Dopo l’appuntamento del 24 novembre scorso, in cui gli appassionati dei robot che hanno segnato la nostra infanzia si sono dati appuntamento nei principali cinema d’Italia per rivivere quelle emozioni sotto forma di cortometraggi restaurati graficamente e forti del doppiaggio originale, si è proposto un nuovo evento qualche giorno fa, il 2 dicembre. Nello specifico, sono stati trasmessi ben quattro episodi dedicati alle creazioni di Go Nagai, tra cui un inedito, Ufo Robot Gattaiger (del 1975), che doveva rappresentare l’episodio pilota di una serie che, successivamente, si sarebbe trasformata in Goldrake: la cosa è apparsa evidente, non solo per la trama che vi veniva narrata, ma dall’aspetto grafico del robot, fino alla colonna sonora che è stata riproposta, con pochi accorgimenti, proprio nella serie Goldrake. Come avevamo annunciato nel corso del precedente articolo, avevamo dato l’appuntamento a coloro che fossero in zona di Bari presso il Multicinema Galleria, dove gustarsi un incontro con gli illyonisti dal vivo.
Eccovi la cronaca!
Super Robot 4- Cinema Italiani 0
Non ho dati specifici sull’affluenza degli appassionati accorsi nei vari cinema del resto d’Italia per partecipare a questa seconda serata/evento: certo è che, vuoi perché anche noi di Isola Illyon ci abbiamo messo bocca, vuoi perché ci sarebbe stato spazio anche per Goldrake – tradizionalmente più apprezzato dai bambini – ho notato che c’erano molte più persone che avevano lasciato le preoccupazioni adulte a casa per cimentarsi con un revival degli anni ’80.
Entro nel cinema come un venditore di fiori, portandomi dietro un paio di rose rosse: nonostante gli sguardi stupiti di alcuni, e quello preoccupato del mio padrino Michele che temeva che qualcuno potesse pensare ci fosse del tenero tra di noi, non avevo scelta. L’indomani festeggiavo l’anniversario di matrimonio con mia moglie, ed il fattore sorpresa era tutto: anche se ad essere sorpresi, per ora, erano le persone comuni. Mi armo quindi di coraggio e mi preparo a seguire tutta la proiezione con le rose in mano. Considerando il clima yaoi che si respirerà di lì a poco, non posso nemmeno dire di sfigurare.
I Robot di Brokeback Mountain
Nonostante l’atmosfera festosa, si percepisce tensione in sala: era stato reso noto che sarebbe stato mostrato un cortometraggio inedito in Italia, ossia Space Robot Gattaiger, l’episodio pilota di Goldrake, come sopra ricordato. Pronti, via, non c’è nemmeno il tempo di acclimatarsi che, a tradimento, ci viene rivelato in anteprima che prossimamente si terranno altre proiezioni, riguardanti Naruto (per chi lo apprezza), nonché gli Yattaman e il nuovo Shin Koketsu Jeeg, uno spin-off/ideale prosieguo della serie animata di Jeeg Robot d’Acciaio, ambientata parecchi anni dopo le vicende che tutti conosciamo: il livello di… passione cresce parecchio, nei fans.
Si inizia proprio con Gattaiger, che non tradisce le aspettative rivelandosi tuttavia molto più introspettivo di quanto si potesse immaginare, mostrandoci i tormenti dell’esule Daiske/Duke Fleed che aveva trafugato la potente macchina da combattimento così da sottrarla al padre della sua amata Teronna, il malvagio re che aveva sterminato il suo popolo. Dopo spiegoni lunghi e flashback imbarazzanti per il vestiario dei protagonisti, si giunge alle mazzate, e quando appare il robot celato all’interno del disco volante, proprio come Goldrake, si resta un po’ basiti, dato il design brutto forte. Al confronto il pupazzoso Mazinga Z sembra un Gundam nuovo di fabbrica. Immancabili seguono le tragedie, gli scontri e la panoramica di quel maledetto Monte Fuji.
Se da una parte si rileva che la storia differisca per alcuni punti rispetto a quella che poi conosceremo nella saga di Goldrake, è pur vero che molte tematiche verranno riprese proprio successivamente.
Come potete notare voi stessi nell’immagine a fianco, il Gattaiger era brutto forte e non sembrava nemmeno assomigliare al Goldrake che conosciamo.
