Premessa 1: tenterò di trattenermi il più possibile, ma per raccontare la trama di ogni libro finirò sicuramente col fare qualche piccolo spoiler: non odiatemi troppo!
Premessa 2: all’interno della recensione potrei citare anche le edizioni americane dei libri. Quando leggerete il nome in inglese, tenete a mente che sto parlando del volume “unico” originale, mentre i nomi tradotti si riferiscono alle suddivisioni fatte da Mondadori con l’uscita italiana.
Siete un po’ a digiuno con gli intrighi, le morti e le marachelle dei nostri amici dei Sette Regni? Tranquilli, perché oggi proseguiamo con la recensione dell’opus magnum di George R.R. Martin, trattando “I fiumi della guerra”, secondo volume italiano che compone A Storm of Swords, terzo libro de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.
Per prima cosa, facciamo il punto della situazione e vediamo in cosa sono impegnati i protagonisti dei POV di questo volume: ad Approdo del Re Sansa è costretta dai Lannister a sposare Tyrion, il quale però ha pietà della ragazza e non la forza a consumare il matrimonio. Oltre la Barriera Samwell e i Guardiani della Notte sono in fuga dall’attacco dei non-morti avvenuto sul Pugno dei Primi Uomini, e sulla via per la Barriera si fermano a riposare al Castello di Craster. Qui, però, alcuni confratelli accusano il bruto di nascondere loro delle provviste, scatenando una lite che coinvolge tutti i presenti. Jon, che nel frattempo è ancora con i bruti, sfrutta un momento di confusione e, nonostante alcune ferite, riesce a fuggire, recandosi al Castello Nero per informare i confratelli dei piani nemici. Nel frattempo alla Roccia del Drago Stannis vede attraverso le fiamme cosa è accaduto sul Pugno dei Primi Uomini, e lascia che ser Davos, ora divenuto Primo Cavaliere del Re, lo consigli sulle prossime mosse da fare. Intanto, nelle Terre dei Fiumi, Arya e Sandor Clagane sono ostaggi della Fratellanza Senza Vessilli capitanata da Beric Dondarrion, che vuole incassare un riscatto riportando la ragazzina alla madre, così da poter avere denaro sufficiente ad acquistare armi per i suoi uomini. Al Mastino viene concessa la possibilità di guadagnarsi la libertà affrontando Dondarrion in duello. Robb e Catelyn Stark, invece, si trovano alle Torri Gemelle: Walder Frey ha infatti deciso di perdonare la rottura della promessa che i due gli avevano fatto, a patto che Edmure Tully, fratello di Catelyn e Lord di Delta delle Acque, sposi una delle sue figlie. Nel frattempo Brienne e Jaime sono ancora in viaggio verso Approdo del Re, ma vengono catturati da Vargo Hoat e dai Guitti Sanguinari, un gruppo di folli criminali. Al di là del Mare Stretto, invece, Daenerys ha ottenuto un esercito di Immacolati e, raggiunta Yunkai, si incontra col sovrano della città, al quale chiede di liberare tutti gli schiavi e di arrendersi.
C’è un motivo se A Storm of Swords è considerato dalla maggior parte degli appassionati de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco come uno dei migliori volumi della saga: ci troviamo soltanto a due terzi del libro originale, e ancora una volta il ritmo serratissimo e l’incredibile scorrevolezza della scrittura di Martin catturano il lettore, spesso non permettendogli neanche di metabolizzare bene ciò che solo alcune pagine prima era accaduto, e facendolo precipitare subito in un nuovo turbinio di eventi. Come sempre tutto è verosimile, ogni situazione è curata nei minimi dettagli e il finale non riesce a non lasciare di stucco anche chi ormai credeva di essersi abituato allo stile dell’autore.
– Mario Ferrentino –
Cronache del Ghiaccio e del Fuoco – Recensione ”I fiumi della guerra”
Mario Ferrentino