Quando un videogame cambia il suo genere di appartenenza originale, accade sostanzialmente per due motivi: il pubblico non reagisce più bene alla solita formula (aka: nessuno se lo caga più e le vendite sono crollate) oppure si tenta di esplorare nuove possibili strade per il franchise. Probabilmente i ragazzi di Gearbox, gli sviluppatori di Borderlands, hanno pensato che il loro prodotto fosse a rischio saturazione (e ci hanno azzeccato, direi, visti gli scarsi risultati del terzo capitolo, The Pre-Sequel), e hanno pensato bene di rinfrescare il loro shooter-RPG in prima persona affidandosi alle ormai esperte mani dei ragazzi di Telltale Games, che sulle nostre pagine sono già stati protagonisti diverse volte, in occasione di The Wolf Among Us e del punta-e-clicca su Game of Thrones. Il risultato è stato Tales from the Borderlands, che ha debuttato col suo primo episodio su PC, dispositivi mobile e console (sia di nuova che di vecchia generazione) lo scorso novembre. Se siete dubbiosi, vi capisco: vedere un titolo come Borderlands, che di certo non fa della profondità della trama il suo cavallo di battaglia, divenire un’avventura grafica, può sembrare un suicidio commerciale. Ma d’altronde Telltale ha dimostrato di non essere una software house qualunque. Ebbene, qualche giorno fa è stato pubblicato il secondo episodio di Tales from the Borderlands, “Atlas Mugged”, quindi è arrivato il momento per noi di dare un giudizio a questo nuovo esperimento. Pronti?
BORDERLANDS? MA COS’È?
Fermi un momento: forse non tutti conoscono cosa sia Borderlands, quindi è bene che lo presenti brevemente. Il gioco ha debuttato nel 2009 su PC, Xbox 360 e PlayStation 3, e ha rappresentato senza dubbio uno degli esperimenti più interessanti della scorsa generazione: si trattava di un incrocio tra uno sparatutto in prima persona e un gioco di ruolo, dove l’utente vestiva i panni di un esploratore sul pianeta post-apocalittico di Pandora, col compito di svelare i misteri legati alla presenza di un luogo misterioso chiamato “La Cripta”. Il titolo era davvero molto divertente, specialmente se giocato in cooperativa con altri tre amici, offriva una grande quantità di contenuti e colpiva per gli ottimi dialoghi, sopra le righe e ricchi di gag, e per tutta una serie di personaggi che in tanti ancora oggi ricorderanno con affetto. A questo hanno fatto seguito altri due capitoli, Borderlands 2 (2012), che ha replicato il successo del predecessore, e Borderlands: The Pre-Sequel (2014), che invece è passato un po’ in sordina sul mercato, probabilmente a causa del fatto che non offriva davvero niente di nuovo rispetto ai predecessori. I possessori di PlayStation 4 e Xbox One dovranno aspettare ancora un po’ per mettere le loro mani su un titolo inedito della serie, comunque già annunciato da Gearbox, e nel frattempo possono provare The Handsome Collection, una raccolta che include Borderlands 2 e The Pre-Sequel con grafica migliorata e tutti i DLC rilasciati fin ora.
MORTO UN BELLO, SE NE FA UN ALTRO?
Bene, passiamo adesso a Tales from the Borderlands. Marchio di fabbrica di Telltale è la distribuzione a episodi dei suoi titoli, e anche quello di cui vi sto parlando non fa eccezione. La storia del gioco si colloca cronologicamente dopo la fine di Borderlands 2, e questa continuità tra le due saghe è sicuramente uno dei punti di forza della produzione, tant’è che chi ha giocato gli episodi principali si troverà immediatamente a suo agio. Stavolta i protagonisti non sono però dei cacciatori della Cripta, bensì Rhys, Vaughn, Fiona e Sasha: i primi due sono dipendenti Hyperion che stanno cercando, successivamente alla morte di Jack Il Bello, di assumere ruoli di maggiore importanza all’interno dell’azienda; le altre due, invece, sono delle sorelle che si guadagnano da vivere truffando.
Il primo episodio, Zer0 Sum, è come una boccata d’aria fresca per il brand: pur mantenendo ambientazioni e atmosfere tipiche del franchise, nonché un comparto tecnico molto simile (Telltale, ti è andata bene questa volta), colpisce inaspettatamente per la grande qualità della sceneggiatura e della personalità dei personaggi: giocandolo ci si rende conto che forse un’avventura più “leggera” e spensierata era davvero quello che serviva a Telltale per dare il meglio di sé. Questo Tales from the Borderlands si discosta decisamente dalle ultime produzioni del team, pur restandone fortemente ancorato: se The Wolf Among Us chiedeva agli utenti di concentrarsi maggiormente sull’investigazione, su Pandora la situazione è decisamente più frenetica, con moltissime situazioni più “action” in cui avremo a che fare con gli immancabili quick time events. Un bene? Un male? Dipende sicuramente da come viene approcciato il gioco, e da cosa l’utente si aspetta. Personalmente devo dire di esserne rimasto decisamente soddisfatto, e non mi divertivo a giocare un titolo Telltale in questo modo dalla Season 1 di The Walking Dead. Il primo episodio, perciò, ve lo promuovo – postumo – senza riserve.
ATLAS RATED
Torniamo al presente per parlare del vero protagonista della recensione, ovvero il secondo episodio di Tales from the Borderlands, “Atlas Mugged”. Sarà riuscito il team di sviluppo nel difficile compito di mantenere alta l’attenzione sulla produzione? La storia continua ad essere raccontata attraverso dei flashback, esattamente dove si era fermata: i protagonisti sono all’interno di un laboratorio Atlas con quella che sembrerebbe proprio una chiave di una delle cripte del pianeta. I primissimi momenti promettono decisamente bene, offrendo tutto quello che già nel primo episodio avevamo apprezzato, ma dopo poco arriva il temuto calo di ritmo nella narrazione: i momenti in cui vengono sfruttate la abilità di Fiona e Rhys sembrano piazzati volutamente per far scalare di marcia il gioco, quasi a voler compensare il ritmo serratissimo che la storia ha vantato sino a questo momento. Potrebbe essere solo un’impressione, ma la cosa non troverà conferma prima del terzo episodio, che ancora una volta si preannuncia scoppiettante, a giudicare dal finale di questo Atlas Mugged. In ogni caso, gli amanti del titolo Gearbox sappiano che si ritroveranno ancora una volta completamente a loro agio su pianeta Pandora di Telltale, merito anche di un po’ fan service, che non guasta mai (durante l’avventura incontreremo infatti qualche volto noto, come Scooter, Athena e… cosa? Ma lui ormai non era cibo per vermi?!).
– Mario Ferrentino –
Tales from the Borderlands Ep. 2 “Atlas Mugged” – Recensione
Mario Ferrentino
- I fan di Borderlands lo ameranno;
- Sceneggiatura di grande qualità;
- Il racconto strutturato a flashback funziona alla grande;
- Ritmo narrativo rallentato rispetto al primo episodio;
- Ancora una volta niente lingua italiana;