È da un po’ di tempo che sto provando GdR nuovi, sia grazie al mio lavoro che ad un sano senso di stanchezza per i sistemi con setting medieval fantasy. Recentemente ho messo le mani su un prodotto che, se ci seguite, conoscerete sicuramente bene, e cioè Project H.O.P.E, il gioco di ruolo supereroistico di Limana Umanìta ambientato nella seconda guerra mondiale: essendo un fan sfegatato di Capitan America e degli anni ’40, non poteva capitarmi nulla di meglio. Oggi parleremo, però, di Silver Age, la sua “espansione” che sposta l’interesse ai fatti legati agli anni 60 e alla Guerra Fredda.
TANTE FAZIONI, UN NEMICO COMUNE
America
Ci troviamo in un mondo sconvolto dai fatti della seconda guerra mondiale dove le due superpotenze, emerse in seguito al conflitto, si contendono il dominio del mondo. Paradossalmente, però, hanno due sistemi economici opposti: da una parte gli USA, con un sistema capitalistico, di destra, dall’altra l’URSS, con un sistema comunista, di sinistra. Entrambi i Paesi hanno timore l’uno dell’altro ma, nonostante tutto, dimostrano il contrario. Un costante clima di caccia alle streghe influenza l’opinione pubblica ad adocchiare chiunque sia contrario al governo come facente parte della fazione opposta e, ovviamente, anche i nostri supereroi ci vanno di mezzo. Il clima si fa sempre più intenso finché, col decesso del Dottor Hope (morto di tumore al cervello, probabilmente a causa dei suoi stessi poteri) anche il dipartimento H.O.P.E viene chiuso. I Freedom Flag, completamente dispersi, vengono sostituiti. I meta umani vengono prima utilizzati per la guerra di Corea (vinta proprio grazie al loro intervento) e poi per la guerra del Vietnam (persa comunque a causa del mercurio rosso, una sostanza in grado di ucciderli). La seguente propaganda pacifista spacca ancora di più il divario tra umani e non. Chiunque non lavori con il governo viene dichiarato un traditore della patria, e i supereroi vengono schedati (esattamente come in Watchmen o negli Avengers). Alcuni meta-umani (o supereroi, chiamateli come più vi piace) non ci stanno. Diventano Mavericks, fuggiaschi, traditori, cacciati e braccati dalle autorità. Il ritorno del vecchio The Flag riporta tutto ad una sorta di stallo. Solo l’invasione di misteriosi alieni chiamati Annunaki (e la successiva sconfitta dei suddetti contro i meta-umani) riporta la figura dei meta-umani al punto di prima (o quasi).
La Russia rispecchia il suo alter-ego reale: un paese vasto ma rimasto indietro, sempre a rincorrere ciò che l’America riesce a fare e cercando di trovare delle vie alternative in quello che non riesce ad ottenere “copiando”. I Meta-Umani Russi sono poco più che cavie di laboratorio riuscite bene e, soprattutto, sono pochi. Troppo pochi per fare paura. Sfruttare la nucleare non basta, la Tzar neppure (seppur di potenza enorme rispetto alla precedente). Un team di scienziati, sotto il regime popolare dello stato socialista, si mette all’opera. Quello che viene fuori è la conseguenza di una scopiazzatura di un progetto italiano e, fortuitamente, si viene a creare il primo androide. Per arrivarci ci vuole un po’, certo, tanti sacrifici e vite per il bene del popolo: finalmente, però, la Russia ha qualcosa per opporsi all’America. Se non fosse per un disdicevole problema di materie prime (il cervello degli androidi va ad Unobtanium, un materiale rarissimo, pertanto tutti gli androidi vengono riciclati). Poteva, però, alla Russia andare bene? Ovvio che no, dato che, durante un’operazione in America, un loro androide viene catturato e studiato.
