Da un paio di anni a questa parte Torino Comics, da fiera decisamente orientata verso il fumetto, è diventata molto più eterogenea e diversificata, complice la suddivisione in aree tematiche. Particolarmente spumeggiante l’area games, che ha visto la presenza di Shane Lacey Hensley, editore ed autore statunitense inventore di Deadlands e del derivato Savage Worlds, e di Andrea Chiarvesio, apprezzato boardgame designer italiano, autore di titoli come Kingsburg, Hyperborea, Richard I. Abbiamo avuto il piacere di intervistare entrambi:
SHANE L. HENSLEY
Ciao Shane, e benvenuto su Isola Illyon. Ci racconti come sei rimasto coinvolto dalla passione del game-designing?
Ciao a te e a tutti gli Illyoners. Sai, ho cominciato come la maggioranza di noi fan, perché nonostante sia un editore, mi considero prima di tutto un appassionato: ho iniziato giocando a Dungeons&Dragons durante il periodo dell’High School. Poi più tardi, durante il College, mandai di mia iniziativa un’avventura in stile Halloween basata sul regolamento TORG alla West End Games. Più per gioco che per altro: quindi fui sorpreso quando mi scrissero che l’idea era piaciuta e che sarebbero stati felici di pubblicarla. Da allora ho lavorato per loro e per altre editrici, TSR inclusa, prima di mettermi in proprio.
Ci racconti qualcosa della nascita di Savage Worlds, partendo dalle prime fasi come sistema nativo per Deadlands?
Sono un grandissimo appassionato di western all’italiana, a partire dal vostro grande maestro Sergio Leone. Volevo, in Deadlands, ricreare proprio quell’atmosfera lì, ma immersa in un gioco di ruolo. Avevamo quindi bisogno di un sistema rapido e furioso, proprio come sono le sparatorie nei saloon e sulla Main Street: volevo che il sistema potesse descrivere l’esito di ogni singola pallottola ma che contemporaneamente lo facesse in modo rapido ed efficace. Derivare poi da quell’originale il sistema SW è stato facile ma gratificante, poiché abbiamo scoperto di poterlo adattare a qualsiasi espansione ed ambientazione possibile.
SW è descritto come “Fast, Furious and Fun”: hai avvertito il bisogno di un sistema simile perché altri sistemi, d20 su tutti, non lo erano?
Sì, è una buona descrizione della motivazione principale che mi ha spinto: sai, come detto sono un grande consumatore di GdR e gioco, o mi piacerebbe giocare, praticamente di tutto. Ora, avanzando con l’età, ti rendi conto che tutti noi abbiamo una vita là fuori: figli, lavoro, affetti, e via dicendo. Che divertimento posso avere se non riesco a completare un’avventura nemmeno in cinque sessioni? Per non parlare delle campagne! Io volevo fortemente un sistema che fosse principalmente veloce, in modo da risolvere le parti statistiche nel più breve tempo possibile, ma nello stesso tempo divertente. Così riusciamo a raccontare più storie, vivere più avventure e lasciare più spazio alla componente interpretazione, senza sacrificare la nostra vita reale.
SW è un sistema molto cinematografico. Immagino quindi che tu sia un grande appassionato di cinema, al di là di Sergio Leone.
Assolutamente!
Che ne pensi del lavoro di GG Studio circa la versione italiana di SW?
Li adoro. Penso sia la miglior localizzazione a livello mondiale. Amo in particolare due cose: primo, i ragazzi riescono a dare parecchio supporto alla comunità, gran parte free, senza tradire lo spirito del progetto. Seconda cosa, sono molto molto ambiziosi ed intraprendenti!
Ringraziamo Shane e passiamo ad un talento del boardgame design di casa nostra:
ANDREA CHIARVESIO
Ciao Andrea, benvenuto sulle nostre rive! Cosa ti ha portato a sviluppare questa passione per il boardgame design?
Possiamo dire che ce l’ho nel sangue! Fin da bambino mi inventavo regole alternative utilizzando pezzi di giochi già esistenti che reinterpretavo alla mia maniera. Per esempio, facevo disputare alle classiche miniature dei soldatini, divisi per nazionalità, le Olimpiadi. Da ragazzo sono stato un accanito giocatore di D&D e di Magic e, dopo aver risposto ad un annuncio, sono entrato a far parte di Wizards Italia che stava aprendo i battenti giusto in quel periodo. Per loro mi sono gettato nell’organizzazione di tornei ufficiali (sono l’inventore dei Campionati Cittadini) e poi sono approdato all’antica passione per il boardgame.
Tu quindi sei autodidatta da questo punto di vista.
Sì, ho iniziato da autodidatta, poi ovviamente volendo fare questa professione ho dovuto studiare e formarmi sui pochi manuali tecnici professionali disponibili.
Che rapporto hai col fantasy? Anche in base al fatto che molti dei tuoi giochi sfruttano il genere.
Sono un lettore di fantasy da sempre. Sono onnivoro ma apprezzo particolarmente l’ambientazione di Dragonlance, tanto da aver adottato Tanis come “nome d’arte” (Tanis mezz’elfo, uno dei protagonisti dell’universo Dragonlance. NdR). Quindi, diciamo che a volte è addirittura “automatico” per me, al di là delle meccaniche, pensare al gioco già ambientato in un contesto fantasy.
Eppure i tuoi giochi sono anche, storicamente, molto accurati. Penso a Richard I, per esempio.
In quel caso sfrutto la mia laurea in lettere moderne (ride).
Quali sono i progetti che stai portando avanti adesso?
Sono al lavoro anzitutto sull’espansione di Hyperborea. Inoltre sto nelle fasi embrionali di sviluppo di un wargame dove conterà molto anche la componente manuale, ovvero dove per posizionare e manovrare le truppe in modo da far loro acquisire vantaggi, bisognerà essere bravi a “spostarle” fisicamente, un po’ come si fa col Subbuteo. Il tutto, ovviamente, immerso in un contesto fantasy.
Interessante! Come ultima domanda, vorrei chiederti cosa pensi, da autodidatta, del recente fiorire di corsi di game e boardgame design nelle varie Accademie di fumetto.
Ne penso tutto il bene possibile. Che un ragazzo che voglia fare questo mestiere abbia qualcuno che gli fornisca gli strumenti per farlo è una possibilità ulteriore che noi semplicemente non abbiamo avuto. Inoltre, una professionalizzazione di questo mestiere non può che portare benefici a tutti gli addetti ai lavori ed al settore in generale.
Ringraziamo ancora Shane ed Andrea per la chiacchierata: qui Torino, a voi Isola!
– Luca Tersigni –