Star Wars è indiscutibilmente una delle saghe cinematografiche più popolari a livello mondiale, e il fatto che sia sconfinata anche nel mondo letterario, fumettistico e videoludico non ha fatto altro che rendere ancora più profondo l’impatto che i suoi ambienti e personaggi hanno avuto sull’immaginario di stuoli di fan e non.
George Lucas ha riportato in auge (ammesso che siano mai passati di moda) i grandi temi dalla cultura umana: lo scontro fra il Bene e il Male, i cavalieri buoni e i guerrieri malvagi, i maghi, i poteri della mente, l’amore, il misticismo, la guerra, la politica, la crescita personale e la caduta. Cose che, messe in un pentolone e ben dosate, danno sempre una miscela esplosiva. Ad insegnarci che questo mix funziona sono altri grandi prodotti di altrettanto grandi autori. Alcuni sono meno famosi, perché più lontani nel tempo. Altri, proprio perché appartenenti a epoche ormai concluse, si sono caricati di così tanto significato da esserci arrivati impressionanti come quando venivano narrati inizialmente. Parlo, per esempio, della Saga di Artù, che non ha mai smesso di affascinare i lettori di ogni età e ispirare altri artisti.
Star Wars è sicuramente un prodotto ispirante, ma anche ispirato, come Lucas ha spesso ricordato. Il regista stesso ha sempre messo un punto fermo ben chiaro: la sua storia non è nata dal nulla, ma è stata prodotta partendo da altre opere, che lo hanno segnato così tanto da meritare di essere trasposte nel suo personalissimo parco giochi. Andando a scavare ben bene, ci si sorprende di alcune analogie, che sembrano più trasposizioni dirette che rielaborazioni, ma una volta tutto questo era normale. Lo stesso grandissimo Sergio Bonelli, dell’omonima casa editrice, ricordava sempre con piacere quando, andando al cinema, vedeva in questo o quel film una scena, un personaggio, una frase che poi avrebbe usato per i propri fumetti. Fino all’inizio degli anni ’90, senza che Internet collegasse tutto e tutti, accusando di plagio ogni angolo dell’intrattenimento e del sapere, era un piacere, e non un fastidio, trovare citazioni più o meno esplicite nel film appena uscito in sala o nell’albo a fumetti appena acquistato. Le si accoglieva con gioia, e non arricciando il naso. Poi il mondo è cambiato ma, quando Star Wars è nato, Lucas faceva parte di quella generazione. Scopriamo allora alcuni dei parallelismi più significativi nascosti nei suoi film.
FLASH GORDON
Nel 1934 in America venne pubblicato un fumetto di grande successo: Flash Gordon, di Alex Raymond. Con la sua storia basata su mondi sempre nuovi e imperi galattici, con due protagonisti intrepidi e un po’ bellocci, con la principessa che faceva da spalla discinta ogni dieci tavole, e l’incredibile miscuglio fra fantascienza e fantasy, non sorprende che Flash Gordon abbia avuto un ruolo fondamentale per George Lucas. Tanto che quando la Universal parlò di fare un film sul fumetto, Lucas si propose… venendo rifiutato. Per questo, la trama originale prevista per le pellicole Flash Gordon e Flash Gordon: Conquers of the Universe confluì in Star Wars Episodio IV. Fra le scene completamente riciclate, c’è quella in cui Luke e Han, camuffati da Stormtrooper, si infiltrano nella nave nemica per salvare la principessa Leia. Qualcuno aggiunge che la stessa tripletta, composta da Luke, Han e Leia, ricalchi in maniera quasi perfetta Flash Gordon, il principe Barin e la principessa Aura. Chewbacca è una caricatura del principe Thun degli Uomini Leone, che ad un certo punto della storia si unisce a Flash; Palpatine ricorda lo Spietato Imperatore Ming; la Morte Nera, invece, la terribile fortezza di Mongo, dove Flash e il principe Barin si infiltrano travestiti da guardie imperiali, proprio come fanno sulla nave di Darth Vader. Tutto qua? No, perché in Flash Gordon c’è anche una città nel cielo comandata da un nemico che, poi, si unirà agli eroi, pistole a raggio (comunque comuni nella fantascienza) e, come se non fosse abbastanza, l’iconico testo a scorrimento all’inizio di ogni film di Star Wars è un modo di dare l’incipit che troviamo anche all’inizio di ogni capitolo di Flash Gordon: Conquers of the Universe.
DUNE
Sì, anche Dune, d’altra parte, è un’altra opera sci-fantasy, e Lucas ha dimostrato di amare questo genere sopra ogni cosa. I rimandi più lampanti? Tatooine, un pianeta molto ricorrente nei film, è desertico esattamente come Arrakis – che non è l’unico pianeta dell’universo di Dune, ma quello le cui vicende vengono più seguite. Anche il misticismo è un elemento che accomuna fortemente i due prodotti: in entrambi i casi una setta dotata di grandi poteri “magici” influenza l’intera politica del sistema. Nel caso di Dune, si tratta delle Bene Gesserit, le Madri Onorate; in Star Wars, dei Jedi e dei Sith. Se poi vogliamo scendere nel dettaglio, le Madri Onorate sono in grado di comandare telepaticamente le persone esattamente come fanno i Sith.
