A volte, sui giornali, capita di leggere le notizie più assurde. Tempo fa – lo ricordo distintamente – su un quotidiano online dalla dubbia attendibilità mi capitò di leggerne una che, letteralmente, non stava né in cielo né in terra. Nell’articolo, che non citava alcuna fonte degna di questo nome e che presentava svariate incongruenze, si sosteneva che tre gigantesche astronavi aliene, delle dimensioni di diverse centinaia di chilometri ciascuna, fossero in procinto di raggiungere la Terra, in coincidenza – quando si dice il caso! – con la fatidica data del 21 dicembre 2012. Un’altra delle cose che ricordo è il primo, fulminante commento postato in calce alla notizia: “Speriamo siano cariche di figa”. Chissà perché, ogni volta che ci ripenso scatta subito il collegamento con le Asari.
Si tratta indubbiamente di una delle più affascinanti specie aliene di cui si compone il lore della saga di Mass Effect, che pure si caratterizza per una costruzione quantomai approfondita del retroterra biologico, storico e culturale di ogni razza presentata ai giocatori. Cos’è, dunque, che le rende così speciali? Ci proponiamo di scoprirlo in quest’articolo!
DISCLAIMER: il presente articolo presuppone la conoscenza dell’universo di Mass Effect, ma pretende di essere fruibile anche dai neofiti della serie. Tuttavia, per ragioni logiche e logistiche, contiene LEGGERISSIMI SPOILER (relativi, ad esempio, ad alcune romances e ad altri sbocchi narrativi secondari), per cui chi volesse restarne del tutto immune farebbe bene a fermarsi qui.
Il pianeta delle donne
Le Asari sono originarie del pianeta Thessia e sono tra le razze più antiche ed evolute, essendo state tra le prime, dopo la scomparsa dei Prothean, a scoprire il viaggio interstellare. Proprio in forza di questa “anzianità” sono state le primissime a rinvenire la Cittadella, il manufatto alieno che nel design ricorda il cilindro di O’Neil, divenuto l’epicentro della vita politica della Galassia con la fondazione del Consiglio della Cittadella. Proprio le Asari, dopo l’incontro con i Salarian, ne hanno proposto la costituzione, con il fine da dirimere in modo pacifico le questioni riguardanti le attività delle diverse specie della Via Lattea.
Per tutte le altre specie, Asari è sinonimo di charme naturale, talento per la diplomazia, tendenza alla moderazione e capacità biotiche. Si tratta di una specie rigorosamente monosessuale (da qui l’utilizzo del femminile plurale), dall’aspetto femminile, come evidenziano le forme piacevoli e generose. I curiosi fenomeni neurologici alla base del loro accoppiamento hanno portato al diffondersi sul loro conto voci ingiustificate sulla loro presunta promiscuità: le Asari, infatti, possono accoppiarsi con qualunque partner, di qualunque sesso (non limitiamoci ai canonici maschile e femminile in voga sulla Terra: l’Universo è una frontiera piena di possibili combinazioni diverse) e di qualunque razza. Dalla scoperta di nuove specie in poi, addirittura, le Asari hanno sviluppato una predilezione per le conquiste esotiche, che garantiscono un apporto di DNA sempre nuovo rispetto a quello del nucleo originario con base su Thessia.
Quale che sia la provenienza del partner, comunque, il frutto del rapporto sarà solo ed esclusivamente una nuova piccola Asari. Come si anticipava, infatti, durante l’amplesso le Asari sintonizzano il proprio sistema nervoso per adattarlo a quello del partner, fino a determinarne una fusione momentanea dei due, in un momento infinito nel quale la “madre” Asari, pur non utilizzando propriamente il DNA del compagno ai fini riproduttivi, ne utilizza la traccia genetica come fosse una mappa, selezionando e ricodificando le caratteristiche più interessanti da trasmettere all’erede. Dalla fusione deriva inoltre una istantanea connessione telepatica tra Asari e partner, che condividono ricordi, pensieri, sensazioni: la vera unione amorosa, secondo l’autorevole voce della Dottoressa Liara T’soni.
