Per parlare di Hearthstone in realtà non saprei da dove cominciare quindi… facciamo dall’inizio. Il suddetto gioco è stato annunciato dalla Blizzard nel marzo 2013, è uscito ufficialmente l’11 marzo 2014 e a gennaio di quest’anno contava più di 20 milioni di account in crescita, quindi è facile poterlo definire un successo. Ha iniziato su PC, ora si può giocare anche su tablet e da pochissimi giorni anche dallo smartphone. Ci sono voci che parlano, poi, di versioni per Xbox e PlayStation, chissà… tutto dipende da Blizzard.
E ora che abbiamo visto qualche numero, possiamo passare alla parte interessante, ovvero: cos’è Hearthstone? Un simpatico gioco di carte di Azeroth che in molti hanno imparato a conoscere anche in questo mondo. Forse è nato perché un giorno un annoiato locandiere, dopo aver ascoltato l’ennesima storia avventurosa di uno dei nostri personaggi di WoW, ha deciso di sfruttare quelle ciance per divertirsi anche lui. Partendo dai personaggi di quei racconti, ha creato un primo set di carte che ha poi diviso in nove mazzi, ispirandosi ad alcune classi di Azeroth. Il nostro amico locandiere avrà poi deciso di far sì che alcune carte fossero utilizzabili solo da una certa classe, e di legare ogni mazzo base al nome di un importante esponente della classe rappresentata. Hearthstone diventò famoso, tanto che molti abitanti di Azeroth cominciarono a passarci il tempo, finché un giorno qualcuno della Blizzard non notò un gruppo di PNG giocarci. Da lì, l’azienda ha deciso di portarlo nel nostro mondo, fino ad arrivare al giorno d’oggi. Va bene, forse non è esattamente andata così, ma è carina come storia, no? E comunque ci sono veramente i PNG che giocano ad Hearthstone in WoW.
Storielle a parte, Hearthstone è un gran gioco che ha avuto molto successo e che da poco ha aperto le porte della sua seconda avventura. Eggià, oltre a poter sfidare altri giocatori e scalare la classifica, abbiamo anche la modalità pve. L’idea è che un qualche appassionato di Hearthstone di Azeroth, ascoltando le imprese dei nostri personaggi, abbia deciso di creare mazzi e carte apposta per interpretare i boss dei raid e farci pagare per poterli affrontare. Si può decidere di spendere i soldi faticosamente guadagnati in game con le daily del locandiere, i gold, oppure pagare il biglietto d’ingresso in euro. O anche metà e metà. Le avventure sono divise in ali, e se decidessimo di usare i gold ogni ala ne costerebbe 700… ma sto divagando, il punto di questo articolo era parlarvi della seconda avventura di Hearthstone: Il Massiccio… no, scusate, non riesco a scriverlo, suona troppo male in italiano, ricominciamo. La seconda avventura di Hearthstone: Blackrock Mountain!
Prima di tutto, questa non è una recensione sull’avventura in questione, per una semplice ragione: ha cinque ali, e ne viene sbloccata una a settimana. Visto che è stata aperta il primo aprile, non siamo ancora alla fine, e non avrebbe senso recensire qualcosa che è ancora a metà, no? Quindi, a cosa serve questo articolo? A presentarvi il magnifico mondo di Blackrock Mountain, ovvio.
È la casa di due affascinanti boss, Ragnaros e Nefarian, e di un sacco di loro amici. Ehm, conoscenti, meglio il termine conoscenti. Ragnaros è un elementale di fuoco e lava che si trova lì per sbaglio. Venne evocato dal capo dei nani del dark iron clan, l’imperatore Thaurissan, per errore. Il nobile sperava di utilizzare la magia per imprigionare un demone e usarlo contro gli altri due clan nanici di Azeroth. Sottovalutò la sua abilità di evocatore, e richiamò Ragnaros the Firelord, che lo uccise, schiavizzò il suo clan, e con il suo arrivò trasformò Blackrock Mountain nel vulcano che è oggi. Questo sì che è un critico negativo. Alla fine della seconda ala di Hearthstone ci ritroveremo a dover combattere proprio il signore del fuoco.
