Il romanzo d’esordio della scrittrice cagliaritana è una sorpresa, scopriamo il perché a tu per tu con Elisa stessa, in un illuminante dietro le quinte di “Era del Sole”!
Dopo la recensione apparsa su queste pagine la settimana scorsa, e che trovate qui casomai voleste rinfrescarvi la memoria, è giunto il momento dell’attesa intervista alla scrittrice: Elisa Erriu si è prestata, con una disponibilità senza pari, a raccontarci come è nato e cosa c’è dietro questa originale e a tratti scioccante (in senso positivo!) opera prima.
Ciao Elisa, ben approdata sulle lussureggianti sponde dell’Isola, dove scorrazzano redattori mannari assetati del sangue di giovani autori emergenti! Dalle notizie raccolte in giro per la rete e dal tuo stesso sito si capisce come tu sia un’artista con un’espressività a 360°, non esclusivamente letteraria. Ci vuoi raccontare qualcosa di te?
Ciao Luca, saluto tutti i lettori e gli abitanti di questa fantastica Isola, dove a proposito m’hanno da poco morsicato i redattori ma consolandomi che almeno ero carne gustosa! Raccontare qualcosa di me? Innanzitutto dichiaro anch’io la mia appartenenza alla razza mannara, nello specifico una lupa normannara con un misto di Sardo-saurus Rex! Origini familiari da serie alla G. Martin! Per quanto riguarda la tua cortese segnalazione di artista, così come quella letteraria, posso dire che per me è un amore, un amore che nasce e mi accompagna da quando ero bambina. Una storia che mi accomuna a molti d’altronde. Per me però non si è fermato ad un attimo puerile e l’ho coltivato tipo sacrificio dell’anima al dio Krom. Non vengo da una scuola d’arte né ho mai voluto seguire un corso, quando disegno metto una musica che mi ispiri quel momento e siamo io, un foglio e le matite (ma sto imparando anche la pittura acrilica e il digitale) e tutto il mondo sta fuori. Mi capita spesso di non avere neppure un soggetto per il disegno, disegno e basta. Per il resto, che dirvi? Da cinque anni ho abbandonato la mia terra natia e sono venuta qui nel Nord (ve l’ho detto che è molto G. Martin!), dove studio all’Università di Lettere (e vedo il baluardo del traguardo….forse!) e “ogni tanto” riesco a trovare un lavoro che non è mai male; in questo mi aiutano molto alcuni miei dipinti, ma se non hai alle spalle una scuola d’arte è dura. Contemporaneamente non ho mai mollato l’intenzione di vedere un giorno il mio libro finito, un’intenzione durata 13 anni, finché quest’anno sono riuscita a finirlo e addirittura pubblicarlo! Come dico io “Per Aspera ad Astra!”.
“Era del Sole” è il tuo romanzo d’esordio: il percorso che ti ha portato a pubblicarlo è stato piuttosto travagliato, tanto da meritarsi una “trama parallela” all’interno del romanzo stesso. Cosa ti ha spinto a mettere nero su bianco un romanzo di questo respiro?
