DISCLAIMER: Questo articolo non vuole essere offensivo né generalizzare, ma parlare solo di persone che si amano condividendo gli stessi interessi. Ogni riferimento a fatti e persone NON è puramente casuale.
L’uomo imprecò a bassa voce e maledisse il momento in cui aveva accettato la missione. Avvolto dal calore festante della locanda, mentre consumava con voracità la zuppa che l’oste gli aveva consigliato, non gli era sembrata una gran cosa: uccidere la bestia che infestava la foresta lì vicino e che da quasi un mese attaccava chiunque fosse così temerario da percorrere la strada che conduceva alla capitale. Purtroppo in molti erano costretti ad avventurarsi per lo stretto sentiero che si perdeva nell’umida oscurità del sottobosco, e di tutti non si avevano più notizie. All’inizio il giovane guerriero era stato titubante, restio ad accettare l’incarico che l’anziano del villaggio gli stava proponendo, appoggiando con indifferenza sul suo tavolo una borsa piena di monete d’oro come incentivo a decidere in fretta. Poi, senza curarsi di sapere o meno di quale creatura si stesse parlando, spavaldo per il vino troppo forte che gli veniva servito con generosità, strinse la mano del vecchio, ignorando il sospiro di disappunto che proveniva da dietro le sue spalle.
Si asciugò con il dorso della mano il sudore che gli colava sugli occhi, annebbiandogli la vista. Tutto si sarebbe aspettato, tranne di camminare su un tappeto di scheletri e carcasse. Quale creatura abominevole poteva possedere un appetito tanto innaturale? Possibile che in meno di un mese il mostro avesse reso il soffice terriccio della foresta un cimitero a cielo aperto? E non solo animali, tra le ossa erano chiaramente riconoscibili anche diversi resti umani. Il guerriero continuò a camminare, mantenendo sempre la mano sull’elsa della sua spada, accompagnato ad ogni passo dal macabro scricchiolio delle ossa sotto i suoi stivali. Una pietra nascosta da alcune foglie bagnate gli fece perdere l’equilibro e scivolò sul terriccio, giù lungo un breve pendio, fino a quando una fitta lancinante alla caviglia non lo avvisò che si era fermato, e non nel migliore dei modi. Si alzò dolorante, cercando di appoggiare il peso sull’altra gamba, e si guardò intorno.
La caduta lo aveva portato in una cavità rocciosa scavata probabilmente da secoli di piogge torrenziali e ricoperta, per sua fortuna, da un soffice mantello di foglie secche. Ma lui non era mai stato un tipo fortunato… sveglio sì, però, e infatti non ci impiegò molto a capire di non essere solo. Sguainò la spada e si mise in posizione, cercando di non pensare al dolore che dalla caviglia saliva ad attanagliargli tutto il polpaccio. Degli occhi malvagi si accesero nell’oscurità di una luce sanguinaria e prima che potesse accorgersene la creatura si era già avventata contro di lui, squarciandogli con una rapida zampata armatura e carne. Cadde a terra, sbalzato dal colpo, come se avesse ricevuto una lancia in pieno petto, e sentì di stare soffocando con il suo stesso sangue. Prima che i sensi lo abbandonassero, si sforzò di osservare il mostro. Dannazione, un drago… Cosa diavolo ci faceva un drago in quelle zone? Non aveva più importanza, si disse, e sorrise rassegnato al suo destino beffardo.
