“L’apprendistato ha fine con la morte del maestro o dell’apprendista”.
Nelle parole del Sith Sorzus Syn si cela uno dei segreti della ‘Regola dei Due’ imposta da Darth Bane e che durerà per millenni fino alla sua abolizione a opera di Darth Krayt dopo la guerra con gli Yuuzhan Vong e l’ascesa di Korriban.
Questo almeno è ciò che sarebbe accaduto se il vecchio canone di Star Wars fosse rimasto immutato, ma con la Disney al timone della nuova canonizzazione, le cose potrebbero essere destinate a cambiare.
In attesa di nuove disposizioni in merito, un manipolo di fan (tutt’altro che sprovveduto) ha ben pensato di realizzare un corto, della durata di ben 11 minuti, che narra di un Maestro Sith e della sua apprendista.
Il film, Dark Legacy, vede protagonisti Fabien Garcia (coreografo di arti marziali cinematografiche e fondatore della casa di produzione Z Team Films) nei panni del Maestro Sith, ed Erin Wu (attrice, performer e cantante) in quelli della talentuosa apprendista. Prodotto da Chadd Dorak, vincitore del Leone d’Argento a Cannes e partner di diverse produzioni per Netflix, il fan film è stato diretto da Anthony Pietromonaco, noto per aver lavorato su diversi videogames, live-action e corti tra i quali i ricordiamo 528, Thundercats e Jack’s Exodus. Trucco ed effetti speciali sono stati lasciati alle cure di Moo Meinhart (The Walking Dead, Monster Party) e Patryk Kizni ha curato gli effetti speciali 3D con i quali si aprono gli 11 minuti di sano intrattenimento, almeno per gli amanti della ‘cultura’ Sith.
In un non ben identificato pianeta dell’Orlo Esterno, osservata da silenziose statue dai tratti Malestariani (ricordate Sebulba?), Kia, un’apprendista in catene, attende terrorizzata l’arrivo del Maestro. Gli apprendisti Sith, infatti, sono trattati come degli schiavi, almeno fino a quando non ottengono la libertà attraverso l’uso della Forza e l’apprendimento dei rudimenti del Lato Oscuro.
Il Maestro non tarda ad arrivare, preannunciando – in una lingua dall’inflessione simile al Twi’lek – la lezione finale alla quale sarà sottoposta l’apprendista. Per la prima volta viene descritto un cristallo kyber, originariamente estratto dalle miniere di Ilum (che gli appassionati di Star Wars The Old Republic ricorderanno benissimo) e occasionalmente trovato all’interno del cuore di un Jedi Oscuro che non ha avuto la fortuna di assurgere a Sith. Questo cristallo non è un comune kyber: proviene dal cuore del fratello di Kia, precedentemente ucciso dal Maestro Sith, che lo pone all’interno del guscio della spada laser caricandolo con la Forza e offrendo l’arma all’apprendista. Il duello ha inizio e viene scandito dalle parole del Maestro che rievocano il Codice Sith finché… beh, non vi dico altro!
Questo corto ha riscosso grande successo, come testimoniano le oltre 160.000 visualizzazioni di YouTube. Tecnicamente è girato davvero bene, con una sceneggiatura pregevole ed effetti speciali degni di nota. Interessanti gli effetti utilizzati per le spade laser, che danno decisamente l’idea di essere caricate dalla Forza e non utilizzate da un abitante dell’universo qualsiasi. Ottimi anche gli spunti della storia, con la spiegazione del potere dei cristalli kyber. Purtroppo devo dire che la trama soffre molto la lunghezza dello scontro: pur essendo notevole l’impostazione e la coreografia, il combattimento forse dura troppo, relegando il film ad una serie di bordate di spade laser, calci, pugni e poteri della Forza.
Da appassionato della saga, comunque, non posso che promuovere la buona volontà e la tecnica realizzativa con le quali è stato realizzato questo prodotto. Non essendosi la Disney opposta a quest’opera, è probabile che gli autori continueranno a produrne di nuovi, sperando in un maggiore approfondimento nella caratterizzazione di protagonisti del Lato Oscuro.
–Fabrizio Palmieri–
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Dark Legacy – Recensione del corto fan-made su Star Wars
Fabrizio Palmieri
- Ottima realizzazione tecnica;
- La produzione è stata affidata a professionisti;
- La tematica dei Sith è sempre affascinante;
- Il film si concentra troppo sul combattimento, lasciando poco spazio alla narrazione;