Come vi accennavo, questo romanzo nasce ben 13 anni fa, quindi è dura spiegare “le origini del Male”. Scherzi a parte, riassumo dicendo che non era nato proprio così. A dire il vero, in 13 anni questo romanzo si è evoluto tanto da aver creato cinque storie a sé stanti. L’origine del mondo parallelo è nato “tre libri” fa, press’ a poco 10 anni fa. Non è stata la Storia Infinita ad ispirarmi, né nessun altro libro che conseguentemente (nato anche dopo la mia storia…pertanto impossibile che mi abbiano ispirato!) mi imputano di avermi ispirato. La spiegazione cardine, la motivazione vera e propria che mi ha spinto a farlo, la riassumo nella sua pura essenzialità: Io. Da bambina ho avuto una sorta di trauma e avevo paura di morire. Non riuscivo a trovare una risposta alla domanda “cosa è la morte?”, come avviene, cosa si prova, e soprattutto cosa ci sia dopo. Esperienze personali che mi hanno portato vicino alla morte mi hanno sempre più alimentato questo dilemma, c’è stato un periodo dove la notte, quando c’è buio, silenzio e tu sei solo coi tuoi pensieri, non riuscivo a dormire perché non riuscivo a smettere di pensarci. Alla fine tutto ciò mi ha portato ad apprezzare molto di più la vita. Questo mi ha portato a voler scrivere nel mio libro di cosa sia la morte e soprattutto il dopo, interpretandola in questa chiave fantasy che, personalmente, non ho mai trovato nel genere stesso (senza spoilerare, ma il mio espediente parte proprio dalla scena di una morte, tutt’altro che conclusasi nel mezzo e nel finale….ve l’ho accennato tutto ciò, ma posso lasciarvi, scrupolosa come sono, senza spiegarvelo?! Piccolo sospiro di sollievo per la redazione!). Questo per me non era “solo” un libro, era ed è sempre stato un compagno, ciò che più mi faceva sentire “libera”, me stessa. Se considerate che mi ha accompagnato per metà della mia attuale vita, vi renderete conto del peso delle mie parole. Non esagero né voglio cariarvi gli occhi dicendo che questo era il mio unico mezzo tramite il quale i sogni potessero prendere forma. Era diventato un po’ una specie di diario segreto e si sa che i segreti non possono rimanere tali a lungo…
Hai elaborato, per il mondo nel quale è ambientata la tua saga, un retroterra mitologico dettagliatissimo ed al tempo stesso credibile ed originale, nel quale sono evidenti richiami di mitologie reali, in particolare europee ed orientali. Vorresti scendere un po’ più nel dettaglio di questa impalcatura che regge tutta la saga?
Con sommo piacere! Mettetevi comodi: avete presente le culture del mondo? Ecco, le ho prese praticamente tutte, lavorate e forgiate per ricreare nel libro la stessa cosa! Le culture del mondo partono da valori che hanno per alcuni versi dei fondi in comune tra loro. Pertanto, studiandole nel tempo, sono riuscita a incastrare i loro elementi in comune per poter fondere qualcosa di nuovo dal vecchio. Nel mio mondo abbiamo principalmente due terre, Nepram e Somnòra. Se si guarda con attenzione altro non sono che il calco preciso della mappa del Giappone! Nepram è la parte più orientale della Russia e il Giappone stesso è Somnòra. All’interno di queste due terre ho a loro volta fuso culture che anche nella nostra storia avevano molto in comune con le storie di questi paesi, permettendo di riconoscere qualcosa di “nostro” anche in un mondo che dovrebbe essere “fantasy”. Nel dettaglio, a Nepram, possiamo trovare una civiltà dai tratti europei medievali, strutture feudali, villaggi, cultura del guerriero-cavaliere-eroe, accenni che richiamano a miti norreni e greci, molto vicini tra loro: vediamo una sorta di “drago di fuoco” terribile, svariati richiami a personaggi e culti nordici, come la storia di Daren, che è plasmato dallo stampo di un vichingo simile a quella di Sigfrid, del guerriero Berserker, dei nobili Nibelunghi, dei Longobardi con le loro faide sanguinarie, e dello spartano (vichingo+spartano, marchio registrato!), citiamo soltanto il coraggio e l’onore che richiama a Leonida, il “fratello di spada” che è Hilven, l’incorruttibilità emotiva, il loro culto della lotta e…ed è vestito tassativamente in rosso… oppure termini come il Rokalipse, il lupo gigante (più di dieci anni fa manco sapevo cosa fossero Miyazaki e G. Martin….mica solo loro pensavano a lupi giganti…). Persino ogni nome, di ogni cosa nel libro, ha una sua etimologia. Persino la “filosofia” dell’Essere Eretici Equilibra non è un effetto casuale; è tutto estratto da filosofia greca, come anche l’immortalità dello Spirito, la trinità di Mente Corpo e Spirito, con una pennellata di buddhismo lo confesso….nel dettaglio invece a Somnòra abbiamo più una cultura “orientale”, principalmente Giapponese, incominciamo subito con la presenza dei Kami, gli dei dello shintoismo, e degli Yōkai, “demoni” del Sol Levante. Poi abbiamo gli elfi, che vengono rivisitati qui in chiave prettamente Giapponese, con questo senso del rispetto, dell’onore, del “silenzio”, della lingua stessa e dell’aspetto, che è tutta loro…poi che dire…anch’io quando lo rileggo mi rendo conto di richiami di altre culture che non avevo nemmeno pensato, come Ariom che è una sorta di divinità egizia e i Totem che si ricollegano ai nativi Americani…il romanzo ha preso vita propria!
