La storia dei cartoni animati giapponesi è costellata di opere d’arte rimaste nella memoria dei lettori e non, diventati mostri sacri per chiunque e segnando di fatto la storia fumettistica. Titoli come Evangelion, Fullmetal Alchemist e Gundam, infatti, sono praticamente conosciuti da tutti quelli che masticano anche solo un po’ di cultura nipponica. Sword Art Online è al pari di questi titoli, tanto acclamato quanto discreditato, con masse di Haters e Fan che si battono ogni giorno sulla grandezza delle gesta di Kirito, il protagonista maschile della light novel, e Asuna, sua compagna.
La serie vanta una numerosissima quantità di materiale: partendo dalle light novel, che hanno reso famosa la storia stessa, si arriva al manga, all’anime e poi ai videogiochi, e cioè quello di cui mi interessa parlarvi oggi. Bandai Namco, infatti, ha in questi giorni annunciato che dall’Estate 2015 sarà disponibile in Europa, in esclusiva su PlayStation 4 e scaricabile solo in digitale, Sword Art Online Re: Hollow Fragment, versione “aggiornata” dell’omonimo gioco pubblicato sulle nostre PS Vita lo scorso agosto (ma disponibile nella Terra del Sol Levante da aprile 2014). E non solo: durante l’autunno 2015 sarà disponibile anche Sword Art Online: Lost Song, stavolta sia in versione PlayStation 4 che PlayStation Vita, anche in versione retail.
Ma di cosa trattano questi titoli? Essendo già disponibili in versione nipponica, posso farvene una veloce panoramica.
SWORD ART ONLINE: HOLLOW FRAGMENT
Il primo titolo, prodotto dal team Aquria, ci porta all’interno di una storia “What If”, ovvero un universo con una narrazione diversa da quella ufficiale. In questo mondo ci troviamo ad Aincrad, e Kirito, assieme alle sue compagne e compagni (il femminile davanti al maschile è d’obbligo) deve percorrere tutti i piani mancanti (dal 75° in su, quindi) fino a raggiungere il castello di fine livello. Per questioni di trama, il titolo è identico ad un MMORPG, anche se in realtà non lo è esattamente, trattandosi di un semplice gioco di ruolo: possiamo incontrare, durante il nostro percorso, gruppi di giocatori casuali (guidati però dalla CPU) messi lì per emulare un mondo virtuale che però virtuale non è. Le missioni sono varie, alternandosi da una caccia al mostro e arrivando fino a quest molto “fuffose” nelle quali dobbiamo passeggiare con i personaggi della serie animata. Abbiamo anche una speciale area, la Hollow Area (che dà il titolo al gioco). I dialoghi sono ben costruiti ed il combattimento è a metà tra quello classico da MMO (punta e clicca, attiva le abilità, eccetera) ed un action, nel quale noi prendiamo possesso del nostro PG, con una barra Burst che ci permette di eseguire attacchi combinati e potenziati. Nonostante queste buone premesse, il titolo pecca in due campi, difetti generalmente attribuibili a molti MMORPG: la ripetitività delle missioni che portano al boss (trova il mini boss, uccidilo, raduna la gilda, combatti il boss, passa al livello successivo) e le mappe di combattimento, ristrette e leggermente meno curate dal resto. Nonostante ciò, rimane un buon titolo e, anche grazie alla fama della light novel, è gradevole e riuscirà a far emozionare i fan della serie. I paesaggi e la musica sono buoni e si mantengono fedeli a ciò che succede in gioco (musica concitata in combattimento, tranquilla durante le missioni di pura conversazione). I siparietti e le conversazioni che i personaggi innescano tra loro e con il giocatore sono sempre studiati ad Hoc e riprendono gran parte del carattere che i personaggi hanno già nella serie animata, portando il giocatore a ricordare i “bei vecchi momenti”.
SWORD ART ONLINE: LOST SONG
Questo secondo titolo, prodotto invece da Artdink, è ambientato ad Alfheim Online, stesso setting della serie originale. Ciò che ci viene fatto notare, fin da subito, dal video iniziale è la possibilità di volare: lo spostamento nelle tre dimensioni è difatti un punto forte del gioco, mentre la caratteristica MMO viene completamente esclusa. Lost Song è di tipo action, con una tipologia di comandi diretta e la capacità di muoversi e attaccare tramite i vari tasti del controller. Il titolo, rigorosamente open world (o quasi, in ogni caso molto libero), presenta tutti i personaggi della serie con alcune aggiunte (vedremo, ad esempio, Sinon, protagonista di Gun Gale). Se col Hollow Fragment ci era permesso di utilizzare solo il poderoso Kirito, in questo potremo spaziare di più, potendo scgliere tra diversi protagonisti, ognuno dotato di proprie caratteristiche e abilità. Nonostante ci si possa muovere anche a piedi, è palese quanto gli sviluppatori abbiano concentrato le loro attenzione nei combattimenti aerei, creando boss enormi raggiungibili solo in volo. Altrettanta attenzione è stata impiegata nei vari personaggi della light novel, che in questo capitolo vengono approfonditi ed esplorati, così da aumentarne lo spessore per le serie successive. L’impatto grafico è piacevole e i paesaggi, anche grazie alla possibilità di volare, sono gradevoli da osservare da ogni inquadratura, anche se avremo quasi sempre una fastidiosa nebbia che limiterà il nostro campo visivo (chiaramente per ragioni di limitazioni hardware).
Entrambi i titoli riusciranno (e ci tengo a precisarlo perché sono sensazioni che, a distanza di anni, si sono ripresentate anche per il sottoscritto) a ricreare nel giocatore le stesse sensazioni provate guardando o leggendo la serie. Oltre a questo (e tutto ciò che è banale per un fan della serie) specifico che Sword Art Online Re: Hollow Fragment permetterà a chi aveva acquistato la versione PS Vita di trasferire su PlayStation 4 alcuni elementi di gioco, nonché di sbloccare subito tutti i DLC della versione portatile. Per quanto riguarda Lost Song, invece, questa edizione europea includerà nuovi combattimenti aerei e nuove opzioni di personalizzazione rispetto a quella originale nipponica.
Insomma, complessivamente i due titoli possono essere godibili e simpatici per i fan della serie e non solo, e quindi riescono nel loro proposito. Voi avete già avuto modo di provarli? Come vi sono sembrati? Oppure attenderete queste nuove edizioni? Fatecelo sapere!
– Yari Montorsi –