Lo stesso autore di Dune, Frank Herbert, affermò di aver individuato addirittura 37 analogie!
I FILM DI AKIRA KUROSAWA
Tutti: sì, avete capito bene. Akira Kurosawa è un regista molto amato (e citato) da Lucas, ma i rimandi non si limitano agli elementi d’ambientazione o trama lampanti. A essere ripresi, in questo caso, sono i modi di gestire le inquadrature e le storie. Ma torniamo alle citazioni.
In The Hidden Fortress, durante l’epoca feudale giapponese, una principessa e un generale si infiltrano fra le fila nemiche, aiutati da una coppia di maldestri contadini che, in più punti, si atteggiano proprio come C3PO e R2D2, assolvendo anche in quel caso ad una funzione comica. Inoltre, lo scambio di persona che caratterizza la Regina Amidala e una sua dama di compagnia è presente in modo identico nel film di Kurosawa, anche se la seconda è in quel caso una schiava.
La rissa nella Cantina di Mos Eisley è presente quasi uguale in Yojimbo, e in Derzu Uzala vediamo una peregrinazione attraverso il deserto siberiano che ricorda moltissimo quella di Luke e Han attraverso la neve e il ghiaccio di Hoth. Sempre da Derzu Uzala è tratta la ormai iconica scena di Episodio IV in cui Luke, uscendo dalla casa degli zii, si sofferma a guardare il cielo rosso con i due soli binari di Tatooine.
METROPOLIS
Impossibile non inserirlo, non solo per la somiglianza lampante di C3PO con Maria, ma anche per per la mano protesica guantata (di nero) di Rotwang che, dopo essere stata trasposta in quella con vita propria del Dottor Stranamore di Stanley Kubrick, diventa quella di Darth Vader e di Luke Skywalker.
…E MOLTO ALTRO ANCORA
Il costume di Darth Vader prende ispirazione a piene mani da quello di The Lightning della serie tv The Fighting Devil Dogs, nella quale il personaggio disponeva di un esercito di uomini armaturati di bianco e di un mezzo volante triangolare chiamato Flying Wing, che nella forma ricorda molto lo Star Destroyer.
Il gruppo che viene a formarsi ha un’assonanza con Il Mago di Oz: C3PO è l’Uomo di Latta, Chewbecca il Leone Codardo, Han lo Spaventapasseri senza cuore (beh, spaventapasseri figaccione), Luke è Dorothy ovviamente (semplice contadino che vive con gli zii in una casa isolata che deve lasciare dopo un cataclisma), il cane Toto può essere riconosciuto in R2D2, le scarpette rosse sono la Forza, le tre figure archetipiche materne/paterne sono per Dorothy le due Streghe cattive e quella buona, e per Luke sono Ben Kenobi, Darth Vader e Anakin Skywalker, il padre che ha idealizzato. Obi-Wan Kenobi e la Strega dell’Ovest, poi, sono anche accomunati per il modo in cui scompaiono quando uccisi: spariscono, lasciandosi dietro soltanto i vestiti.
La corsa dei Pod ne La minaccia fantasma è un omaggio alla famosa corsa con le bighe del colossal Ben Hur, che anche in quel caso si svolge in mezzo al deserto.
Lucas, come altri grandi registi, è un fan sfegatato di Sergio Leone e degli spaghetti western, e questo si capisce molto bene nel modo in cui ha girato alcune scene, sfruttando le tecniche tipiche usate per quel genere (campi larghi, figura a lato dello scherno, corse a perdifiato). Il primo ingresso di Darth Vader accompagnato dalla famosa marcia è un omaggio alla prima entrata in scena del malvagio Frank di C’era una volta il West.
Mos Eisley come il Rick Café di Casablanca? Ma certo, e poi come non pensare a Jabba the Hutt come ad un fantascientifico Sidney Greenstreet, corpulento e amante della bella vita proprio come il gangstar più famoso di Star Wars?
I Ribelli di Star Wars sono… i ribelli di ogni prodotto fantasy e fantascientifico, e tutti loro sono gli scapestrati, più o meno seri, compagni di Robin Hood.
La sequenza dell’inseguimento di Zam Wessell da parte di Anakin e Obi-Wan ci fa respirare la stessa aria di Blade Runner, e Coruscant ricorda per certi versi quell’ambientazione, così come Lucas riprende molti personaggi di Los Angeles, 2019 per popolare la capitale.
Il montaggio delle scene dell’Ordine 66, il massacro dei Separatisti e la dichiarazione dell’Impero Galattico, fa il verso a quello del battesimo ne Il Padrino, e questo non ci sorprende per nulla sapendo che Francis Ford Coppola è stato mentore e poi amico di Lucas.
Chiudo, dove tutto è iniziato, con The Searcheres, da cui vengono tratte la fattoria nel deserto distrutta da un incendio e il ragazzo di campagna un po’ ingenuo e tanto desideroso di libertà, con un padre che diviene un crudele vendicatore.
È finita qui? Sicuramente no.
Penso che lo stesso Lucas non sappia esattamente da cosa abbia tratto tutto il suo vastissimo universo, e alle sue idee e fonti di ispirazione si aggiungono quelle di tutti coloro che hanno arricchito l’Universo Espanso. Voi che mi dite? Ci avevate mai fatto caso?
– Elena Torretta –