Benvenuti illyoners, mettetevi comodi, perché oggi vi parleremo di un classico intramontabile o, più precisamente, vi intratterremo con simpatiche curiosità sul videogioco che potremmo tranquillamente definire “del momento”, vista la sua recentissima riedizione su Nintendo 3DS: The Legend of Zelda: Majora’s Mask. Ma non è di questo remake che parleremo qui (l’abbiamo fatto in maniera esaustiva nella nostra recensione), ma di quello originale apparso su Nintendo 64 nel 2000.
Partiamo dal presupposto che questo capitolo è forse uno dei più cupi della serie, dai toni sicuramente diversi rispetto a quelli del precedessore, Ocarina of Time. Sebbene il gioco abbia venduto solo nella prima settimana 314.000 copie in Giappone e 3 milioni di copie a livello mondiale, fu comunque l’episodio di Legend of Zelda che ebbe meno successo, per via del fatto di essere molto particolare, finendo per attrarre meno giocatori, o meglio, cominciò a farlo solo dopo qualche tempo dalla sua uscita effettiva. Il suo rapporto con i fan e con la critica è stato un “Odi et Amo”, per citare il famoso videogamer Catullo, e se da un lato aveva degli elementi che potevano affascinare profondamente, dall’altro presentava anche qualche piccolo “difetto”. È stato considerato (e in questo la critica si trovo d’accordo) più difficile della media degli altri The Legend of Zelda: secondo la rivista Famitsu ad esempio, ad aumentare la richiesta di abilità da parte del giocatore c’era la questione del limite di tempo, che rendeva questo capitolo meno digeribile rispetto ai suoi predecessori. Sappiamo quanto i gamers siano esigenti e quanto oggi un gioco con rari punti di salvataggio possa essere qualcosa di sconvolgente da vedere e soprattutto da fare! Fortunatamente il remake di Majora’s Mask per 3DS non presenta questo problema, poiché sono stati aggiunti nuovi salvataggi, quindi state tranquilli!
Altra critica comune fu che il gioco venne considerato “non accessibile a tutti”, in quanto i molti minigiochi e le side quest sparse per per la mappa potevano risultare noiose, e forse è anche per questo che sin da subito divenne il capitolo meno amato. Il titolo però, malgrado le critiche, fu considerato uno degli ultimi grandi titoli per Nintendo 64, e addirittura dalla rivista Electronic Gaming Monthly fu posizionato settimo tra i migliori giochi della macchina (Ocarina of Time era addirittura all’ottavo). Proprio per dimostrare quanto questo gioco sfruttasse le potenzialità della console a 64-bit di Nintendo, dobbiamo fare un piccolo passo indietro e richiamare alla mente la pubblicità dove giovani ragazzini giapponesi maneggiavano e inserivano all’interno della console il famoso Expansion Pak, un banco di 4 MB di RDRAM (Rambus DRAM) che, affiancandosi ai 4 MB originari, consentiva di raggiungere gli 8 MByte di RAM, indispensabili per poter attivare su alcuni giochi specifiche grafiche extra. Nello specifico, l’uso dell’Expansion Pak su Majora’s Mask permetteva di vedere più lontano, migliorava l’illuminazione e le texture, nonché la quantità di personaggi presenti a schermo, aggiungendo inoltre alcuni effetti di motion blur. Non si deve dimenticare, e questo giustifica il pieno sfruttamento della RAM aggiuntiva, che originariamente Majora’s Mask probabilmente doveva nascere su Nintendo 64DD, una versione più potente del Nintendo 64 che funzionava con dei dischi, ma che non lasciò mai le coste del Giappone a causa delle scarsissime vendite.
Nel 2003 Nintendo decise di ripubblicare il gioco su GameCube, all’interno di un disco bonus che era incluso in omaggio con un bundle contenente la console e Mario Kart Double Dash. Ma non si trattava di un vero rifacimento, bensì di un porting, con tutti i difetti del caso. Per il vero remake abbiamo dovuto aspettare questa edizione appena pubblicata su 3DS.
A prescindere da tutto questo, possiamo dire che il gioco rimane una delle pietre miliari della storia di Nintendo e che sarà ricordato, proprio per la sua caratterizzazione e diversità rispetto agli altri The Legend of Zelda, come uno dei più belli. Talmente bello e curato – pensate che, osservando attentamente il cielo notturno di Termina, era possibile vedere il Grande ed il Piccolo Carro, oltre che altre costellazioni importanti – che all’inizio non piacque tanto, forse proprio perché molto diverso rispetto ad Ocarina of Time e al suo aspetto fiabesco. Noi di Illyon abbiamo deciso di omaggiare questo splendido capolavoro, rigiocandolo nella sua versione originale per Nintendo 64! Speriamo vi piaccia e non esitate a lasciare un vostro commento!
– Alessia Bellettini –