Sapete qual’è la parte più divertente? Che Ragnaros è effettivamente una carta di Hearthstone, quindi con un po’ di fortuna potremmo mettere in campo Ragnaros in modo che combatta contro Ragnaros.
Ma avevo detto che i boss più importanti erano due, quindi passiamo al secondo: Nefarian. È un drago nero, figlio maggiore di Deathwing: lui è l’altro signore di Blackrock, e controlla una buona quantità di orchi, ogre e draghi. Il vulcano in questione è la sua base, la sua casa, e non apprezza per niente la presenza dei nani e di Ragnaros: infatti, fino alla partita contro il Firelord, Nefarian farà il tifo per noi. Non solo, ci farà complimenti e dispenserà consigli, anche se a volte sarebbe piacevole poterlo zittire. Non temete, andando avanti si potrà fare, nella quarta e nella quinta ala. Ha il suo fascino, il drago nero: dopo aver preso il controllo della parte superiore della montagna, ha passato il suo tempo a fare esperimenti su… ehm, di tutto, per creare esseri sempre più potenti e pericolosi, e usarli per liberarsi di quei nani infestanti ai piani inferiori. La quinta parte dell’avventura è nel suo laboratorio segreto, chissà cosa ci si troverà dentro… non siete curiosi?
Sarebbe una curiosità sensata, sopratutto perché questa avventura è stata, fino ad ora, divertente e ben curata. È stato bello vedere come gli sviluppatori del gioco siano riusciti a destreggiarsi tra le tonnellate di boss di Blackrock Depths scegliendo i padroni dei posti più affascinanti di quel labirintico, infernale e bellissimo dungeon. Ammettiamolo, chiunque abbia deciso di completarlo ci ha passato un pomeriggio intero, e ci si è perso più volte, ma non è necessario averlo esplorato tutto per conoscere la taverna, l’arena e la sala del trono. Saranno proprio i padroni di questi luoghi che andremo a sfidare in Hearthstone.
Parlando di quanto sia ben fatta la versione per Hearthstone di Balckrock Mountain, usiamo il taverniere Grim Guzzler, primo boss che incontreremo, come esempio. La sua abilità speciale mette in campo un minion del suo mazzo e uno di quello del suo avversario a caso. Per vincere, quindi, avremo di un mazzo costruito apposta per lui, riempito di carte forti, nella speranza che vengano evocate. Dovremmo poi affidarci alla fortuna e servirà una certa abilità per mantenere il controllo della partita con minions che compaiono senza senso. Tutto questo verrà condito dai commenti di Nefarian e Grim, che manterranno la situazione divertente, impedendoci di prendere troppo sul serio quello che, in fondo, è solo un gioco.
Questo stile, tra il ridicolo e l’apocalittico, viene mantenuto per tutte le ali fin’ora aperte, in diverse percentuali, senza dimenticare qualche goccia di ansia che sentiremo sopratutto nello scontro con Ragnaros. Per poterlo incontrare dovremo prima sconfiggere Majordomo Exectus che, una volta eliminato, farà apparire il Firelord, con una meccanica simile a quella del raid in cui compaiono questi due boss, senza permetterci di recuperare vita e lasciando sul campo tutto ciò che c’era prima dell’arrivo di Ragnaros. Due nemici al prezzo di uno!
In breve, comunque, ogni partita ha i suoi momenti difficili, in cui pregheremo per la carta fortunata, evitando così di rendere l’avventura una tediosa successione di sconfitte con vittorie fatte senza sapere come, o una passeggiata nel parco senza difficoltà.
Ah, e poi c’è la miglior sfida di classe di sempre, fino ad ora: quella del mago! Verrà sbloccata alla fine della prima ala e prevede, come al solito, uno scontro tra due maghi. Il bello è che i mazzi sono composti da trenta unstable portal. Cosa fa questo portale? Aggiunge alla tua mano un minion random che costa tre cristalli di mana in meno rispetto al solito. In pratica è il caos. Bellissimo.
In tutta sincerità non vedo l’ora che vengano aperte le ali mancanti, tanto più che le ultime due avranno quattro boss invece che tre… sarà divertente, non credete anche voi?
– Caterina Gastaldi –