Elen sila lumenn omentielvo, avventurieri! Quando ci viene riproposto un revival degli anni ’80 è sempre un piacere per gli occhi, soprattutto per quelli delle vecchie generazioni di videogiocatori affezionati cresciuti con capolavori come “Pac-Man”, “Arkanoid” e altri del genere. Col film “Pixels” si è tentato di capire (ovviamente nei limiti di una commedia) l’impatto che potrebbe avere un’invasione aliena su vasta scala organizzata da videogiochi anni ’80, con una strizzatina d’occhio al palese e inevitabile conflitto tra i giocatori old school e le nuove generazioni. Ce la faranno i nostri eroi? Scopriamolo.
Pixels: trama, considerazioni
Diciamolo: la trama del film è molto semplice: nel 1982 due ragazzi si recano presso una sala giochi. Uno dei due – Sam Brenners, interpretato da Adam Sandler – è un fenomeno raro ai cabinati, dimostrandosi capace di imparare con precisione meccanica gli schemi di funzionamento dei videogames. L’altro invece – Will Cooper, interpretato da Kevin James – è bravissimo a manovrare le classiche macchinette col braccio meccanico nelle quali bisogna provare ad acchiappare gadget e pupazzi. Forti di questi incredibili talenti, i due partecipano al primo torneo internazionale di videogiochi, durante il quale inviano nello spazio una capsula contenente testimonianze visive di questi videogames. Questa capsula viene però intercettata dagli alieni, che fraintendono il contenuto credendo che si tratti di una dichiarazione di guerra nei loro confronti.
A questo punto c’è un salto in avanti nel tempo, che ci mostra Brenners lavorare per una ditta di tecnologie, mentre il buon Will “Chubi” Cooper divenuto nientepopodomenoche presidente degli Stati Uniti (ma quanto è a caso ‘sta roba? Giuro che non me ne capacito: beata sospensione dell’incredulità): starà proprio a Brenners, accompagnato da un team improbabile, riuscire a sventare la pixellosa minaccia che si sta abbattendo sul pianeta.
Il film si ispira liberamente ad un cortometraggio del 2010 di Patrick Jean, tutto sommato con delle ipotesi interessanti. La pellicola butta un occhio anche ad altri lavori come Men in Black (chi non ricorda la scena dell’appassionato di avvistamenti e il dialogo con sua nonna? Per me è stato semplicemente folgorante e inaspettato), offrendo effetti speciali molto impattanti e belli da vedere, e un discreto coinvolgimento. E il resto?
Quando un nome non basta
Con una tematica del genere e con Adam Sandler come protagonista, “Pixels” non è un film che può passare inosservato, soprattutto per chi come me lo attendeva da molto. Anche Peter Dinklage mi ha colpito molto nella sua interpretazione del bastardissimo Eddie Plant – si vede proprio che la sua è una particolare predilezione per i personaggi carognoni. Eppure non è abbastanza: non critico la recitazione o la regia, ma proprio il concetto del film in sé, che non riesce a strappare più di un sorriso (male, molto male per una commedia). Per quanto lo abbia comunque apprezzato, e sia a tutti gli effetti una visione godibile, ho trovato penalizzante l’umorismo un po’ banalotto che fa da perno al film.
Sono dell’opinione che si poteva fare molto di più, anche in termini visivi. Forse la parziale delusione è dovuta ad un’aspettativa troppo alta, o forse al desiderio di raggiungere il fasto di alcuni capolavori degli anni passati, ma in questo “Pixels” manca completamente bersaglio, risultando nulla di più che un buon passatempo, e soprattutto nulla di memorabile. Ci rimane una consolazione: almeno non c’è la sensazione di volere indietro i soldi del biglietto, e già questo mi sembra tanto.
Complice anche il finale piuttosto scontato, il film non lascia praticamente nulla allo spettatore, se non forse tanta, tanta nostalgia di un tempo mai vissuto, in cui i videogiochi non erano semplicemente un qualcosa su cui investire quei sudatissimi spiccioli guadagnati vendendo limonate asperrime ai bordi della strada, ma era passione, verginità chiusa ferocemente a chiave in nome di un record da battere, di un segreto da scoprire, di una storia da vivere fino in fondo. Quella storia che ha cambiato per sempre il nostro modo di vedere, di pensare e di vivere la vita, che ci ha offerto altri mondi da visitare e da condividere.
E qui mi fermo, amici. Voi avete già visto “Pixels“? Cosa ne pensate? Lasciate un record qui sotto con un commento! Buona fortuna, avventurieri!
–Michele Giuliani–
Pixels, la recensione in 8 bit
Isola Illyon
- Molto accattivante dal punto di vista grafico;
- Una buona costruzione dei personaggi;
- Battute un po' scontate;
- Finale scontato;