Ogni tanto un autore si guarda alle spalle e riscopre un suo vecchio lavoro. In alcune di queste occasioni decide anche di prestare nuovamente le sue capacità alla carta stampata per dare voce a una storia che non si è esaurita. Ovviamente, in situazioni meno virtuose, l’artista di turno compie alcune scelte più per far fronte a impellenti problemi economici che per amore delle sue creature, aggiungendo man mano serie superflue e schizofreniche, incalzato con gioia da editori privi di scrupoli (qualcuno ha detto Dragon Ball?). Con non pochi dubbi, pertanto, ci siamo avvicinati all’Exoskull Zero di Takayuki Yamaguchi, mangaka talentuoso prevalentemente noto per “Il destino di Kakugo” e, più recentemente, per “Shigurui”. Non si può decisamente elencare tra i personaggi più rinomati del mercato fumettistico, ma il suo stile adulto e sanguinario ha saputo attirare un pubblico di fedelissimi lettori che in lui ripongono massima fiducia. A scatenare i nostri timori, tuttavia, è il fatto che Exoskull non sia altro che una rielaborazione delle vicende del già menzionato Kakugo, seppur con tematiche modernizzate, ponendosi di fatto come un vero e proprio reboot di un’opera d’esordio. Recentemente abbiamo avuto modo di leggere il primo volumetto, da poco pubblicato dalla Planet Manga, e condividiamo con voi le prime idee.
Kakugo Hagakure, destatosi in una stanza isolata, si trova supino, senza vestiti e al fianco di un ghepardo pronto a reclamarlo come vittima. Così hanno inizio le vicende del gracile adolescente che, nonostante le apparenze, dimostra presto di essere uno spietato combattente forgiato e addestrato dai più letali ritrovati militari; precedentemente a questo pessimo risveglio, infatti, egli era un combattente mascherato, nonché paladino della giustizia, un condottiero del tutto simile a un Power Ranger indossante un’armatura mirabolante che gli rendeva possibile neutralizzare un nutrito numero di avversari. Pari a lui per forza e per incarico vi erano altri cinque esperti combattenti; tutti e sei sono stati custoditi in sonno criogenico per un lasso di tempo incalcolabile, ma Kakugo si rende presto conto di essere l’ultimo del plotone a essere stato ridestato, e che il mondo che lo circonda è lungi dall’essere paragonabile a quello che aveva lasciato.
Un volumetto, un solo volumetto è uscito fino a ora, eppure gli argomenti trattati sono numerosi e riminiscenti delle tematiche anni ’80. Evitando spoiler, basti pensare che, oltre a ghepardi e lottatori mascherati, compaiono cyborg-zombie, situazioni post-apocalittiche, mutanti demoniaci, moto senzienti, pterodattili a microonde, combattimenti nudisti e riferimenti cristologici a non finire. In tal senso non possiamo che riscontrare anche dei richiami al nostro amato Dante Alighieri e alla sua Commedia (mai una volta che qualcuno voglia citare il Convivio), anche solo nelle infernali composizioni grafiche e nella scelta di suddividere i capitoli in canti.
Per quanto concerne lo stile, il disegno risulta tecnicamente impeccabile, seppure il tratto non si possa definire universalmente apprezzabile. Gli occhi giganti e le teste appuntite tipiche di Yamaguchi fanno sembrare ogni personaggio come un discendente di una famiglia di mantidi religiose antropomorfe, ma superando la prima impressione soggettiva non si può che riconoscere di avere a che fare con un disegnatore navigato che sa ricercare nei minimi dettagli gli oggetti che inchiostra, che adopera con maestria decine di retini e che conosce a menadito la plasticità del corpo umano. I combattimenti, suo grande punto di forza, si snodano in singole vignette che, al pari di fotogrammi cinematografici, montate in sequenza, raccontano sfide dinamiche ed elaborate, spesso facenti leva su prese e contromosse rese ulteriormente viscerali dalla peculiare decisione di rappresentare alcuni estratti con scene di nudo, calcando sul contatto quasi intimo che intercorre tra gli sfidanti.
Ultimo, ma non meno importante, punto da analizzare è il tono con cui Exoskull Zero si pone. Il lettore viene accompagnato costantemente da una voce narrante (altro stereotipo dei manga anni ’80) che va a riempire i numerosi momenti di solitudine di Kakugo, esplicitandone ogni risvolto introspettivo o introducendo al volo le basi di quel mondo sconvolto dalle guerre. Seguendo l’archetipo derivante dal suo retaggio, il mangaka adotta un’inflessione seriosa e formale, invocando una drammaticità nichilistica sfociante in una presa di coscienza umana al limite dello spirituale.
Questa preferenza narrativa, già di partenza obsoleta, mal si combina con le tematiche al limite del trash spinto, dando vita a una situazione paradossale in cui l’autore vuole proporre una trama assolutamente inverosimile per poi pretendere che sia affrontata con un forte legame empatico.
Non saranno poche le persone dotate di una resistentissima sospensione dell’incredulità che saranno in grado di sorvolare su questa impostazione, altri ancora la troveranno talmente risibile da accoglierla come spunto per tradurre l’intera saga in brillante commedia; l’unico modo per rovinarsi veramente l’esperienza è quello di ostinarsi ad affrontare in maniera intellettuale la pomposa voce narrante che, con somma arroganza, desidera darsi un tono di maturità attingendo a una retorica semplicistica quanto d’effetto, quasi a voler manipolare il giudizio del lettore.
Exoskull Zero è iniziato all’insegna dell’azione violenta allo stato puro, e concentrandosi su questi fattori mantiene perfettamente le promesse, lanciandosi verso un futuro roseo e promettente. Analizzando l’opera con più largo respiro, tuttavia, l’entusiasmo è fiaccato da un intreccio che parrebbe essere vecchio di due decadi, appesantito a sua volta da spunti ingenui esaltati dallo stesso autore quali fossero trovate particolarmente sensibili o creative. Certo è che, almeno per un determinato periodo, terremo d’occhio questo manga, se non per la curiosità nei confronti del destino di Kakugo, e per controllare se Yamaguchi riuscirà a mantenere il ritmo introducendo a ogni uscita un’accozzaglia così imponente di esagerazioni da fare invidia al Fuga da Los Angeles di Carpenter.
– Walter Ferri –
Nel mezzo del cammin di… Exoskull Zero – Recensione
Isola Illyon
- Disegno curatissimo;
- Fascino nostalgico;
- Contenuti estremi;
- Contenuti estremi;
- Narratore arrogante;
- Si prende troppo seriamente;