Ordine Templare
L’Ordine Templare viene approfondito in questa espansione; il tutto inizia con due poveri templari che, entrando in una grotta, vengono a fare la conoscenza di Malchisedeq, uno dei sette antichi Re del Mondo Antico. Questi svela ai due poveracci (immaginatevi Nicolas Cage e Ron Perlman) che in realtà le divinità non sono entità salvatrici, bensì alter ego degli Annunaki (ancora loro!) che, ovviamente, non cercheranno di salvare il mondo, bensì di soggiogarlo. Malchisedeq altri non è che un umano sopravvissuto e scappato agli esperimenti degli Annunaki, e divenuto immortale. Lui, assieme ad altri sei, combatte gli Annunaki da tempo immemore. I due poveri templari non possono che credere al pover’uomo (o forse no?) e, giurando fedeltà alla causa, fondano il vero ordine dei templari (creduto estinto ma in realtà sempre sull’attenti). L’obiettivo dei templari è combattere, e successivamente vincere, contro gli Annunaki. L’ordine, ovviamente, nel tempo ha dovuta adattarsi: ora esiste infatti in cellule, ovvero gruppi di Confratelli Templari di cinque persone, con obiettivi diversi.
NOTE TECNICHE
Silver Age richiede di una buonissima conoscenza storica, soprattutto per quanto riguarda l’epoca nella quale lo si vuole sviluppare. Il gioco, difatti, dà alcuni spunti (se così si vuole dire) nei quali far avvenire le proprie avventure/sessioni di gioco. Ambientarlo durante la Guerra del Vietnam sicuramente aiuterà quei giocatori che amano il vecchio stile “vai e distruggi”, mentre i conflitti pseudo spionistici sono più adatti a giocatori che amano, magari, l’interpretazione e la cura dei dettagli.
Data la diversità di fazioni giocabili (nell’originale Project H.O.P.E. era possibile giocare o gli Alleati o l’Asse), ci sono da fare delle precisazioni: alcune classi o innesti saranno disponibili solo per alcune fazioni. Altra cosa davvero simpatica riguarda i Mavericks: ricalcando il cliché dell’eroe mascherato con un alter ego normale, dovremo guadagnarci la pagnotta da soli (non c’è più mamma HOPE a finanziarci) e dovremo scegliere, con la creazione del personaggio, anche una professione, se così vogliamo chiamarla, che ci frutterà una certa quantità di denaro ogni sessione.
Dal punto di vista tecnico-regolistico non viene tolto nulla all’originale Project H.O.P.E.: viene aggiunta la classe dell’Androide (ovviamente in seguito alla scoperta del primo androide) e del mezzo-ibrido alieno (in tal caso si parla invece di eventi narrati verso la fine dell’espansione, che non starò a raccontarvi). In base al tipo di alieno col quale condivideremo il sangue, ci sarà data una certa capacità mentre ce ne verrà tolta un’altra, il tutto in pieno rispetto delle regole del bilanciamento e dell’equità tra i vari giocatori.
Silver Age, grazie alla sua varietà temporale, si presenta come un’ottima espansione per il gioco originale, già apprezzabile sotto tutti i punti di vista. La quantità di avventure che potrete far compiere ai vostri personaggi è praticamente infinita, se non sconcertante. Rimane di fatto, però, che si sta parlando di un mondo, ergo la preparazione del Narratore sarà indispensabile per una buona seduta e sessione.
Come vi sembra Silver Age? Scrivetecelo qua sotto!
– Yari Montorsi –
Silver Age: gli anni ’50 di Project H.O.P.E. – Recensione
Yari Montorsi
- Infiniti spunti per infinite sessioni di gioco;
- Buona quantità di contenuti aggiuntivi;
- Ottimo quadro storico-politico;
- Forse troppa scelta potrebbe lasciare spiazzato un Narratore alle prime armi;
- Manca una classe per rappresentare il confratello dell'Ordine dei Templari;
- Dato il quadro storico politico accurato, il Narratore deve essere informato a sua volta per non far la figura del pescivendolo;