Una delle originalità più evidenti del tuo libro, al limite dell’esperimento letterario, è questo doppio piano narrativo nel quale, parallelamente alla trama “fantastica”, descrivi la nascita e la scrittura del romanzo dal tuo punto di vista, in modo non meno avvincente. Da cosa è nata l’esigenza di comunicarla al lettore?
L’esigenza propriamente detta è nata da un impulso personale…poi, quando l’ho fatto leggere le prime volte a diverse case editrici, non è mai piaciuta questa doppia trama narrativa. Anzi, mi veniva proprio cassata. Ho ancora le e-mail dove ricevevo le risposte che “si rifiutavano di leggerlo perché in un fantasy è del tutto inaccettabile che si scriva come in un diario”. Quindi l’esigenza poi di portarlo fino in fondo viene aumentata da questo fatto: ma che razza di fantasy è se non posso usare la fantasia?! Badate bene…chiunque, sempre, deve lavorare sul proprio romanzo, ripulirlo e perfezionarlo, armarsi di santa pazienza e rendersi conto dei propri errori con molta umiltà che, credetemi, non è facile da spiegare né da fare. Ci devi letteralmente lavorare. Quindi non pensiate che io sia stata una sciocca che ha cocciutamente seguito la sua idea. Raccontare 13 anni in due righe è dura, ma credetemi quando vi dico che la storia non sarà stata perfetta, non era forse facile, non era vendibile, ma era la mia vita…e se mi hanno detto di no (o ancor peggio, il silenzio totale…), non è un “no” a un sogno nel cassetto…se metti l’anima in qualcosa che fai, vuoi vedere che arrivi a brillare e non ad essere infangata…. quindi ho lavorato per non dire no al mio libro.
Questa linea narrativa parallela quanto ha di autobiografia reale e quanto invece è romanzata?
Chi l’ha letto sa bene che questa domanda è difficile da rispondere… Posso però dirvi che non ho nessuna remora né nessuna vergogna di sottolineare ancora il fatto che questo mio romanzo non è stato solo un libro, né un esperimento, né un hobby, un piacere o una follia dell’ultimo minuto. Siete i primi che mi chiedono il “quanto ha di autobiografia” e per questo vi dirò: troppo (chi l’ha letto, capirà anche la battuta..). Certo, non è tutta la mia vita e in una parte ho dovuto usare un mezzo espediente letterario (nello specifico per tranquillizzare i miei lettori, non mi hanno “esattamente” sparato…), però leggendolo, leggerete moltissimo della mia vita, della vita nella sua forma più vera, qualcosa che “davvero” straccia le fondamenta di realtà e fantasia, sogno o morte. Sì, ho anche avuto esperienze venatorie in prima persona, altro che Hunger Games, anche la parte di Daila è estremamente “vissuta”. Come lo chiamo io è un reality fantasy (lungi dal suggerire certe serie tv!!). Perché l’ho fatto? Mi chiedono spesso dove abbia trovato il coraggio di scrivere ciò che ho scritto. Io non l’ho trovato il coraggio. Ma io questo volevo e dovevo scriverlo, era un’esigenza più grande…avete mai provato la sensazione di voler lasciare qualcosa di vostro nel mondo? Ecco, era un sentimento di coraggio, o di pazzia, simile a questo…
E’ lampante (almeno per chi la conosce un po’) l’ispirazione che hai tratto dalla letteratura, dalla poesia e dall’arte giapponese. Nel tuo libro però sono presenti altri rimandi: a quali libri, film, immaginari ti sei ispirata o ti hanno influenzata?
