Nei Sette Regni le stagioni arrivano con inquietante incostanza: estati soleggiate vedono nascere piccoli lord e giovani popolani, si stiracchiano fino a vederli diventare adolescenti e poi uomini; inverni lunghi decadi, come notti senza fine, stendono su tutti i Sette Regni una coltre di gelo e di oscurità destinata a non avere fine.
Nel mondo reale siamo più fortunati: qualche acquazzone estivo, qualche bella giornata invernale, ma per il resto le stagioni si avvicendano con rassicurante regolarità. Con l’inizio della primavera, ogni anno ormai dal 2011, sui teleschermi nostrani e di tutto il mondo arriva anche ‘Game of Thrones’, la serie che, con una qualità cinematografica – e un budget di pari livello – ha consacrato lo sbarco del fantasy sul piccolo schermo. Non altrettanto regolare è l’incedere della pubblicazione del ciclo di romanzi ‘A Song of Ice & Fire’: le tempistiche di George Martin ricordano il guazzabuglio climatico e cronologico delle stagioni di cui narrano (1996, 1998, 2000, 2005, 2011…), ma questa – come si suol dire – è un’altra storia.

Una veduta della Barriera tratta dalla modalità ‘Campagna’ di ‘Game of Thrones – Genesis’: è agevole notare l’indipendenza stilistica del gioco rispetto alla serie televisiva.
La spasmodica attesa tra un libro e un altro, o tra una stagione e l’altra della serie televisiva, può ben lasciare un senso di perdita incolmabile: la nostalgia per gli intrighi di corte, le battaglie campali, il sesso selvaggio, la ferocia belluina degli abitanti di Westeros è il nuovo male di stagione, peggio di una paventata epidemia di morbo grigio. La guida ‘Westeros 2.0’ si propone di fornirvi una breve rassegna dei videogiochi dedicati a ‘Game of Thrones’, con la speranza che ciascuno di voi lettori riesca a trovare quello più adatto ai propri gusti e possa tornare a respirare le atmosfere del Continente che abbiamo imparato ad amare.
‘Game of Thrones – Genesis’
Sviluppato da Cyanide Studios e distribuito da Focus Interactive nel settembre del 2011, ‘Game of Thrones – Genesis’ rappresenta una sfida riuscita solo a metà. Come tutti gli amanti della saga ben sanno, il mondo creato da George Martin è un crogiolo di complotti, tradimenti, inganni, assassinii – ancor prima che teatro di guerre catastrofiche.
Il proposito degli sviluppatori era quello di portare queste dinamiche nel mondo dei giochi di strategia in tempo reale, con una fazione a scelta tra le Grandi Case di Westeros e un ingegnoso sistema di alleanze che porta ad accumulare potere e, in ultimo, conduce alla vittoria. I nostri agenti si muovono sulla mappa, raggiungendo i diversi castelli e villaggi, con lo scopo di formare alleanze ufficiali e sottobanco, rafforzandole attraverso matrimoni di interesse o grazie alla vicinanza del capofazione. Cosa piuttosto originale, questi è la personificazione del giocatore: se viene ucciso – in guerra o per mano di un assassino -, e nessun erede legittimo può prenderne il posto, scatta il game over.

