Buon fantasy a tutti voi, seguaci di ‘Game of Thrones’ approdati sulle bianche coste di Isola Illyon! Oggi recensiamo la settima puntata, ‘The Gift’ (‘Il Dono’): un nome che ha fatto impazzare le speculazioni dei fan, impegnati a capire a quale storyline facesse riferimento questo misterioso titolo. Oggi, fra le altre cose, scioglieremo definitivamente questo arcano: siete pronti?
DISCLAIMER: Questa recensione contiene SPOILER dalla puntata 5×07 – almeno quelli giudicati indispensabili per comprendere l’argomento trattato. Contiene anche, inevitabilmente, spoiler dalle puntate e dalle stagioni precedenti. Non proseguite la lettura se non avete ancora visto l’episodio e non volete rovinarvi la sorpresa!
Qual è, dunque, questo “dono” cui accenna il titolo? In molti hanno pensato che si riferisse alle terre del Dono di Brandon, l’area a sud della Barriera destinata al sostentamento dei Guardiani della Notte dal leggendario Brandon il Costruttore; altri hanno pensato che fosse il “dono” della morte, gentilmente offerto dalla Casa del Bianco e del Nero di Braavos (che, a scanso di equivoci, nemmeno è comparsa). Ebbene, eravamo tutti fuori strada: ancora una volta D&D, i produttori esecutivi dello show, hanno dimostrato una certa maestria nel disseminare indizi poi rivelatisi fasulli – evidentemente lo zio Martin ha fatto scuola.
Alla Barriera, Jon parte per Hardhome in compagnia di Tormund, impegnato nella disperata missione di convincere i Bruti ad unirsi alla causa che, nella sua visione assai lungimirante (forse anche troppo), dovrebbe essere comune ad entrambi gli schieramenti. Uno scambio di abbracci con il caro vecchio Samwell, quindi via verso l’avventura. Sam si ritrova improvvisamente solo, con Maestro Aemon delirante e sul letto di morte, con l’ostilità degli altri Guardiani della Notte (ma che fine hanno fatto quelli che sostenevano Jon?) espressa senza mezzi termini sia nei suoi riguardi che in quelli di Gilly, la figlia di Craster. Una comparsata di Spettro (giusto, Jon, perché non portarselo a nord della Barriera?), che avevamo intravisto per l’ultima volta nel primo episodio della stagione, e i due spasimanti se la cavano per il rotto della cuffia. Riescono perfino a celebrare facendo l’amore per la prima volta, ma ormai è evidente che la Barriera non è più un posto sicuro né per loro né per il neonato.
A Grande Inverno, intanto, è passato qualche tempo dalla notte di nozze più discussa dell’intera serie (chissà poi perché). Sansa vive da reclusa, prigioniera di una porta chiusa a chiave di giorno e delle perverse voglie di Ramsay Bolton durante le lunghe notti di fine autunno. A nulla vale chiedere soccorso a Theon: neanche vedere la sua amica d’infanzia seviziata e imprigionata ha superato le costrizioni mentali che lo rendono Reek; a farne le spese sono il piano di Brienne di salvare Sansa, quello di Sansa di scappare dal castello e, soprattutto, la povera vecchina che ci aveva conquistato sussurrando “Il Nord non dimentica”. Una donna dalla scorza particolarmente dura, eppure Ramsay riesce comunque a… strappargliela di dosso. Pagherai anche questa, bastardo!
Intanto, l’autunno volge davvero alla fine… Vedremo presto il corvo bianco della Cittadella che annuncia il cambio di stagione? Ne sa qualcosa Stannis, il cui esercito è decimato dalle temperature rigide, prostrato da marce estenuanti e dalla mancanza di cibo. Per Melisandre la soluzione di tutti i problemi è sacrificare Shireen, la figlia di Stannis, il cui sangue potrebbe compiere veri prodigi. Stannis, che sappiamo essere molto affezionato alla dolcissima bimba, rifiuta, ma è lecito chiedersi cosa accadrà alla poveretta nelle prossime puntate.
A proposito di bambine (in questo caso, bambine troppo cresciute)… la situazione evolve, ma non più di tanto, anche a Dorne: qui Jaime incontra per la seconda volta la propria figlia-nipote Myrcella. Vorremmo sottolineare la bravura di Nikolaj Koster-Waldau nel rendere gli imbarazzi derivanti dalla sua curiosa condizione di padre-zio, perché è uno dei pochi pregi rimasti a questa storyline. In definitiva, l’incontro serve solo a ribadire che Myrcella “si è ben ambientata” (cit. Bronn) e che non ha alcuna intenzione di lasciare i Giardini dell’Acqua e l’amore che sta sbocciando con Trystane Martell. Deal with it, zio Jaime. Ma se questa scena appare in sostanza solo un appena ridondante, vorremmo veramente capire il senso di quella che si svolge nelle prigioni dorniane fra le tre Serpi, intelligentemente chiuse tutte nella stessa cella, e Bronn, divenuto loro dirimpettaio. Come molti avevano intuito fin dalla scorsa puntata, la lama con cui Tyene lo aveva ferito era intrisa di veleno, e adesso il nostro mercenario preferito rischia la vita. Il dramma si risolve in uno spogliarello improvvisato della (bellissima) Tyene (Rosabell Laurenti Sellers) che, per quanto gradevole per i maschietti, ha in buona sostanza la funzione di ricattare (?) Bronn: una volta che questi si decide ad ammettere che Tyene è la donna più bella che gli sia mai capitato di incontrare, la viperetta si decide a sganciare il provvidenziale antidoto. Spiegatecela.
