La rubrica dedicata ai mostri dell’universo fantasy-horror esplora oggi la mitologia che circonda un bipede tenebroso: Il licantropo!
La letteratura ottocentesca, affascinata dalle rappresentazioni pittoriche evocate dall’immaginario popolare medievale, riprende il folclore che circonda l’incrocio di uomo e di un lupo per terrorizzare i lettori del nascente genere horror: parliamo del licantropo, e nel caso specifico del lupo mannaro.
Benché sia difficile tracciare una linea filologica precisa, è a partire dall’antico Egitto che il dio Anubi assume la forma di un uomo-sciacallo che comanda il passaggio delle anime dei defunti verso l’aldilà. Nella mitologia greca assistiamo a moltissime trasformazioni animali comandate dagli dei per accontentare i propri capricci o per punire le azioni dei mortali. Facendo alcuni passi in avanti, la leggenda originale – probabilmente nata a cavallo tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo – vuole che il licantropo sia un essere umano costretto da un’oscura maledizione a trasformarsi in un animale mostruoso a ogni plenilunio: trattandosi di una narrazione a carattere regionale, il licantropo assume forme differenti a seconda della fauna che abita i boschi e le montagne delle aree dove il racconto prende effettivamente forma. Per questo non è raro assistere a cinghiali e orsi mannari, uomini gatto, uomini toro e così via nelle descrizioni dei racconti fiabeschi e narrativi. Ma perché è proprio il lupo il protagonista della produzione horror per eccellenza?
Il lupo assume nel Medioevo il ruolo dell’animale satanico – insieme a gatti neri, gufi e pipistrelli – che affianca le streghe nei loro riti occulti: Questo perché si dimostra il canide più astuto e capace di sopravvivere anche nelle situazioni più estreme, che sfida l’ambiente antropizzato cibandosi di pecore e galline durante la notte. Secondo le fonti dell’epoca, alcuni di questi esemplari sembrano essere di dimensioni molto maggiori rispetto alla media: questo induce la credenza secondo cui potrebbe esistere un capo-branco umanoide che ha assunto le capacità diaboliche del lupo per distruggere o semplicemente spaventare i propri simili.
I giochi di ruolo contemporanei e la recente cinematografia definiscono le caratteristiche del mannaro che tutti conosciamo: debole all’argento, nemico giurato dei vampiri e capace di organizzarsi in branchi senzienti e pericolosamente efficaci. Ogni piattaforma sviluppa caratteristiche differenti che meglio si adattano all’ambientazione in cui operano; In “Underworld“, la serie cinematografica nata nel 2003 dalla mente di Len Wiseman, la società del sottosuolo contrappone mannari e vampiri in una lotta secolare nella quale entrambi cercano di avere la meglio sull’altra.
In Vampire The Masquerade i lupini sono nemici giurati di tutti i clan immortali e abitano le foreste della Terra difendendo il proprio territorio a costo della vita. Nell’universo di Warcraft i lupi mannari assumono il nome di worgen e convivono con le altre razze dell’Alleanza in un’armonia più unica che rara. Anche nella saga degli Elder Scrolls sono presenti i licantropi, ma fondamentalmente dimostrano le caratteristiche tipiche dell’immaginario romanzesco tradizionale.
Qual è la tipologia a cui siete maggiormente legati? Esiste una piattaforma a cui siete più affezionati e che, secondo voi, rispecchia con chiarezza il mito primordiale?
Qualunque sia il vostro parere, mi sento di darvi solamente un consiglio: nelle notti di luna piena, chiudetevi in casa!
– Pasquale Palma –