Uno scatto in-game: la fortezza ben visibile nell’immagine è Alto Giardino, capitale dei domini dei Tyrell.
Il gioco offre una modalità ‘Campagna’ che ricalca la storia dei Sette Regni dallo sbarco dei Primi Uomini fino alla formazione dell’esercito di Bruti agli ordini del Re-oltre-la-Barriera; una modalità ‘Schermaglia’ in cui il terreno di scontro può ospitare un confronto uno contro uno oppure una colossale rissa tra più contendenti. Su una mappa in gran parte coperta dalla nebbia di guerra – ereditata dai pionieri del genere RTS -, il giocatore e i suoi rivali muovono le loro pedine: ambasciatori, spie, assassini, nobildonne, metalupi e così via, allo scopo di tessere alleanze e indebolire le forze nemiche. Ogni atto compiuto a danno dei nemici – ad esempio, la rivelazione che il lord rivale ha messo al mondo un figlio illegittimo – è un passo compiuto in direzione della guerra, una fase di gioco in cui le azioni diplomatiche cessano e solo le armi possono parlare.
Purtroppo, la resa tradisce la gran parte di queste premesse: dal punto di vista tecnico, la grafica si rivela inadeguata, se raffrontata a quella di giochi di strategia contemporanei; le animazioni sono drammaticamente limitate; il numero di unità fa sembrare gli enormi scontri campali raccontati nei romanzi delle prosaiche risse di quartiere; la campagna single-player, che è – comprensibilmente – l’unica sede in cui si possa assaporare il gusto di far piombare il drago Balerion sulle armate nemiche, dura una manciata di ore; l’intelligenza artificiale segue percorsi sempre identici a se stessi e, alla lunga, diventa largamente prevedibile.
Altri limiti sono interni al sistema di regole del gioco: la capitale di ciascun regno nemico, ad esempio, non può essere conquistata dai nostri soldati, e continua a sfornare unità con le poche risorse rimaste. Il risultato è un periodico afflusso di ambasciatori che attraversa i ponticelli e finisce inevitabilmente nelle fauci degli truppe vittoriose, in un assedio farsesco destinato a non avere fine. Pesa, ancora, l’assenza di unità navali, che impedisce – tanto per dirne una – l’introduzione di una fazione delle Isole di Ferro. Quasi del tutto assente, poi, ogni riferimento ad eventi storici verificatisi nel continente di Essos.
‘Genesis’ non è un brutto gioco, ma finisce per risultare schiacciato dal peso della sua stessa ambizione: il problema è che in ogni suo aspetto palesa un ritardo di diversi anni rispetto al progredire di giochi strategici dello stesso periodo (basti pensare a prodotti come la serie di strategici a turni ‘Total War’ o come i giochi di grand strategy della Paradox; ma anche a videogame RTS di livello sviluppati dalla Relic Entertainment). La causa di questa inadeguatezza è da ricercare, verosimilmente, nell’improvvisa crescita della fama della saga scritta da Martin, dovuta all’avvio della serie televisiva – di pochi mesi antecedente alla release di ‘Genesis’: il che spiega come la cura di un brand di tale valore commerciale sia rimasta affidata ad una piccola software house indipendente, che non è stata in grado di uscire vincitrice dalla sfida rappresentata dalla complessità e varietà della vita nei Sette Regni e dalla mole di aspettative dei numerosissimi fan.

Una zoomata sui territori vicini alla Barriera tratta dalla mod ‘A Game of Thrones’ per ‘Crusader Kings II’.
Paradossalmente, proprio su software come ‘Medieval II: Total War’ e ‘Crusader Kings 2 II’ si è appuntata l’attenzione dei modder, alla disperata ricerca di una risposta ai loro desiderata in fatto di strategici ispirati a ‘Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco’. Uno dei più mirabili risultati è senza dubbio la mod ‘A Game of Thrones’ per ‘Crusader Kings II’, scaricabile gratuitamente a questo indirizzo. Sull’ottimo materiale di partenza della Paradox si innesta un lavoro coi fiocchi, svolto con tutto l’affetto dei fan della saga.
Pur al netto di qualche bug, inevitabile nei lavori amatoriali, questa mod restituisce per davvero le atmosfere di corte, gli intrighi e gli intrecci che contraddistinguono la politica di Approdo del Re, con una serie di campagne che ripercorrono approfonditamente la storia di Westeros, fino ad arrivare alla Guerra dell’Usurpatore (la radice di tutti i mali attuali) e alla Guerra dei Cinque Re: se decidete di sperimentarla, perciò, attenzione agli spoiler!
– Stefano Marras –
Westeros 2.0: ‘Game of Thrones – Genesis’
Isola Illyon
+ L'ambientazione tratta da 'Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco' ha sempre il suo fascino
+ La vulnerabilità del Lord e del suo Erede aggiunge pepe alla partita
+ Il sistema di alleanze segrete è piuttosto intrigante
- La grafica è pericolosamente al di sotto della norma per giochi contemporanei
- Le tante idee buone si affollano senza riuscire a trovare piena realizzazione
- Gli evidenti limiti tecnici abbassano la qualità di un prodotto altrimenti godibile