Anche se per più di trent’anni è stato un autore importante in parecchi generi diversi […], solo ora possiamo affermare senza ombra di dubbio che George R.R. Martin ce l’ha fatta. L’inoppugnabile prova è che di recente il libro di un altro scrittore è stato pubblicizzato con la frase “nella tradizione di George R.R. Martin”. Quando un autore ha abbastanza successo, quando i suoi libri si vendono così bene che gli editori cercano di indurre i clienti a comprare il testo di un altro dicendo che assomiglia ai suoi, allora ce l’ha fatta, è realmente un Autore di Fama e non è possibile mettere in discussione questo fatto.
È con queste eloquenti parole che lo scrittore ed editore americano di fantascienza Gardner Dozois presenta al pubblico “I Canti del Sogno – Volume I”, l’ultimo libro pubblicato in Italia che porta sulla copertina il nome dell’autore de “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”, il nostro amato George Martin. Come non essere d’accordo con lui? Attenti, però, niente Westeros questa volta: il volume in questione non è altro che una raccolta di svariati suoi racconti scritti in un arco di tempo che andava dai primi anni ’80 fino alla fine degli anni ’90. In patria questo bel mattoncino (ben 1286 pagine di felicità) ha debuttato col dimenticabile nome di GRRM: A RRetrospective. Tre anni più tardi l’opera è giunta anche in Inghilterra, adottando il nome ben più gradevole di “Dreamsongs”, mantenuto anche per l’edizione italiana, disponibile dallo scorso 7 aprile.
In realtà devo subito darvi una piccola delusione: il libro che troviamo sugli scaffali delle nostre librerie non corrisponde esattamente all’edizione originale, la quale conta ben 34 racconti divisi in nove aree tematiche. Questo perché alcuni di essi sono stati precedentemente già pubblicati da Mondadori (ad esempio quelli contenuti ne “I Re di Sabbia” e ne “Le Torri di Cenere”), causando non poca confusione in noi lettori. Penso non sia il caso di dilungarmi in un elenco di cosa sia stato o non sia stato ancora pubblicato il Italia dell’antologia originale (se fate una bella ricerca in rete non dovreste avere difficoltà a trovare tutte le informazioni merito), perciò parliamo direttamente dei sette racconti che sono stati inseriti in questo “I Canti del Sogno – Volume I”.
- “Solo i bambini han paura del buio” (titolo originale: “Only Kids Are Afraid of the Dark”): narra la storia di un demone e di un cacciatore che lo affronta;
- “La Fortezza” (titolo originale: “The Fortress”): narra la storia di un gruppo di militari durante il periodo della Guerra di Finlandia del 1808;
- “E morte il suo retaggio” (titolo originale:”And Death His Legacy”): narra la storia di un politico americano e di un miliardario malato terminale;
- “Un uomo da carneteca” (titolo originale: “Meathouse Man”): narra la storia di un operaio introverso alla ricerca dell’amore, ambientata in un futuro distopico;
- “Ricordo di Melody” (titolo originale: “Remembering Melody”): narra la storia di un avvocato e della sua bizzarra vecchia amica;
- “La Cura della Scimmia” (titolo originale: “The Monkey Treatment”): narra la storia di un ragazzo molto grasso e della strana cura che intraprende contro l’obesità;
- “L’uomo-a-forma-di-pera” (titolo originale: “The Pear-Shaped Man”): narra la storia di una ragazza appena trasferitasi in un palazzo abitato da un uomo misterioso col corpo a forma di pera.
Questi i racconti, e un brevissimo accenno di trama (non mi dilungo oltre, anche perché alcuni di essi sono talmente brevi che finirei con farvi degli spoiler).
Cosa si può dire sul libro? In diversi racconti è innegabile ritrovare un po’ di ciò che fin ora abbiamo conosciuto di Martin. Prendete, per esempio, “La Cura della Scimmia”, dove si parla di un ragazzo grasso. Qui abbiamo piena conferma del fatto che l’autore abbia una vera e propria passione per la cucina: come più volte nel corso de “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”, lascia poco spazio all’immaginazione, e riporta con grande cura e dovizia di particolari le descrizioni di tutte le pietanze che il protagonista, Kenny Dorchester, si trova ad ingurgitare. L’unico racconto che abbia degli elementi più fantastici è il primo, “Solo i bambini han paura del buio”, che a mio avviso forse è anche quello meno riuscito tra quelli proposti. Ho trovato un po’ prevedibile “Ricordo di Melody” (ma non è detto che lo sia per tutti), mentre mi sono piaciuti molto sia “Un uomo da carneteca” che “L’uomo-a-forma-di-pera”, dove si intravede quel guizzo di genialità martiniana che tanto amiamo, e quel suo modo piuttosto crudo di porre le situazioni di fronte al lettore.
Ok, ma ora vi starete chiedendo: vale la pena comprare questo libro? Vi dico subito che se state cercando dei racconti che qualitativamente propongano le caratteristiche tipiche delle avventure dei Sette Regni, non li troverete ne “I Canti del Sogno – Volume I”. Nonostante questo, per un lettore che abbia voglia di immergersi in un prodotto scorrevole (Martin è anche sinonimo di questo, ormai dovreste saperlo), magari anche per scoprire quale sia stata l’evoluzione della scrittura dell’autore americano dai primi anni ’80 fino ad “A Game of Thrones”, quest’opera rappresenta un piacevole intervallo tra un bagno a mare e una ripassata per l’esame conclusivo della sessione estiva.
Una pacca sulla spalla a Mondadori, che questa volta pare aver posto maggiore cura nell’editing, ma vogliamo anche sperare che, come promesso, col Volume II dell’opera (ancora senza data d’uscita) l’azienda pubblichi tutti i rimanenti racconti, evitando così un’ulteriore frammentazione (e altri esborsi ai poveri lettori).
“I Canti del Sogno – Volume I” è disponibile sia in formato cartaceo (ad un prezzo consigliato di 18,50€) che digitale (a 9,99€).
– Mario Ferrentino –
G.R.R. Martin, “I Canti del Sogno Vol. I” – Recensione
Mario Ferrentino
- Scorrevole come tutte le opere di Martin;
- In alcuni racconti si intravede quello che è lo stile che contraddistinguerà l'autore;
- Il lettore è costretto ad acquistare un altro libro per leggere le storie rimanenti;
- Parte dei racconti sono dimenticabili;
- Rapporto qualità-prezzo non proprio equo;