Il secondo episodio, invece, vede la collaborazione tra il Grande Mazinga e il nuovo robot, chiamato a sostituire il Getta/Getter Robot, ossia il Getta Robot G: una misteriosa astronave aliena provoca una tragedia che scuote le sicurezze dei piloti dei due team, e l’arrivo di un mostro fatto all’apparenza di energia rende pressoché drammatica la battaglia successiva, quasi senza speranze. È un episodio assai dinamico, intelligentemente introdotto in quel momento per poter dare respiro agli spettatori e alzare il livello d’attenzione dopo la malinconia che permeava il primo cortometraggio: volano scuri atomiche, pugni a razzo, Great Buster e quant’altro si renda necessario a dare azione ed emozioni ai fan.
Terzo episodio vede invece, finalmente, dare il giusto spazio a Goldrake ed al suo pilota Actarus/Duke Fleed/Daisuke Umon (doppiato dal grandissimo Romano Malaspina, voce amata non solo per gli anime, ma anche per film e serie televisive – come lo Sherlock Holmes del compianto, inarrivabile Jeremy Brett): mentre lui e Venusia vanno… a prendere un po’ d’aria al fiume, cavalcando per buona parte della mattinata (non fate i malpensanti), gli alieni di Vega decidono di colpire, avvalendosi di un generale che sfrutta le tecniche più subdole per vincere e consolidare la propria posizione (e venendo così odiato e temuto anche dai suoi colleghi). Nel manga il generale era un vero disgraziato, che arrivava anche ad utilizzare i bambini come scudi umani. Alcor/Koji Kabuto, che nella serie di Goldrake non pilota un robot come sarebbe stato lecito dall’ex pilota del Mazinga Z, ma solo uno scalcinatissimo disco volante, viene catturato e costretto a rivelare l’esistenza tanto di Mazinga Z che del Grande Mazinga: è quest’ultimo l’obiettivo dei vegani, che se ne impadroniscono per poter distruggere Goldrake. Segue una battaglia furiosa in cui le cose volgono al peggio per gli eroi fino al momento in cui Koji recupera il controllo del Grande Mazinga e si unisce ad Actarus ed al suo robot per sconfiggere gli invasori. Tutto bello, il solito Monte Fuji maledetto compare e il cortometraggio si chiude con un’equivoca immagine dei due robot molto…uh, vicini, fianco a fianco, e Koji che recita la frase più ambigua di sempre: “perdona, Actarus, è stata tutta colpa mia […] Domani… andremo al fiume insieme”.
A parte il fatto che il livello di yaoi è arrivato alle stelle, viene da chiedersi se il direttore del doppiaggio abbia riascoltato sul serio quella frase, che era di un doppio senso pauroso, considerando che meno di dieci minuti prima si erano fatti ammiccamenti sul fatto che Actarus e Venusia fossero andati al fiume per “stare tranquilli”, ossia per appartarsi. Vabbe’.
Last but not the least, il cortometraggio che tutti aspettavamo, la tamarrata suprema, il “tutti contro uno”, ossia “Goldrake, Il Grande Mazinga e Getta Robot G contro il Dragosauro”. Nell’episodio erano presenti anche il Boss Robot, Venus Alfa, Aphrodite ed il Goldrake 2, ma evidentemente tutti non ci entravano nel titolo.
È questo l’episodio che offre non solo i principali cliché delle serie nipponiche, perché si fa uno smisurato appello all’orgoglio del Giappone che ha sfornato dei robot eccezionali (per quanto Goldrake fosse alieno) e si calca molto la mano sullo spirito di squadra ed il dover andare oltre gli egoismi personali. Ma è anche un episodio impegnato perché, nonostante l’epoca, i cartoni giapponesi (si, lo sappiamo, si chiamano anime…) avevano spesso anche un piccolo intento di critica alla società, come in questo caso in cui si adduce la crescita abnorme del dragosauro, “un mostro preistorico” che ha raggiunto dimensioni gigantesche nutrendosi di petrolio scaricato in mare dopo gli incidenti delle navi petrolifere. L’episodio offre decisamente il meglio a livello d’azione, con i robottoni che sono chiamati a dare davvero tutto quello che hanno per vincere il terribile avversario: molti “doppi fulmini”, “raggi getta”, “shine spark” e “tuoni spaziali” più tardi, il Dragosauro viene distrutto.
Usciamo dalla sala contenti, i volti soddisfatti per quanto stanchi e “….domani andiamo al fiume assieme” grida qualcuno. E lì si crepa tutti dalle risate, facendo diventare il tormentone della serata la frase chiave di quella proiezione che ci ha permesso di ritornare bambini nuovamente, ed ai bambini presenti di sognare una volta di più in modo pulito con la cara, vecchia, sana e semplice animazione di un tempo.
– Leo D’Amato-