“Danza dei Draghi è il nome altisonante scelto per indicare la furibonda lotta fratricida per il possesso del Trono di Spade di Westeros combattuta fra due rami rivali della nobile Casa Targaryen fra gli anni 129 e 131 DC (dopo la Conquista). Chiamare Danza i tetri,
turbolenti, sanguinosi eventi di questo periodo appare grottescamente inappropriato. […] “Morte dei Draghi” sarebbe un nome di gran lunga più sensato.”
Se avete letto “Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco” (che a brevissimo tratteremo anche noi con un’approfondita recensione, tranquilli), probabilmente anche voi, dopo esservi riusciti a destreggiare tra gli Aegon, Aerys e Aemon che ad un certo punto sembrano non finire più, sarete rimasti affascinati dalle vicende legate alla dinastia dei Targaryen, in special modo quella nota come Danza dei Draghi, la serie di scontri dove alcuni dei membri della casata se le sono date di santa ragione per decidere chi dovesse dominare sui Sette Regni. Per motivi di spazio, e con profondo rammarico di tanti, l’enciclopedia di Elio M. Garcìa e Linda Antonsson non ha potuto fornire una cronaca più dettagliata di questo evento, ma ecco che arriva la buona notizia per chi è interessato a conoscerne di più: da qualche giorno, infatti, anche in Italia è disponibile “La Principessa e la Regina”, il racconto dello zio George che tratta proprio dell’arco narrativo successivo alla morte di re Viserys I. A voler essere precisi, questa è solo una parte del libro, che si presenta come un’antologia cross-genre composta da diverse storie basate sulla figura della donna. Quella che dà il titolo al libro è l’unica scritta da Martin, e gli altri nove racconti sono:
– “Desperado” di Joe Abercrombie – Narra delle vicende di una donna del selvaggio west che cerca di fuggire da alcuni cacciatori di taglie;
– “O il mio cuore è spezzato” di Megan Abbott – Narra di un uomo la quale figlia è scomparsa, e che sospetta che la colpevole sia la sua eccentrica moglie;
– “La canzone di Nora” di Cecelia Holland – Narra della storia di Eleonora d’Aquitania e dei suoi pensieri su Enrico II e Riccardo I d’Inghilterra;
– “Le mani che non c’erano” di Melinda Snodgrass – Narra della storia di un luogotenente che, in un futuro distopico, viene a conoscenza delle cospirazioni di una razza aliena in grado di alterare geneticamente gli umani;
– “La conchiglia esplosiva” di Jim Butcher – Narra della giovane apprendista di uno stregone che si ritrova a dover correre contro il tempo per salvare la vita ad un vampiro;
– “Raisa Stepanova” di Carrie Vaughn – Narra della storia di una pilota russa durante la Seconda Guerra Mondiale che vuole diventare un asso dell’aviazione;
– “Battere Jesus” di Joe R. Lansdale – Narra della storia di due wrestler, costretti dall’incantesimo di una donna a lottare per sempre tra loro;
– “Vicine di casa” di Megan Lindholm – Narra della storia di un’anziana signora malata di Alzheimer che con la magia riesce a viaggiare nel tempo;
– “Me le so scegliere” di Lawrence Block – Narra di una storia del crimine con protagonista una femme fatale;
Il volume originale, pubblicato in America a dicembre 2013 col nome di “Dangerous Women”, contiene in realtà altre undici storie, che Mondadori dovrebbe pubblicare da noi in una seconda parte dell’antologia, in vendita a giugno 2015. Il curatore dell’opera, insieme a Martin, è Gardner Dozois, scrittore scifi statunitense che forse qualcuno conoscerà come l’editore della rivista Asimov’s Science Fiction dal 1984 al 2004.
Le storie contenute nel libro sono comunque tutte valide, ma la più lunga e corposa – e più appassionante per gli amanti del fantasy – resta proprio “La Principessa e la Regina”. Come vi ho anticipato sopra, qui viene raccontata in maniera un po’ più dettagliata la Danza dei Draghi: quando era re, Viserys I Targaryen ebbe una figlia da Aemma Arryn, Rhaenyra. Alla morte della moglie, e non avendo avuto altri figli, Viserys pensò bene di designare la ragazza come sua erede. L’anno successivo, però, l’uomo si risposò con Alicent Hightower, dalla quale ebbe anche figli maschi (e quindi, secondo le leggi dei Sette Regni, i primi in linea di successione). Quando Viserys I spirò, la regina Alicent, infischiandosene altamente dei desideri del defunto, fece salire sul trono il suo primogenito, Aegon II, mandando su tutte le furie Rhaenyra. A partire da quel momento si aprì una delle più sanguinose storie dei Sette Regni, che ha praticamente decimato sia la dinastia Targaryen che quella dei suoi draghi.
Per questa occasione l’autore ha scelto di raccontare le vicende in terza persona, sotto forma di cronache dell’Arcimaestro Gyldayn (ormai ufficialmente il suo alter ego): per fortuna questo cambio di rotta rispetto ai soliti POV della saga regolare non è così traumatico come potrebbe sembrare ma, col fatto che si tratta di una narrazione “postuma”, si finisce con l’avere l’impressione che il racconto sia molto vago in diversi punti, ben lontano dalla dovizia di particolari (sempre giusta e mai eccessiva, lo ribadisco) de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Inoltre vi consiglierei caldamente di leggere prima (e magari tenere sempre a portata di mano) “Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco”, così da fare bene la conoscenza dei personaggi presenti in questo racconto: per quanto si tenti di far capire chi siano, infatti, è facile che il lettore possa perdere il filo leggendo tutti i nomi simili dei Targaryen – e avere l’albero genealogico a portata di mano può essere di ulteriore aiuto. La storia non presenta grossi colpi di scena come quelli a cui l’autore ci ha abituati, ma il suo stile è inconfondibile, e lo zoccolo duro degli appassionati della saga sicuramente sarà felice di approfondire ulteriormente questo universo.
– Mario Ferrentino –
George R.R. Martin: “La Principessa e la Regina” – Recensione
Mario Ferrentino