Aveva già chiuso gli occhi da un tempo che gli sembrava immemorabile, quando sentì delle parole in una lingua sconosciuta e arcana, pronunciate da una voce calda che però gli sembrava familiare. Gli parve di ritornare di colpo nel suo corpo, provandone di nuovo tutta la pesantezza, eppure il dolore sembrava essere scomparso. Al suo fianco c’era lei, chinata e ancora con le mani sopra il suo petto, a guardarlo con il suo solito sorriso, quell’espressione per cui avrebbe fatto qualsiasi cosa. Nonostante scioccamente non le avesse dato ascolto, la sua compagna lo aveva seguito, pronta a intervenire nel momento opportuno, proteggendolo. La giovane donna l’aiutò a rialzarsi e si posizionò subito dietro di lui, iniziando a pronunciare una nuova formula magica. Il guerriero, ora davvero sicuro di sé, lanciò uno sguardo carico di sfida verso il drago che restava nascosto a scrutarli nell’oscurità della sua tana…
Già, perché dietro ogni grande guerriero c’è una coraggiosa curatrice e, fuor di metafora, ogni ragazzo nerd sogna di avere al suo fianco una ragazza nerd, una creatura fantasy e leggendaria che possa essere appunto la sua compagna di avventure, ma che in realtà sarà molto di più: sarà il primo ufficiale della vostra astronave o la letale ladra arciera che vi guarderà sempre le spalle, la vampira che non vede l’ora di mordicchiarvi il collo, la persona da cui rubare i pop corn al cinema o con cui vedere qualche classico della fantascienza abbracciati sul divano, avvolti in un tutt’uno nella vostra coperta preferita. Sarà l’avversario che vi farà esplodere in una pozza di sangue giocando ai videogiochi, magari ridendo pure della vostra scarsa abilità, oppure colei che vi ruberà l’ultima uccisione per avere un punteggio migliore del vostro, ma che barerà a monopoli passandovi mazzette sotto il banco pur di non farvi perdere…
La ragazza nerd è tutto questo e molto di più, ma sembra essere una creatura fatata quasi impossibile da trovare e, proprio come le fate, sono in molti a non credere neppure alla loro esistenza. Non bisogna dare retta a quelle ragazze che, ocheggiando, cercano in tutti i modi di denigrarle con il loro tono da smorfiose, cercando di far credere a tutti che solo loro sono belle, con il loro fare fintamente raffinato e con le loro vocine stridule adatte solo alle moine e al pettegolezzo. Stanno cercando solo di nascondere la loro pochezza, il vuoto della loro vita prive di passioni che non siano quelle dettate dalla moda, criticando chi invece di passioni ne ha a palate e non ha paura di mostrarle.
Perché in fondo di questo si tratta, di trovare una persona che abbia le nostre stesse passioni, che sappia arricchire le nostre vite e condividere con noi i momenti più belli, ridendo e piangendo con noi per le stesse cose. Non è poco, lo so. Molto più rare del ragazzo nerd (se volete saperne di più su questa figura correte a leggere il primo articolo a loro dedicato), le controparti femminili sono schive e preferiscono mostrarsi davvero per quello che sono soltanto a chi dimostra di non avere pregiudizi e di essere interessante, perché sono creature sempre alla ricerca di nuove emozioni, di nuove passioni da condividere con la persona che amano, meglio ancora se insieme ai suoi amici. La vera ragazza nerd non segue la moda, ma non nel senso dispregiativo che vorrebbero dare a questo termine le smorfiose di cui abbiamo parlato poco fa. Loro la moda se la creano, seguendo il proprio gusto e, non serve neppure dirlo ormai, le loro passioni. Quindi niente colori del momento, ma solo disegni vivaci dei loro anime e videogiochi preferiti, con abbinamenti sempre vistosi e di grande effetto! Perché dobbiamo sfatare completamente questa leggenda che vede le ragazze nerd come persone trasandate o completamente disinteressate della loro immagine. Ve lo dico per esperienza, è vero l’esatto opposto, tengono al loro aspetto molto più della gente comune, perché vogliono che dal loro look traspaia tutto il loro essere, portando sempre con sé i simboli di ciò che amano e di ciò che più le rappresenta, che sia un anime, un film o un videogioco.
Con una ragazza nerd non ci si può mai annoiare, perché dove gli altri vedono solo la semplice realtà, per lei esistono infiniti mondi fantasy, e vi porterà mano nella mano a visitarli tutti! Non sarà mai una semplice fanciulla in attesa del principe azzurro, ma una guerriera, una principessa Zelda che mentre aspetta il suo Link combatte, una Peach che è già arrivata al prossimo castello per vincere sul tempo Mario. Per tornare alla nostra lunga metafora iniziale, lei sarà sempre al vostro fianco a sostenervi, proteggendovi e aiutandovi contro qualsiasi difficoltà vi si presenterà davanti, anche se dovesse trattarsi di un drago. Chiunque altro scapperebbe a gambe levate, ma lei non indietreggerà di un passo, pronta a combattere con voi. Ve lo assicuro, non troverete mai una migliore compagna di avventura, e cos’è in fondo la vita se non la più grande delle avventure?
– Davide Carnevale –