiante, che comunica una sorta di esperienza totalitarista, la rabbia è tanta ma gli strumenti nelle mani dei rossi sono pochi.
Inoltre, in un piacevolissimo richiamo ai luoghi fumosi del processo kafkiano e alle guerre contro Eurasia ed Estasia messe in opera in 1984, i migliori Rossi, raggiunta la maggior età, vengono mandati al fronte a combattere una guerra senza motivo, senza senso, i cui nemici si confondono nelle parole che li descrivono, e dalla quale non fanno quasi mai ritorno. Carne da macello per una guerra sprovveduta e, sconosciuta.
La nostra protagonista, detentrice come tutti di un forte odio per gli argentei, riesce, per cause diverse, ad avvicinarsi sempre più a questi, ad osservare la loro violenza e crudeltà ed inesistente pietà per i più deboli. Da ladruncola di Palafitte si ritrova ben presto a lavorare come serva per gli argentei finché non si accorge di qualcosa di davvero strano. Quei poteri, così unici e divini degli argentei, forse non sono solo appannaggio di questi, ma anche una rossa, se speciale, può essere molto di più, di una serva.
E così tra amori, principi ereditari, nomina ad argentea dal re in persona, poteri incredibili, sfide in arene, e sopratutto un tumultuoso contesto politico in fermento, con la comparsa dei terroristi della Guardia Scarlatta, che vuole distruggere l’impero degli argentei, Mare ci conduce nell’asfissiante ambiente di un mondo ricco ed egoista che schiaccia e sfrutta un intero popolo, totalmente inerme, o quasi.
Lo stile della Aveyard risulta chiaro e scorrevole, con difficoltà viene voglia di accantonare il libro. Il clima molto pesante che si respira, spinge il lettore a scoprire cosa accadrà e a sperare di trovare la luce, in fondo a quel tunnel di interessi ed egoismo che tappezza il percorso della giovane Mare.
Non ci sono passaggi poco credibili o personaggi vuoti, ma, come dicevo all’inizio, tanta è l’ispirazione a recenti successi del genere distopico-fantastico che rendendo Mare molto simile a Katniss, relegando anche qui, talvolta, una storia tutt’altro che smielata in lunghe descrizioni di vestiti di seta e raso, baci sfuggenti, sguardi mal interpretati. Di certo è un libro che si rivolge anche a lettrici giovani, quindi sono questi elementi fondamentali per creare anche in quei casi seguito, ma da buon sventratore di draghi, preferisco di gran lunga l’aspetto action, rivoluzionario e politico presente nella storia.
Gli argentei stessi sono carini, con poteri vari e potenti, che creano simpatiche sottotrame e stratagemmi, che in combattimento rendono ancora di più. Peccato per l’abuso degli elementi naturali, questo effetto Pokémon secondo il quale acqua batte fuoco, fuoco batte erba, sa davvero troppo di già visto. La descrizione dei combattimenti invece non la manda di certo a dire, e carica chi di energia e speranza ogni scontro finalizzato a far sì che quella violenza socio-politica venga arrestata.
Ultimo elemento distintivo che mi sento di evidenziare è un interessante bipolarismo confuso. Nonostante gli argentei non siano simpatici a nessuno, non sono i detentori del male assoluto, tra di loro ci sono personaggi, anche potenti, che sostengono i rossi e che possono essere definiti come “buoni”. Tra i rossi stessi, la rabbia di tanti e “gli attacchi terroristici” messi in atto dalla Guardia Scarlatta non li portano sempre sul podio dei buoni di turno, ma includono questi ed il loro movimento rivoluzionario e sanguinario in una posizione abbastanza neutrale.
In conclusione il primo libro della trilogia è interessante, con un ottima ambientazione e una storia di fondo appassionante. Senza dubbio “Regina Rossa” si colloca nell’alveo dei libri post Hunger Games, ma questo non ne fa per forza un remake mal creato. Il successo negli States ha inoltre già portato all’annuncio della vendita dei diritti della saga alla Universal Picture per una trilogia cinematografica diretta da Elizabeth Banks sulla sceneggiatura di Gennifer Hutchison (Breaking Bad, The Strain).
– Luca Scelza –
“Regina rossa” di Victoria Aveyard – Recensione
Luca Scelza
+Ambientazione totalitaria ed asfissiante molto credibile
+Narrazione appassionante e curata
+Gli Argentei
-Troppo tempo a descrivere seta e vestiti
-Storia d'amore un pelino prevedibile
Regina Rossa è un distopico che vi sorprenderà. Nonostante sia uno young adult, racchiude in sé molti elementi d'avventura, di pericolo e tensione che lo rendono una lettura appassionante. Si respira perfettamente il clima dittatoriale e di odio e si spera tutto il tempo nella protagonista e nel suo successo, per far capitolare il sistema.