Di 4 Hoods vi accennammo qualcosa già pochi giorni fa. Questo prodotto è nato da un’idea di Roberto Recchioni, curatore di Dylan Dog e mente (malvagia) dietro a molti altri titoli, tipo Orfani, John Doe, o i fumetti basati su “Le Cronache del Mondo Emerso”.
4 Hoods è nato circa un anno fa su Facebook: l’autore ha avviato il progetto, come si può leggere sul suo blog, per prendere amichevolmente in giro tutti quei fumetti in cui si parla troppo senza giungere ad una conclusione concreta. Aveva cominciato con qualche disegno di personaggi che, come ogni buon giocatore di Dungeon & Dragons sa, erano alla ricerca dell’avventura fine a se stessa. Poi la cosa è cresciuta da sola: la pagina Facebook ha ricevuto i suoi primi mille seguaci in circa sei ore, hanno cominciato a piovere fan art e commenti di persone alla ricerca di storie o semplicemente esaltate dalla novità. Pensate che oltre a disegni, omaggi e tavole, è anche comparsa la demo di un gioco! Così, tra social network e blog, i 4 Hoods sono diventati abbastanza famosi. Erano un progetto open source, ovvero utilizzabili liberamente da chiunque – a patto che non fosse a scopo di lucro –, ma la cosa è cambiata il 4 maggio, quando sulla pagina è comparso questo messaggio: “Comunicazione di servizio 1: da oggi 4 Hoods non è più da intendersi come un progetto OPEN. Non significa che non potete disegnarli se vi va, ma le ragioni del progetto sono cambiate.” Quindi?
Boh, qualcuno lo ha chiesto, ma non c’è stata risposta, e già si sospettava che da passatempo fossero pronti a diventare qualcosa di più. Da lì a poco, infatti, è arrivata la presentazione ufficiale di 4 Hoods come fumetto Bonelli, e ora siamo in attesa del 2016 quando, finalmente, potremo tenere tra le mani il primo albo da tre storie. E ci interessa poco che, in teoria, sia un progetto “Young”, perché già in tanti hanno scherzosamente chiesto fino a che punto si possa essere definiti giovani, se sia sufficiente esserlo anche solo nell’anima, perché questi quattro personaggi hanno incuriosito lettori di ogni età – anzi, forse al momento stanno avendo più successo con chi è più avanti con gli anni.
Per questo, forse, per far conoscere 4 Hoods anche a quelli anagraficamente giovani. all’ARFestival (qui il nostro reportage) c’è stato un laboratorio con gli ideatori del nuovo fumetto e dei bambini: all’evento, dopo aver imparato a conoscere e disegnare i quattro nuovi personaggi Bonelli, è stata creata una breve storia in sessanta minuti. E visto che i bambini hanno scoperto chi sono i 4 Hoods, non mi sembra giusto che noi grandi rimaniamo indietro, perciò ne parliamo un po’.
Sono stati presentati sulle loro pagine quattro avventurieri: Viola, Verde, Rosso e Barba. Sono il classico gruppo da campagne di Dungeons & Dragons e Pathfinder e, almeno nel prologo comparso tempo fa sulla pagina di Facebook, sono in missione per salvare la principessa Mary Coraggio. La giovane nobile ha scritto al Club dell’Avventura per due ragioni di estrema importanza: la prima, ovviamente, è l’essere stata rapita da un Gigante delle Nevi. La sua matrigna, reggente del regno dopo la morte del padre della principessa, ha scoraggiato ogni valoroso cavaliere disposto ad andare a salvarla, e ora la giovane necessita l’aiuto di qualcuno di esterno. La seconda motivazione è il non aver ricevuto il suo Anello e il Distintivo del Club malgrado abbia spedito tutti i bollini necessari. Per questo il Grande Avventuriero, dopo aver letto la missiva, ha deciso di mandare alla ricerca della poveretta cinque valorosi avventurieri. Quattro, ovviamente, sono i nostri protagonisti.
Abbiamo Viola, l’ombra, l’assassino, armato delle sue due lame avvelenate: il Danno e la Beffa (e io qui penso di aver trovato il nome del prossimo pugnale del mio ladro); c’è Rosso, mago. Perché nessun gruppo che si rispetti può partire senza un mago; poi viene Verde, condottiero, stratega e abilissimo arciere che, per colpa di una maledizione, parla in una lingua incomprensibile ai suoi compagni; infine abbiamo Barba, scelto per la sua bellezza, ma forse anche perché ha spada, scudo, e, ovviamente, una fluente peluria sul volto. Non dovevano essere cinque? Perché allora sono 4 Hoods? Perché uno venne estromesso dal Grande Avventuriero, e per questo si chiama L’Escluso. Qualcuno pensa che la decisione di lasciarlo indietro sia stata una leggerezza del Grande Avventuriero, dettata solo da semplici ragioni estetiche, ma noi non lo possiamo sapere. O, almeno, non ancora. Per ora si sa che L’Escluso giurò vendetta e sparì, e che sembra già amato da molto futuri lettori: a tutti piacciono i cattivi e, forse, visto che siamo tutti un po’ nerd, ognuno di noi si è sentito escluso una volta o due (o anche di più) nella propria vita, e così è venuto naturale simpatizzare per questo personaggio, anche solo per via del suo nome, oltre che per l’aura oscura che lo avvolge. Comunque è così che comincia l’avventura dei 4 Hoods, o, almeno, così lo faceva il 10 marzo 2014, un’eternità fa se si considera la velocità con cui cambiano le cose durante la creazione di una storia.
Qualunque cosa capiti, considerati i nomi del nucleo del gruppo che si sta occupando e si occuperà di 4 Hoods, possiamo star certi del fatto che sarà qualcosa di curato e ben realizzato. Infatti, oltre Roberto Recchioni (creatore dei personaggi, direttore artistico, primo soggettista e primo sceneggiatore), ci sono Federico Rossi Edrighi (soggettista, sceneggiatore, responsabile layout e disegnatore), Riccardo Torti (primo disegnatore, soggettista e disegnatore) e Annalisa Leoni (prima pittrice). Per ora – perché il team sembra sia ancora in fase di sviluppo e, quindi, possiamo aspettarci altri nomi al party – non c’è molto altro da aggiungere: l’idea di un progetto open source è stata geniale e ha fatto nascere qualcosa di più grande, qualcosa che in molti, compresa la sottoscritta, vogliono leggere. È bello vedere un passo tanto deciso verso il pubblico da parte di una casa importante come la Bonelli, così com’è bello sapere di potersi trovare tra le mani qualcosa di piuttosto diverso dalle classiche storie bonelliane, ed indirizzato ad un pubblico più giovane.
Cos’altro? Arrivati a questo punto, possiamo solo augurare buona fortuna a 4 Hoods e… all’avventura! Ma nel 2016.
– Caterina Gastaldi –