Il sentiero delle Asari
A causa dell’incredibile capacità rigenerativa delle cellule, le Asari tendono ad essere estremamente longeve, raggiungendo non di rado il migliaio di anni prima di rendere l’anima alla Dea. Questo fa sì che personaggi come la citata Liara, che pure ha già un centinaio d’anni, siano considerati poco più che bambine agli occhi delle aliene più anziane. Le fasi della vita di una Asari, d’altronde, sono scandite rigidamente: in una prima fase, sul finire della pubertà, la Asari incarna la Dama. È curiosa del mondo, vuole esplorarlo e fare mille esperienze; conformemente allo spirito di questa iniziale maturazione, molte Asari finiscono a fare le ballerine nei locali o al servizio di compagnie mercenarie. Successivamente, intorno ai tre-quattro secoli di vita, la Asari diviene Matrona; le peregrinazioni infinite terminano, nasce il desiderio di divenire stanziale, di cercare i propri vecchi partner, di crescere le figlie. Dopo settecento anni di vita, infine, la Matrona diviene Matriarca e sente la spinta ad assumere il proprio ruolo di guida della comunità, divenendo una leader, una consigliera, comunque un punto di riferimento per le Asari più giovani.
Figlie di una dea minore
Neanche tra le Asari è tutto rose e fiori. Esiste infatti una anomalia genetica che trasforma alcune di loro in qualcosa di diverso dalle seducenti maestre di diplomazia della Galassia: le porta a diventare Ardat-Yakshi. Il nome, in antico dialetto Asari, significa “Demone dei venti notturni” (e per quanto riguarda il nostro bagaglio culturale, rimanda alla mitologia mesopotamica e al demone Ardat Lilith), e il motivo di un tale appellativo è presto detto: a causa della loro rara condizione genetica, quando le Ardat-Yakshi fondono il proprio sistema nervoso con il partner ne prendono il controllo e lo sopraffanno, causando emorragie cerebrali e, in alcuni casi, una rapidissima morte.
Non ci credete? Lasciate che il vostro comandante Shepard intrecci una relazione amorosa con Morinth in Mass Effect 2, e difficilmente ne ricaverete un salvataggio importabile in Mass Effect 3.
Identificare questa condizione è impossibile, almeno fino a che l’Asari interessata non sia giunta alla maturità… di fatto al primo rapporto sessuale. Paradossalmente, l’anomalia rende le Asari che ne sono affette ancor più seducenti per le prede, e al tempo stesso rende le Ardat-Yakshi più furbe e più forti e le stimola a cacciare in maniera compulsiva, trasformandole – nella sostanza – in perfette assassine seriali. Mentre alcune si ribellano all’ordine costituito e si trasformano, come Morinth, in predatrici fameliche, altre Ardat-Yakshi prediligono condurre una vita di clausura, e – in questo incentivate dalle altre Asari – trovano rifugio presso un monastero sul pianeta Lesuss.
Purtroppo, è proprio qui che i Razziatori colpiranno, nelle fasi iniziali della loro invasione, per fare incetta di indifese Ardat-Yakshi da trasformare nelle temibili Banshee, in modo da rinforzare sempre più il proprio esercito: e in molte delle missioni successive il giocatore si pentirà di non essere arrivato abbastanza in fretta al Monastero.
L’incantesimo delle Asari
Che sia per i loro talenti di spie e diplomatiche, per il loro aspetto seducente, o per il connubio “Eros & Thanatos” sotteso alla caccia spietata delle Ardat-Yakshi, le Asari sono velate da un innegabile alone di fascino e di attrazione. Eppure, a ragionarci con mente lucida, dovrebbero risultarci veramente impressionanti: dopotutto sono azzurre, coperte di squame, hanno un sistema di accoppiamento dalle meccaniche poco chiare e che in alcuni casi può risultare letale per il partner, sulla testa hanno una cresta cartilaginea che solo con uno sforzo di fantasia può ricordare una capigliatura… Forse avevano ragione gli avventori del locale Eternity, sulla Cittadella: sebbene ciascuno fosse di una specie diversa, ognuno di loro trovava le Asari attraenti per le innegabili somiglianze con la propria razza. In chiusura del discorso, uno di loro, tra il serio e il faceto, azzardava l’ipotesi che le Asari ipnotizzassero gli altri alieni per apparire attraenti ai loro occhi, grazie a dei presunti poteri psichici.
Che sia questo il segreto del loro fascino?
E voi, Isolani, cosa pensate delle Asari? A quale di quelle comparse nei videogiochi della serie siete più affezionati? Scrivetecelo nei commenti!
– Stefano Marras –