Sono passati più di due mesi dalla fine del PLAY di Modena, il festival del gioco, ma nessuno di noi ha di certo smesso di giocare, anzi siamo già pronti a scaldare tavoli e sedie per la prossima edizione.
Oggi abbiamo intervistato Andrea Ligabue, direttore artistico della manifestazione modenese dedicata al gioco intelligente, per parlare di gioco e mercato italiano di boardgame e gdr.
Ciao Andrea, bentornato su Isola Illyon! Partiamo parlando della tua professione, che è molto interessante, tu sei un Ludologo. In cosa consiste il tuo lavoro?
Il mio lavoro ha diverse sfaccettature. In primis mi occupo di formazione (insegnanti, educatori e genitori) sul gioco come strumento didattico/educativo. Una grossa parte del mio lavoro consiste poi in interventi nelle classi (primaria e secondaria) in cui faccio giocarei i bambini/ragazzi per poi trarre dall’esperienza ludica considerazioni, apprendimenti, riflessioni. Svolgo poi consulenza per ditte che si occupano di formazione aziendale (di fatto occupandomi di progetti di gamification) e per aziende del settore ludico.
Mi piacerebbe dire che parte del mio lavoro è anche quella di occuparmi di giornalismo ludico ma visto i compensi che girano nel settore è più un volontariato-professionale che una vera e propria professione…come del resto anche il ruolo di Direttore Artistico di PLAY, che ricopro a nome del club TreEmme.
Qual è la fascia di età più importante per seguire e praticare il gioco intelligente?
Sicuramente il gioco intelligente (da tavolo, di ruolo) svolge una funzione importante a partire dai 5 anni. Gli anni della scuola primaria sono fondamentali (già a partire dai 7-8 anni quando inizia lo sviluppo di alcune metaconoscenze). Secondo me però dove davvero il giocare con costanza e a tanti giochi diversi può fare la differenza, è negli anni delle scuole medie dove purtroppo molti ragazzi/e o smettono di giocare o si dedicano in maniera oserei dire compulsiva solo a pochi videogiochi (o a giochi di carte collezionabili).
Parliamo dell’ultima edizione del Play di Modena che ci ha visto Media Partner. Come è andata? Vi aspettavate un’affluenza così grande?
È andata molto bene. Speravamo di confermare la crescita costante di PLAY ma i numeri ci hanno fatto davvero sorridere, anche perchè siamo comunque in anni di recessione e in generale di difficoltà per le manifestazioni fieristiche.
Quali sono i tempi per mettere su una fiera così grande? Siete già a lavoro per l’edizione 2016?
La progettazione dell’edizione 2016 inizia ben prima della fine dell’edizione 2015. Certo che siamo al lavoro, anzi siamo già molto attivi anche perchè ci sono state alcune criticità che vogliamo assolitamente risolvere per poter offire al pubblico e agli espositori la miglior esperienza ludica possibile.
Quali pensi che siano stati i boardgame più interessanti di questo 2015?
Senz’altro, per parlare di qualcosa di molto specifico, Wir Sind Das wolk! è un ottimo prodotto ma sono stati davvero tanti i titoli di pregio. Occorre poi tener conto del target di ogni titolo (appassionati, famiglie, bambini).
Cosa ne pensi del mercato italiano dei giochi da tavolo e della sua evoluzione negli ultimi anni?
Ti dico solo che anni fa andavo ad Essen e tornavo con decine di scatole consapevole che molti di quei titoli non li avrei mai visti in Italia. Oggi la quasi totalità dei titoli di pregio ha già una edizione italiana programmata o comunque viene pubblicato nella nostra lingua nel giro di un anno. Credo sia segno di un mercato in forte crescita anche sei i margini di espansione e diffusione del gioco da tavolo sono ancora enormi, come mi rendo conto andando tutti i giorni nelle scuole e accorgendomi che tutt’ora Otto Mailotto o Monopoly sono quasi gli unici titoli davvero conosciiuti da tutti…
Trovi differenze rispetto ai prodotti ed al circuito dei giochi di ruolo?
Il gioco di ruolo è purtroppo ancora più di nicchia ma credo possa beneficiare della crescita importante che sta avendo il gioco da tavolo. Sicuramente se ci fosse un’edizione in italiano della quinta edizione di D&D, con tutto il potenziale mediatico che ne conseguirebbe, tutto il mercato ne trarrebbe beneficio. Ma un’operazione come quella che GG studio sta facendo con Savage Worlds qualche anno fa non sarebbe stata possibile, quindi anche in questo senso vedo dei segnali positivi.
Salutiamoci con un ultima domanda. Per te qual è l’elemento che rende davvero unica l’esperienza di fruizione del gioco intelligente? Immedesimazione, competitività, raggiungimento di obiettivi?
Sicuramente il coinvolgimento. Un gioco funziona nella maniera in cui è in grado di coinvolgere i giocatori in maniera intensa. Tanto è vero che una delle prime cosa a cui deve pensare un game designer è il tipo di esperienza che il giocatore vivrà giocando al suo gioco.
Grazie, Andrea.
Grazie a voi e buon gioco a tutti!
Sono tante le voci del mondo del gioco in Italia ed è sempre un piacere dar voce a questi protagonisti. E voi, cari Illyoners, qual è il vostro rapporto col mondo del gioco? Quali invece i titoli che aspettavate/aspettate di più da questo 2015? Raccontatecelo qui sotto!
– Luca Scelza –