A Meereen, intanto, scopriamo uno dei due significati attribuibili al “dono” del titolo: il regalo in questione è Tyrion, la carta che Jorah spera di giocarsi per ritrovare l’amore e la fiducia della regina del suo cuore. Acquistati da un lanista in versione fantasy, i due personaggi sembrano condannati a rivivere tutte le principali scene de ‘Il Gladiatore’ di Ridley Scott: va bene che parliamo di gladiatori anche qui, ma viva la fantasia! I richiami sono talmente tanti da far parlare più di scopiazzatura che di citazione: dal discorso prodromico all’incontro, alle panche su cui gli schiavi-non-schiavi (ma nelle fosse non dovevano combattere solo uomini liberi?) sono incatenati, fino all’ingresso nell’arena del gladiatore col viso coperto, che con folle determinazione omicida stermina tutti gli avversari. Il caso vuole infatti che allo spettacolo, quantunque “minore”, presenzi pure Daenerys Targaryen, in compagnia del promesso sposo, simpatico come una doccia con l’acqua gelata (non a caso Dany continua bellamente ad accogliere nel proprio letto Daario). Cosa farà la regina di Meereen del redivivo Jorah e del “dono” che questi le ha portato? Lo scopriremo nelle prossime puntate.
Ma il fulcro dell’episodio è tutto su Approdo del Re: Ditocorto, che gioca su qualcosa come tre o quattro tavoli diversi, forte dell’accordo con Cersei va a parlamentare con la nonna più dura dei Sette Regni, Olenna Tyrell, la Regina di Spine. Anche lui ha un dono (ed ecco il secondo significato) per l’alleata con la quale ha posto fine alla tirannia di Re Joffrey: un’informazione di valore inestimabile, che potrebbe consentire ai Tyrell di superare l’impasse in cui le diaboliche macchinazioni di Cersei li hanno cacciati. Proprio Cersei fa i conti con la frustrazione del figlio, che le dichiara apertamente di essere innamorato di Margaery e di voler fare qualunque cosa per salvarla: Cersei si intenerisce talmente tanto che per un attimo sembra anche sincera. Ovviamente è solo l’ennesimo gioco di maschere, come risulta evidente quando la Regina Madre si reca in visita dalla nuora: nonostante sia sporca, spettinata, sbattuta, probabilmente Margaery Tyrell (Natalie Dormer) non è mai stata più bella e più fiera. Nell’assurdo gioco passivo-aggressivo delle due Regine, è Margaery a mostrarsi, per una volta, senza infingimenti: basta finte smancerie, basta frecciatine, basta sottigliezze. Cersei sorride e se ne va, ma si accorge troppo tardi di aver scatenato un potere impossibile da controllare: lo stesso Credo che ha armato e sguinzagliato contro i Tyrell si rivolta contro di lei, trascinandola in una cella in attesa di un giudizio che non vediamo l’ora si concluda!
E con questo colpo di scena ci saluta una delle puntate più interessanti della stagione, sebbene forse non la migliore in assoluto. Vi lasciamo con il promo della 5×08, ‘Hardhome’, dandovi appuntamento a mercoledì prossimo con la relativa recensione!
– Stefano Marras –
Game of Thrones 5×07, ‘The Gift’: recensione
Isola Illyon
- Le scene ambientate alla Barriera e nel Nord: l'inverno sta davvero arrivando!
- Complimenti, Maestro Aemon: sei il primo personaggio della serie a morire di morte naturale;
- Il simpatico gioco di interpretazioni scatenato dal titolo della puntata, 'Il dono';
- I nodi arrivano al pettine e, talvolta, lo fanno anche in maniera dolorosa: vero, Cersei?
- Il colpo di scena finale;
- Le scene a Dorne acquistano una dimensione quasi surreale: inutile quella fra Jaime e Myrcella, delirante e insensata quella tra Bronn e la (bellissima) Tyene;
- La parte sui gladiatori a Meereen è semplicemente scopiazzata... da 'Il Gladiatore';
- Una forzatura (ma non è l'unica della puntata) la presenza di Daenerys a un incontro "minore";