Nove mesi fa PK era tornato a mostrare la sua sagoma sulle riviste Disney. In quell’occasione era stato esplicitato che le gesta del papero mascherato non sarebbero state più stampate negli albi dedicati, come capitava all’epoca del suo esordio, in quanto l’attuale situazione economica non ha certamente incoraggiato la Panini a rischiare la produzione di un volume autonomo con il pericolo che poi nessuno lo avrebbe comprato. Ecco dunque l'”escamotage” di sfruttare il sempreverde settimanale ammiraglio, Topolino, per coniugare in un’unica direzione i lettori occasionali e i fan di lunga data. L’anno scorso, questa scelta e i suoi risultati ci avevano lasciati leggermente perplessi: l’avventura appena iniziata è riuscita a farci cambiare idea e a limare i dettagli spigolosi che ci avevano fatto storcere il naso?
“Gli Argini del Tempo” si inserisce successivamente a “Potere e Potenza”, con una Everett Tower che è ormai un cratere e un Paperinik svestito dei super-accessori che da sempre gli permettevano di resistere alle minacce ultraterrestri. PK è quindi tornato alle sue origini, brandendo il volante della storica 313-x (variante super-eroistica della tradizionale vettura di Paperino) e confidando negli armamentari forniti dal geniale Archimede Pitagorico. Come si può evincere dal titolo, questa volta il guaio da arginare ha a che fare con inquietanti smagliature nello spazio-tempo che rischiano di lacerare il mondo per come lo conosciamo; ecco dunque entrare in campo la storica Lyla Lay, personaggio ricorrente nella storia della testata che risultava sorprendentemente assente nella mega-reunion organizzata dagli autori in occasione del rilancio.
Per chi non la conoscesse o non la ricordasse, Lyla Lay è un’androide grottescamente sexy dalle fattezze di papera – nonostante esibisca evidenti tratti tipici dei mammiferi. Delineato in passato da Alessandro Sisti e da Claudio Sciarrone (che, guarda caso, si occupano anche de “Gli Argini del Tempo”), il robot è da sempre un agente della tempolizia che usa come copertura un incarico di spicco nell’emittente televisiva Canale 00. Se il termine stesso non fosse abbastanza esplicativo, la tempolizia non è null’altro che il “Timecop” magistralmente interpretato da Van Damme, un’organizzazione il cui obiettivo è affrontare tutti i mascalzoni che cercano di trarre giovamento modificando il continuum temporale, mascalzoni che solitamente si limitano al Razziatore.
Dopo una corposa parte introduttiva nella quale sono state versate lacrime nostalgiche, gli eroi si trovano a doversi difendere dall’assalto di androidi assassini sguinzagliati da una mano sconosciuta, letali combattenti che senza mezze misure cercano di terminare i due paperi prima che possano congiungere le forze e salvare il mondo da uno sconvolgente giorno del giudizio. Il futuro, infatti, pare essere influenzato da un’incognita destabilizzante che genera infinite realtà parallele la cui unica costante è l’inesistenza dei viaggi temporali, costringendo Lyla a una scomoda situazione di isolamento nella quale lei parrebbe essere l’unica ancora di salvezza in un mare tempestoso.
A seconda di come andrà a svilupparsi nei prossimi capitoli, la trama potrebbe non rivelarsi particolarmente originale, ma fa sempre piacere vedere sulle pagine di Topolino vicende più mature con riferimenti che potrebbero fare riscoprire alle nuove generazioni altre opere che altrimenti rischierebbero di perdersi nelle nebbie della dimenticanza. Quello che ci è più difficile digerire è il come le conseguenze di “Potere e Potenza” (conseguenze derivanti dai risultati di un sondaggio aperto a migliaia di fan) siano state del tutto schivate per fare un passo indietro e tornare a una situazione più vicina ai contesti passati. PK, per motivi personali, si rifiuta categoricamente di usare il nuovo costume o fare affidamento sull’intelligenza artificiale nota come il Custode, e Lyla decide di ricorrere al suo talento per compiere una veloce visita al passato per recuperare il vecchio Scudo Extransformer, arma che da decenni fa parte del peculiare immaginario moderno di Paperinik. Al limite della resistenza passivo-aggressiva nei confronti del cambiamento, il fumetto rende vana l’importanza di un momento storico della collana, puntando a ristabilire delle dinamiche già sperimentate.
Sul piano puramente tecnico Sisti, Sciarrone e Max Monteduro (che si occupa dei colori) hanno saputo garantire standard alti, anche se, come avevamo già notato, la struttura delle vignette risulta notevolmente meno audace rispetto alle origini. Questa situazione, come ben sappiamo, poco ha a che vedere con la libera scelta degli autori, essendo una costrizione imposta dalle modeste dimensioni delle pagine di Topolino; una suddivisione meno rigida, seppure concederebbe un dinamismo più slanciato, complicherebbe inutilmente la fruibilità di un media che, non dimentichiamo, è diretto a un pubblico giovane che spesso si affaccia per la prima volta al mondo della carta stampata. Topolino numero 3102, in edicola e in fumetteria proprio in questi giorni, rende tributo alla qualità rappresentata da PK non con una, ma con ben due copertine (normale e variant), anche se abbiamo il sospetto che in buona parte si tratti di una trovata commerciale per richiamare gli attempati lettori e raddoppiare le vendite.
– Walter Ferri –
PK: Gli argini del tempo – Recensione
Isola Illyon
- Una trama matura accessibile ai più piccoli;
- Tecnicamente impeccabile;
- Effetto nostalgia;
- Un passo indietro rispetto alla strada intrapresa;
- Alcune scelte minimizzano l'importanza del sondaggio passato;
- Per leggere PK è necessario comprarsi una rivista che contiene anche le avventure di Gilberto;