Essendo assodato che è una sorta di autobiografia e che la fonte madre è la mia vita, posso parlare di ciò che mi ha influenzato indirettamente…a meno che la mia vita non sia un film! Sicuramente alle origini mi affascinava moltissimo la cultura greca. In particolare mi affascinavano l’Iliade e i miti di Alessandro Magno. Vi dirò di più! Lo stile narrativo del primo libro era persino molto simile all’Iliade, con tutti gli aggettivi ridondanti, verbi e termini così arcaici che Word si rifiutava di inserirli…insomma, le Barbie non mi piacevano! Poi crescendo, mi piacevano sempre di più le storie dei miti greci, norreni, miti che altro non erano che i volti più terribili e sublimi della umanità in tutta la sua essenza. Poi arrivarono loro: i cartoni animati. E vogliamo parlare dei cartoni animati giapponesi?! (lo so che state canticchiando Gem Boy..). Ken Shiro, Sailor Moon, l’Uomo Tigre, Lady Oscar, Berserk, tutta-la-serie-di-robottoni-vari-ed-eventuali, tutti i cartoni dove c’erano animali e/o dinosauri erano il mio pane quotidiano. E i videogiochi? Dichiaro ufficialmente il mio amore incondizionato per i giochi RPG (tranne Dark Souls…Dark Souls non è un gioco, è uno strumento di tortura…), alcuni piattaforma, The Legend of Dragoon e Devil May Cry. Così come Dragonlance è nato da esperienze di D&D, così il mio primo libro è nato grazie alle mie evoluzioni grecizzanti e mitologiche di fantasticherie sconce su personaggi che usano “poteri di draghi” e uomini coi capelli di platino….che poi si sia evoluto in migliaia di altre cose totalmente distanti, questo amore me lo porto ancora….
“Era del Sole” è dichiaratamente il primo libro di una saga. Hai già in mente quindi, almeno a grandi linee, l’affresco complessivo o attendi di scrivere man mano e vedere dove ti porta la storia?
Ho già un quadro complessivo…anche se so benissimo che poi sarà anche la storia a portarmi man mano a scriversi da sola!
Ci puoi dare qualche informazione sui tempi di lavorazione del prossimo capitolo? Qualche anticipazione su cosa accadrà?
Il secondo è già in fase di costruzione e solo perché mi siete tanto simpatici, vi dico anche che per ora ci sono in effettivo poche pagine, ma il mio quadernetto degli appunti mi segue ovunque vada ed è già arricchito di svariate frasi! Credo e spero, se tutto va bene, già in inverno inoltrato di averlo finito. Anticipazioni? Il secondo libro si chiamerà Era della Luna e vedrà infatti il punto di vista del protagonista “Luna Crescente”, alias Lloykan, poi vedremo l’entrata in scena di “due eserciti”, i restanti Nomon e i loro relativi poteri, nuovi e tantissimi Yōkai, approfondimenti sulla storia di Ariom e Amür e, rullo di tamburi: l’arrivo del Rokalipse…
Nel salutarti e ringraziarti per la tua disponibilità, ti chiedo se hai già qualche altra ispirazione o idea a venire al di là della saga dell’Era.
Con un sogghigno malefico, vi rispondo “eccome se ne ho…!”. Un altro libro è già quasi pronto, che vi posso soltanto dire che verte su un “virus” nei giorni nostri, mentre un altro ancora sta nascendo…e ho altre idee bellicose!! Ma.. The rest…is silence!! Un saluto e un sentito ringraziamento a voi ed a tutti i miei lettori. E ovviamente…. どうぞ よろしく!!
Augurando a nostra volta un bel さようなら alla nostra autrice, ricordiamo che potete trovare qui il link ai canali di acquisto del libro, e speriamo di ritrovarla per le sue prossime fatiche. Come sempre, su Isola Illyon.
– Luca Tersigni –